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Saperi di genere

Scienza e conoscenza sono tra i domini sociali in cui le asimmetrie di genere sono più radicate e persistenti.

Il convegno nazionale Saperi di genere si propone di affrontare il tema dell’intreccio tra genere e saperi, a partire dalla presentazione dei risultati del progetto europeo GARCIA, che ha indagato le differenze di genere nel mondo accademico con specifica attenzione alle prime fasi della carriera.

Il convegno discuterà le principali azioni implementate presso l'Università degli Studi di Trento e sarà al contempo occasione per riflettere sull'elaborazione e la circolazione dei saperi di genere, sulla loro traduzione in diritti e politiche e sulla tensione tra conoscenze accademiche e sollecitazioni provenienti dai movimenti sociali.

Le asimmetrie di genere tuttora esistenti nei diversi contesti di produzione di conoscenza – l'accademia così come altri ambiti di ricerca e di elaborazione – si fondano sull’esistenza di stereotipi di genere, di pratiche e modelli culturali che tendono a definire e riprodurre opportunità e destini differenziati e non paritetici per donne e uomini. Tali asimmetrie sono d’altra parte consolidate dal presupposto epistemico che la scienza, così come la stessa conoscenza, sia transculturale, universale e neutra rispetto alle differenze di genere. In tal senso, si apre una sfida per chi intende operare in una prospettiva di equità e pari opportunità, non solo riguardo al raggiungimento di una maggiore presenza delle donne nei percorsi professionali e nei processi decisionali, ma anche in merito alla messa in discussione critica del processo stesso di costruzione della scienza e della conoscenza.

Saperi di genere è un convegno interdisciplinare e intersezionale, che ha l’obiettivo di sviluppare quattro principali aree tematiche: università e carriere accademiche; movimenti sociali; diritti e politiche; educazione e formazione. In linea con l’impostazione interdisciplinare con cui ci proponiamo di interrogare le relazioni tra saperi di genere, scienza e conoscenza, si sollecitano contributi originali, collocati entro una pluralità di ambiti empirici, prospettive teoriche e impostazioni metodologiche. Di seguito vengono proposte alcune domande guida:

Università e carriere accademiche

  • Qual è l’impatto delle politiche del lavoro e dei regimi di welfare sugli squilibri di genere all’interno del mondo accademico?
  • Quali lenti interpretative possono essere sviluppate per comprendere e spiegare la persistenza di squilibri di genere all’interno del mondo accademico, nonostante la crescente presenza femminile nei percorsi scolastici e di alta formazione? 
  • Negli ultimi anni una crescente affermazione dei modelli organizzativi di stampo neoliberista ha caratterizzato le università e il mondo della ricerca. In che modo i nuovi orientamenti di governance e le pratiche organizzative emergenti incidono sulle dinamiche di genere nei contesti accademici?
  • Quali sono le implicazioni di genere della crescente enfasi sui costrutti di performance, meritocrazia ed eccellenza per i processi di reclutamento e per le carriere universitarie?
  • In che modo i processi di precarizzazione e le differenze di genere si intrecciano all’interno delle organizzazioni scientifiche e di ricerca e nei contesti accademici in particolare?
  • Quali sono le principali comunanze e quali le differenze di genere che caratterizzano i processi e i percorsi di carriera nelle discipline scientifico-tecnologiche e socio-umanistiche? In che modo la crescente valorizzazione delle prime rispetto alle seconde incide sugli assetti di genere?
  • In che modo le asimmetrie di genere presenti all’interno dei contesti accademici si intersecano con altre differenze, ad esempio generazionali, di classe, geografiche, etniche?
  • Quali strumenti e azioni vengono adottati all’interno delle università per contrastare gli squilibri di genere nei processi di reclutamento e nelle progressioni di carriera e per garantire condizioni di pari opportunità? Con quali esiti? Con quali resistenze? 

Movimenti sociali

  • Che legami esistono tra le culture e le pratiche di genere espresse all’interno dei movimenti sociali e i processi di produzione di identità collettive, visioni del mondo, linguaggi? 
  • Come si costruisce l’intreccio tra ‘fare genere’, ‘fare maschilità’ e fare mobilitazione politica? 
  • Qual è e/o quale è stato il ruolo dei movimenti sociali nella costruzione sociale e culturale del genere? Come è possibile esplorare tali relazioni, dal punto di vista della ricerca e della riflessione scientifica? 
  • I saperi e le politiche di genere hanno modificato o stanno modificando organizzazione, pratiche, processi decisionali e strategie dei movimenti sociali? Le trasformazioni osservabili nelle strategie, nelle pratiche e nel linguaggio dei movimenti sociali riflettono/anticipano più ampi cambiamenti sociali? 
  • In che modi e in che misura si può parlare di intersezionalità tra genere ed altre dimensioni (politiche, culturali, tematiche) all’interno dei movimenti sociali? 
  • Qual è e/o quale è stato il ruolo dei movimenti delle donne, femministi, LGBTQI* e queer nell’elaborazione di nuove forme di azione collettiva, di circolazione della conoscenza, di ri-definizione del paradigma contemporaneo della cittadinanza e dei diritti ad esso correlati?
  • Negli ultimi anni il concetto di genere e gli studi in tale ambito sono stati al centro di un forte attacco pubblico. Che tipo di linguaggi, discorsi e immaginari mobilita tale attacco? Quale galassia sociale lo anima? Che interrogativi e sfide conoscitive pone alla comunità scientifica? In un’analisi comparativa di movimenti sociali tra loro in opposizione (ad esempio, movimenti conservatori e movimenti progressisti), è possibile rintracciare elementi di continuità e/o divergenza in termini di pratiche, politiche e culture di genere?

Diritti e politiche

  • Quali sono i saperi che contribuiscono alla costruzione delle norme antidiscriminatorie? Vi sono ambiti di policy in cui il sapere di genere è dominante?
  • In passato la riflessione “di genere” e i movimenti femministi hanno avuto riflessi sull’apparato normativo. Quali sono attualmente i problemi applicativi di quel quadro normativo e in che misura coinvolgono le politiche pubbliche a livello nazionale e locale?  
  • Qual è il rapporto fra normativa vigente e diritto vivente? Fino a che punto il contributo della giurisprudenza nazionale e sovranazionale incide sulla portata e sulla cogenza delle disposizioni? 
  • Come opera nel settore della parità di genere il dialogo fra ordinamenti (regionali, nazionale, sovranazionale a vari livelli) e fra corti?
  • Quali sono le nuove frontiere del diritto sollecitate dall’attuale dibattito emergente dalla riflessione “di genere”? 
  • Il sapere di genere prodotto in ambito accademico ha un ruolo legittimo o contestato nel dibattito pubblico e politico? 
  • Il processo di costruzione e riforma di organismi di garanzia per la parità di genere (ad esempio nel caso dei recentemente istituiti Comitati Unici di Garanzia) ha beneficiato dell’apporto del sapere di genere? 
  • La strategia di gender mainstreaming ha portato alla proliferazione di cosiddetti/e gender experts: da dove deriva la loro conoscenza e come viene usata? Che relazione esiste tra la gender expert knowledge e la feminist knowledge?
  • Le donne in politica sono portatrici di un sapere di genere condiviso? Quale tipo di relazione si è instaurata tra donne in politica e donne nelle amministrazioni (femocrats)? 
  • Fino a che punto la politica conia o adotta politiche di genere? Fino a che punto le buone prassi amministrative possono correggere le possibili storture delle norme e influenzare i legislatori?

Educazione e formazione

  • Le asimmetrie di genere nelle discipline scolastiche non si correggono con la semplice aggiunta di voci femminili: quali pedagogie di genere possono implementare quella revisione paradigmatica dei saperi disciplinari che può produrre il cambiamento culturale necessario al raggiungimento dell’equità di genere?
  • Le differenze di genere nella comunicazione dei saperi disciplinari si intersecano sempre con altre differenze. Quali limiti e vantaggi si identificano nell’educazione all’intersezionalità? Quali pratiche pedagogiche trasmettono intenti e complessità della teoria queer?
  • Come può tradursi in educazione e formazione la produzione accademica del discorso di genere? Quali teorie trovano applicazione pedagogica e come?
  • Quali sono i limiti e i vantaggi degli Studi di genere, intesa come (inter)disciplina accademica? In che misura e con quali modalità possono configurarsi quale (inter)disciplina scolastica? 
  • Gli Studi di genere vengono separati dalla Teoria femminista, secondo la visione che separa il mondo accademico dalla società civile, il pensiero intellettuale dalle idee che animano i movimenti sociali: quali sono i limiti e i vantaggi strutturali e culturali di questa separazione?
  • L’esperienza dell’educazione alle differenze di genere nelle scuole è varia e pluriennale, ma la recente campagna “anti-gender” l’ha messa sotto accusa: quali strategie educative, di insegnamento e di comunicazione possono essere messe in atto per contrastare tali censure? Quali reti si possono tessere dentro e oltre il mondo scolastico per contrastare questo attacco ideologico? 

 

I paper selezionati (max 8.000 parole, bibliografia inclusa) saranno inseriti negli atti del convegno. Nel box di download è disponibile il template da utilizzare.

L’iscrizione va effettuata entro il 20 dicembre 2016, al costo di 50 euro per il personale accademico strutturato. 
Per chi non presenta un paper la scadenza per la registrazione è estesa  al 15 gennaio 2017.
Il convegno è invece gratuito per precari/e della ricerca, studenti/esse, personale UniTrento e soci/e del Centro Studi interdisciplinari di Genere. 
È in ogni caso obbligatoria la registrazione

Organizzazione

Comitato scientifico:
Luisa Antoniolli, Elisa Bellé, Silvia Bertola, Rossella Bozzon, Valentina Chizzola, Maria Micaela Coppola, Giovanna Covi, Francesca Di Blasio, Alessia Donà, Mariangela Franch, Claudia Loro, Annalisa Murgia, Maria Paola Paladino, Barbara Poggio, Stefania Scarponi, Alexander Schuster, Giulia Selmi, Anna Simonati, Paola Villa. 

Comitato organizzatore:
Elisa Bellè, Rossella Bozzon, Martina Cicaloni, Maria Micaela Coppola, Giovanna Covi, Alessia Donà, Francesca Fiore, Stefano Kegljevic, Annalisa Murgia, Barbara Poggio.