Conferenza / Incontro

Richiedenti ascolto

Le musiche degli altri vicino a noi
22 novembre 2021
Orario di inizio 
10:00
Palazzo Paolo Prodi - Via Tommaso Gar 14, Trento
Auditorium
Organizzato da: 
CeASUm-SUmMit
Destinatari: 
Tutti/e
Partecipazione: 
Ingresso libero con prenotazione
Online su prenotazione
Referente: 
Guido Battista Raschieri
Contatti: 
Staff CeASUm
0461 281788

Modalità di partecipazione

Sarà possibile partecipare in presenza, previa prenotazione del posto; sarà inoltre possibile seguire la lezione-concerto su piattaforma multimediale, previa compilazione del form online.

Descrizione

La giornata di studi vuole focalizzare l’attenzione sulla realtà multiculturale della nostra società contemporanea. L’istantanea non può che essere mossa, scossa da lontani e quanto mai prossimi conflitti, processi migratori e drammi umani.  Allo stesso tempo l’accoglienza e il dialogo interculturale si scontrano con rinnovati confini di terra e identità.
In questo quadro le diverse espressioni sonore e musicali non sono un accessorio marginale. Spesso costituiscono parte fondamentale di un bagaglio minimo, sono la sintesi di una cultura di popolo, diventano strumento per restare al mondo. Il reciproco ascolto e scambio è quindi il motore ideale dell’incontro, che vedrà partecipi le etnomusicologhe italiane che in anni recenti si sono dedicate con maggiore impegno alla tematica (Serena Facci e Fulvia Caruso), insieme a due giovani ricercatrici (Antonella Dicuonzo e Thea Tiramani), invitate a illustrare le loro esperienze di indagine sul territorio regionale, in dialogo con musicisti Sinti e Sikh.

Programma

9.00 Guido Raschieri (Università di Trento)

Presentazione

9.30 Serena Facci (Università di Roma Tor Vergata)

Comunità migranti e musiche liturgiche: una ricerca (e un archivio) a Roma.

10.30-10.45

Discussione

11.00 Fulvia Caruso (Università di Pavia)

Musiche migranti. Una ricerca azione nel cuore della pianura padana.

12.00-12.30

Discussione

 

14.30 Thea Tiramani (Università di Pavia) con Ravnit Singh (voce e harmonium), Aninder Singh (voce e harmonium), Manitpal Singh (tabla)

La musica devozionale dei Sikh in Italia. Un dialogo tra passato e presente con le nuove generazioni di musicisti.

16.00 Antonella Dicuonzo (Università di Firenze) con Radames Gabrielli, Lahi Colombo Gabrielli (violino), Robert Gabrielli (chitarra), Matthew Gabrielli (chitarra)

Musicisti sinti del Trentino-Alto Adige: una comunità di pratica fra evocazione del passato e costruzione del presente.

17.00-17.30

Discussione

L'evento fa parte del manifesto del Corso di Dottorato "Culture d'Europa. Ambiente, spazi, storie, arti, idee" ed è a cura del SUmMit - Laboratorio di Studi Umanistici sugli scambi culturali in e con la Mitteleuropa.

Descrizione

SERENA FACCI - Comunità migranti e musiche liturgiche: una ricerca (e un archivio) a Roma.

Chi va, chi resta, chi vede arrivare. I flussi migratori, soprattutto a partire dagli ultimi trent’anni, sono un’esperienza che tocca più o meno tutti, anche se le motivazioni, le reazioni, i comportamenti, i luoghi sono molto differenziati e sottoposti a mutazioni rapidissime. Gli operatori e gli studiosi, anche etnomusicologi, che si pongono l’obiettivo di affrontare il tema delle “migrazioni” operano dunque in spicchi di realtà (quella di singole città, luoghi di lavoro, comunità, centri di accoglienza o scuole). Inevitabilmente però finiscono per sentirsi parte dei processi che stanno osservando e che sono costitutivi dell’epoca che stiamo vivendo (Reyes cds).

Nell’intervento si presenterà l’esperienza di un gruppo di ricerca, nato a Roma nel 2013, presso l’Università di “Tor Vergata”. I molti migranti della capitale, alcuni ormai stanziali, altri di seconda generazione, ma molti semplicemente in transito verso altre mete, vivono in gran parte in quartieri periferici. Molti di loro però aderiscono a “comunità” religiose costituite al centro della città nelle cosiddette chiese “nazionali”, frequentate da cristiani (cattolici, anche di rito orientale, ortodossi, protestanti, evangelici, ecc.) provenienti da varie parti del mondo.

In queste chiese si sono costituiti cori specializzati nelle liturgie specifiche, che rappresentano una realtà caratterizzante il tessuto musicale della città e, d’altra parte, entrano in relazione dinamica con le esigenze di rappresentazione transnazionale, se non universalistica, del cristianesimo (Capone, Salzbrunn 2018) e in particolare del cattolicesimo che a Roma trova il suo maggiore spazio simbolico nella piazza della Basilica di San Pietro.

La ricerca ha prodotto una ampia (anche se parziale) documentazione audiovisiva e alcune pubblicazioni. Si tratta di materiale che fotografano i repertori e le pratiche musicali messe in atto nelle chiese in questi anni e le molte ricadute delle attività corali nella vita dei protagonisti e anche nel tessuto cittadino.

FULVIA CARUSO - Musiche migranti. Una ricerca azione nel cuore della pianura padana.

Nonostante ad ogni livello di comunicazione – culturale, economico o sociale – la città di Cremona insista su un'immagine di radicamento nelle tradizioni locali, una parte significativa della sua popolazione attuale è di origine straniera. Sebbene la sua visibilità sia in aumento, il crescente multiculturalismo della città non è sufficientemente riconosciuto a nessun livello. È nello spirito di dare la giusta attenzione a quella parte della popolazione che nel 2014 ho iniziato insieme ai miei studenti un lavoro di documentazione, archiviazione e valorizzazione della ricchezza culturale delle minoranze straniere, in particolare nelle loro espressioni musicali. Ho deciso di evitare di concentrare la nostra attenzione su un singolo gruppo etnico/nazionale, per evitare ogni tipo di “etnicizzazione” o essenzialismo. Abbiamo cercato, anzi, di analizzare ogni gruppo sociale o culturale prendendo in considerazione le super-diversità esistenti tra un gruppo e l'altro e anche all'interno dello stesso gruppo (Vertovec 2007). Parte della nostra ricerca ha riguardato anche i richiedenti asilo ospiti in due diversi centri di accoglienza della zona. In questo caso lo scopo principale è stato quello di agire insieme in chiave musicale, il che ci ha consentito anche di raccogliere importanti informazioni sulle loro pratiche di ascolto e produzione musicale.

Nel mio intervento darò conto di questa ricerca, cercando di mettere in luce come lo studio delle pratiche musicali in chiave di “cittadinanza sonora” (Phelan 2018) possa far comprendere se e quale ruolo i migranti hanno nella società italiana contemporanea.

THEA TIRAMANI - La musica devozionale dei Sikh in Italia. Un dialogo tra passato e presente con le nuove generazioni di musicisti.

Gli indiani di fede Sikh sono una presenza consistente ma anche relativamente recente nel territorio italiano.

All’interno delle comunità diasporiche, la musica e la professione musicale hanno un ruolo fondamentale. La performance musicale associata alla pratica spirituale si sviluppa fin dall’origine del sikhismo, con Guru Nanak (1469-1539) che era solito cantare shabad (inni sacri) in raga, con l’accompagnamento di strumenti musicali. La pratica del kirtan è l'esecuzione musicale degli inni contenuti nel Guru Granth Sahib, la sacra scrittura del sikhismo.

Nelle comunità Sikh in Italia il kirtan viene praticato, trasmesso alle nuove generazioni e ricreato adattandosi a nuovi gusti e nuove tendenze musicali.  In questo processo, le seconde generazioni di migranti hanno un ruolo fondamentale, facendosi tramite tra l’antico e il moderno.

Dal dialogo con alcuni giovani musicisti, che proporranno anche esempi musicali, emergerà come il patrimonio musicale Sikh sia oggi incorporato, conservato e riprodotto in ambito italiano e quali sfide - e cambiamenti - questo repertorio stia affrontando per sopravvivere. In particolare, ci si soffermerà sulle caratteristiche della comunità Sikh alto-atesina, sulle dinamiche relative alla costruzione del Gurdwara di Bolzano (tempio Sikh) e sulla processione religiosa (nagar kirtan) che ogni anno in primavera fa risuonare di musica le vie anche di tante città italiane.

ANTONELLA DICUONZO - Musicisti sinti del Trentino-Alto Adige: una comunità di pratica fra evocazione del passato e costruzione del presente.

I sinti estraiχaria (austriaci) rappresentano una delle minoranze che compongono il peculiare panorama culturale del Trentino-Alto Adige. In questa zona di confine – ultima propaggine occidentale di quello che fu l’Impero austro-ungarico – le famiglie sinte, caratterizzate da una certa mobilità, si sono progressivamente stanziate negli ultimi due secoli, pur continuando a praticare mestieri tradizionali di natura itinerante. Tra questi la musica riveste un ruolo di primo piano: un sapere che, tramandato di padre in figlio, si è andato configurando come una “professione” soprattutto nell’ultimo cinquantennio. Se gli antenati degli attuali musicisti venivano ingaggiati per suonare nelle osterie e alle feste di paese, le nuove generazioni sono coinvolte in concerti ed eventi di carattere culturale anche grazie all’attività trainante della famiglia di Radames Gabrielli. A partire dal dialogo con alcuni dei membri di questa grande “comunità di pratica” si ripercorrerà una più ampia storia familiare profondamente legata all’attività musicale. Nello specifico si metteranno a fuoco continuità e cambiamenti nei repertori, nelle modalità di trasmissione del sapere musicale e nelle dinamiche di costruzione della propria identità culturale che danno conto del rapporto sempre vivo tra passato evocato e presente costruito.

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