Venerdì 4 marzo
Gli studi più aggiornati di storia del Risorgimento hanno sostenuto che i patrioti della prima metà del XIX secolo immaginavano
la nazione italiana come una comunità di parentela e di discendenza, concepivano l'amor di patria come un'estensione dell'amore coniugale e su queste basi lo sacralizzarono, affermando l'idea del martirio
per la patria. In quest'ottica fu grazie alla capacità di mobilitazione data dalla potenza emotiva – prima ancora che politica – di una cultura nazionalista molto segnata dal romanticismo,
che il Risorgimento assunse un carattere "di massa", coinvolgendo direttamente decine di migliaia di persone e indirettamente alcune centinaia di migliaia.
Dando per acquisiti gli importanti
risultati di tali ricerche, dovuti anzitutto ad Alberto M. Banti, questo intervento si propone in primo luogo di "integrarli", se così si può dire, sottolineando alcuni aspetti sociali
e politici del nazionalismo italiano, che pure ebbero un peso non trascurabile nel conferire al Risorgimento italiano un carattere popolare e di massa.
Nonostante ciò, dopo l'Unità lo Stato
italiano mantenne molto a lungo un carattere elitario, che contribuì a rendere "debole" il senso di identità e di appartenenza nazionale delle grandi masse popolari. Il secondo obiettivo
della presente conversazione sarà appunto quello di proporre un'interpretazione di tale fenomeno, che a giudizio di molti studiosi e osservatori contraddistingue ancor oggi l'Italia rispetto ad altri
paesi europei.
Tommaso Detti
Tommaso Detti
Professore ordinario di Storia contemporanea presso l’Università
degli Studi di Siena.
Studioso di storia del movimento operaio nel lungo Ottocento.
Ha curato fra l’altro, assieme a Franco Andreucci: Il movimento operaio italiano. Dizionario biografico 1853-1943,
6 voll., Roma, Editori Riuniti, 1975-79.
Fra le sue principali pubblicazioni: Serrati e la formazione del Partito comunista italiano. Storia della frazione terzinternazionalista 1921-1924, Roma,
Editori Riuniti, 1972; Salute, società e Stato nell'Italia liberale, Milano, Franco Angeli, 1993. Con G. Gozzini ha pubblicato un manuale per l’università, in due volumi: Storia contemporanea, I. L’Ottocento, II. Il Novecento,
Milano, Bruno Mondadori, 2000-2002. Dal 2003 al 2007 è stato presidente della Sissco (Società italiana per lo studio della storia contemporanea).