La giuria studentesca delle Università di Trento e Innsbruck. Foto Alessio Coser

IL PREMIO DEGLI STUDENTI AL TRENTO FILM FESTIVAL

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Assegnato alla regista cinese Xuan Jian il premio speciale della giuria studentesca delle Università di Trento e Innsbruck
di Giada della Gasperina e Tommaso Pallanch

All’ormai usuale giuria italo-austriaca, composta da studenti delle Università di Trento e di Innsbruck, è stato richiesto come da tradizione di riunirsi per due giorni a decretare il miglior lavoro della sezione giovanile del 57° Trento Film Festival montagna, esplorazione e avventura. Quasi al termine di un lungo pomeriggio di proiezioni, con un continuo e ricco scambio di opinioni, il gruppo composto da Adriana Fronza, Giada della Gasperina, Tommaso Pallanch (Università di Trento), Helmut Rüf, Sepp Oberberger e Thomas Wittwer (Università di Innsbruck), si stava lasciando assopire lentamente dalle intense immagini di lunghi paesaggi, dalla poesia fotografica attribuita a quelli più familiari e dall’ammiccante fascino di quelli dal sapore più esotico. Ma è stato l’ultimo filmato a zittire tutti i commenti e a catturare l’attenzione dell’intera giuria per venti minuti.

Quanto poco si impiega a capire la natura umana; un effimero dettaglio dell’esistenza, come può essere un viaggio in autobus, può cambiare in maniera definitiva la vita di una persona, stravolgendone valori e percezione. Xuan Jian con BA YUE SHI WO (Cina, 2008) riesce a dimostrare tutto questo rifacendosi ad un drammatico episodio realmente accaduto e alla testimonianza dell’unico superstite. Riesce ad esprimerlo non soltanto attraverso un essenziale e breve cortometraggio che rende in maniera molto originale la violenta dinamica tra la vittima e il carnefice, ma soprattutto attraverso una magistrale ricerca dei primi piani e delle tese espressioni degli interpreti che riescono a trasmettere tutto ciò che la breve trama del film non permette di fare. Una semplicità che non avremmo mai sospettato essere in grado di infondere un carico emotivo che va al di là di qualsiasi moderno effetto speciale.

La discussione per ottenere un verdetto finale non è stata immediata. Diverse le posizioni, sostenute in un incalzante dibattito. Alla fine ha prevalso la forte emozione espressa dal lavoro di Xuan Jian su altri interessanti film di cui tutti hanno apprezzato molti aspetti quali le scenografie, i ritmi, il taglio documentaristico e a volte quasi di inchiesta.

Questo il commento della giuria al termine dei lavori: “Dalla, forse privilegiata, posizione di spettatori in “prima fila” siamo rimasti entusiasti per aver potuto apprezzare a pieno il senso artistico di questo Festival. Ne abbiamo vissuto in prima persona la sua affascinante dimensione internazionale prima di tutto come spettatori e poi come parte di una giuria che univa studenti di lingue e Paesi diversi, in una dinamica di incontro che abbiamo ritrovato nei film visti: un’idea di confronto culturale attraverso l’arte, la possibilità di arricchirsi di nuovi punti di vista e il fascino di poter trovare una comune emozione come risultato di un aperto e leale confronto capace di valorizzare e sfruttare le diversità”.