COSTRUIRE UN NUOVO MODELLO DI UNIVERSITÀ

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Inaugurato l’anno accademico 2009-2010. I pro e contro della riforma. Nella prolusione una riflessione sulla Corte costituzionale
di Marinella Daidone

Lo scorso 1° dicembre il rettore Davide Bassi ha dichiarato ufficialmente aperto l'anno accademico 2009-2010 dell'Università di Trento. La cerimonia, ospitata presso l'aula magna della Facoltà di Giurisprudenza, è stata caratterizzata dalla riflessione su temi rilevanti e attuali quali il ruolo dell'università, la riforma, l'autonomia, in un contesto di crisi economica che crea preoccupazione e limita le risorse ma che va trasformata in occasione e spinta propulsiva per rilanciare il ruolo degli atenei.

Nel suo discorso di apertura, il rettore ha sottolineato come l'università italiana da anni non goda di buona salute: “il sistema italiano negli anni si è arenato in innumerevoli micro riforme senza una visione politica complessiva.” Per altro, Bassi ha messo in rilievo come l'università sia ancora in grado di produrre talenti e di essere linfa vitale e strumento di sviluppo sociale ed economico. In un momento di crisi economica generale, l'università non deve essere una parte del problema, ma piuttosto parte della soluzione. Per questo motivo non sono sufficienti provvedimenti parziali o d'urgenza, ma occorre un'azione di sistema che permetta all’università di recuperare il ruolo cruciale di ascensore sociale.
Bassi guarda con fiducia al disegno di legge in fase di approvazione in parlamento, pur non nascondendo alcune perplessità su alcuni aspetti da migliorare o modificare. Trova che sia un progetto di riforma ampio ed articolato che contiene alcune importanti novità e cerca di  far propri i principi ispiratori delle migliori università europee e in particolare del modello anglosassone. Tra gli elementi positivi del disegno di legge evidenziati dal rettore vi sono l'importanza che viene data al reclutamento dei giovani e alla valorizzazione del merito, il tentativo di superare “la storica e inutile divisione tra facoltà e dipartimenti”, gli interventi relativi all'organizzazione, al sistema di contabilità e alla governance con “la riduzione dell'incarico del rettore a due mandati, che mira a favorire il ricambio al vertice”. Tra le “ombre” , messe in evidenza da Bassi, il ruolo poco chiaro del Senato accademico e la scarsa attenzione per il diritto allo studio su cui si dovrebbe investire di più.

Altro concetto chiave sottolineato da Bassi è l'autonomia: “Auspico - ha detto - un approccio veloce e bipartisan sulla questione università da parte del Governo, che poi lasci all'autonomia degli atenei l'attuazione degli obiettivi prestabiliti”. Il rettore ha accennato alle opportunità che si aprono per l'ateneo in seguito alla firma dell'accordo tra Ministero del tesoro e Provincia autonoma di Trento che trasferisce a quest'ultima la competenza in materia di finanziamenti dell'ateneo. Per Bassi è una sfida da cogliere, si tratta di trovare un punto d'incontro fra due autonomie realizzando un modello “da esportare”.
Non sono mancati nell'intervento del rettore riferimenti più puntuali alla politica messa in atto dall'Università di Trento e in particolare alla sua capacità di reperire fondi europei, al potenziamento delle lauree magistrali in lingua inglese e all'importanza di stabilire accordi con altri atenei con l'obiettivo di porre in essere una collaborazione competitiva per la creazione di un sistema di formazione armonioso ed efficace. Egli ha inoltre rivolto un saluto particolare ai numerosi rettori delle università vicine che hanno preso parte alla cerimonia.

L'intervento del direttore generale Giancarla Masè ha messo in evidenza come l'inizio di quest'anno accademico sia segnato da un lato da aspirazioni di sviluppo ma dall'altro da un generale senso di incertezza dovuta al modificarsi del quadro normativo e all'effetto della crisi finanziaria. Senza indulgere in tentazioni di immobilismo l'Università di Trento, grazie anche a dati finanziari e statistici accurati, ha preso contromisure radicali con il coinvolgimento e la responsabilizzazione di tutte le strutture dell'ateneo. Per Masè si tratta ora di concentrare le forze per portare a regime le nuove iniziative e completare il rinnovamento.  In particolare il direttore generale ha parlato dei progetti di collaborazione gestionale con i diversi attori del sistema trentino della ricerca con “l'intento di mettere a fattore comune le esperienze e le risorse disponibili nei vari enti per offrire servizi congiunti ed evitare ridondanze, sovrapposizioni e dispersioni”.

Il presidente del Consiglio degli studenti, Davide Modè, ha fatto riferimento alla protesta degli studenti, che si è svolta nell'aula magna poco prima dell'avvio della cerimonia, contro la riforma universitaria e i tagli alle risorse per la ricerca e la didattica. Modè ha invitato a riflettere sui motivi che sono alla base di tali azioni di protesta che sono da leggere, a suo parere, come una testimonianza di quanto il problema dell'università stia a cuore agli studenti.
Anche Modè si è soffermato sul disegno di riforma di cui apprezza “la svolta meritocratica” e “la volontà di legare organicamente didattica e ricerca”, mentre esprime  preoccupazione per l'uso ripetuto della formulazione che ricorre nel testo di legge “senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica”. In questo scenario gli studenti vogliono svolgere un ruolo straordinariamente importante affinché la loro partecipazione attiva abbia ricadute positive per la qualità dell'ateneo.

Come consuetudine, la parte centrale della cerimonia è stata dedicata alla prolusione affidata quest'anno a Giandomenico Falcon, professore ordinario di diritto amministrativo presso la Facoltà di Giurisprudenza, che ha trattato il tema “Le corti costituzionali e i loro giudici”. Nella sua riflessione Falcon è partito da un raffronto comparativo con le regole che disciplinano le corti costituzionali, o gli organi equivalenti, di Paesi europei ed extraeuropei  come Giappone, Germania e Stati Uniti. Processo di nomina, durata in carica e collegamenti territoriali sono alcuni degli aspetti messi a  confronto dal docente. Per quanto riguarda la Corte costituzionale italiana secondo Falcon sono le sue stesse caratteristiche (modalità di nomina, composizione) a spiegare la “possibilità di tensioni tra giurisprudenza della corte ed indirizzi di maggioranza”, tensioni che egli definisce “fisiologiche”. Il docente ha concluso il suo intervento esprimendo un giudizio largamente positivo sulla Corte, ma proponendo alcune possibili innovazioni: “pensare a regole per la predisposizione e la discussione delle candidature da parte delle camere” e fare in modo che il carattere regionale dello Stato trovi un riflesso nella composizione della Corte.

L'ultimo relatore della giornata è stato il presidente dell'Università di Trento, Innocenzo Cipolletta, con un intervento di ampio respiro intitolato “Ripartire dalla crisi”. Cipolletta ha trattato sotto il profilo economico il tema della recessione e dei risvolti che ha sui mercati, sulle imprese e sulla vita quotidiana delle persone. Intervenuta a livello globale nel 2008, la crisi economica ha interrotto un processo di crescita che, secondo l'analisi di Cipolletta, dovrà ripartire puntando su ricerca e innovazione. Il presidente ha sottolineato  lo scarso sostegno finanziario dell'Italia alla ricerca e all'università e auspicato che ci siano maggiori risorse per sostenere questa fase di cambiamento. “Se [...] prevale l'esigenza di ridurre la spesa, allora sarà ben difficile migliorare la qualità complessiva delle università. È probabile che nel lungo termine si finirà per avere una migliore università, ma il rischio è che ci voglia troppo tempo e nel frattempo si prenda un ritardo  che sarà poi difficile da recuperare. Invece, con un po' più di respiro, con qualche maggiore risorsa per finanziare i cambiamenti, con l'adozione di regole di governo migliori e più responsabili, si potrebbe favorire una transizione verso un sistema di ricerca più performante.”

In chiusura della cerimonia il rettore ha consegnato l’attestato del conferimento del titolo di professore emerito ai docenti Marco Toller e Renzo Leonardi. Era assente Axel Leijonhufvud, anch’egli insignito del titolo, al quale verrà consegnato in un’altra occasione. È seguita la premiazione dei migliori laureati e dei migliori dottori di ricerca.
Durante la cerimonia i brani musicali sono stati eseguiti dal quintetto di ottoni della Scuola “I Minipolifonici” di Trento.