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LA PRECARIETÀ IN UN’OTTICA DI GENERE

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Un convegno interdisciplinare: la famiglia, il mercato del lavoro, la cultura, il quadro giuridico, i temi affrontati
di Barbara Poggio

Esiste un intreccio tra genere e precarizzazione dei corsi di vita nella società contemporanea? Come si declina? Quali contributi possono offrire discipline diverse all’analisi di questa relazione? Sono queste le principali domande cui hanno cercato di rispondere il folto gruppo di studiose e studiosi riuniti a Trento il 13 e 14 novembre in occasione del convegno “Genere e precarietà”, promosso dal Centro Studi interdisciplinari di Genere in collaborazione con la Commissione Pari Opportunità e la Consigliera di Parità della Provincia di Trento.

Il tema della precarietà e delle implicazioni in termini di genere è stato affrontato a partire da diverse prospettive (culturale, sociologica, economica e giuridica) che sono state delineate da quattro autorevoli voci: Clotilde Barbarulli ha cercato di mettere in luce la relazione tra genere e precarietà nella narrativa contemporanea, concentrandosi soprattutto sulla perdita di fiducia nel futuro legata alla condizione di guerra infinita e sul tipo di lavoro richiesto nella fabbrica globale del neo-liberismo; Chiara Saraceno ha invitato invece ad una contestualizzazione della precarietà all’interno di una più ampia cornice sociale e storica, dedicando particolare enfasi alle dinamiche familiari; Manuela Samek Lodovici ha efficacemente richiamato le diverse conseguenze della precarietà su donne e uomini nel mercato del lavoro, affrontando la questione del rapporto tra flessibilità e sicurezza; infine Donata Gottardi ha tratteggiato il quadro giuridico, evidenziandone le criticità e indicando alcune possibile coordinate in cui orientarsi.

La ricchezza del convegno e la rilevanza di una prospettiva interdisciplinare è tuttavia emersa soprattutto all’interno delle diverse sessioni che hanno ospitato una pluralità di contributi, offrendo un quadro articolato e composito delle diverse sfaccettature del fenomeno considerato. La globalizzazione, l’accentuarsi dei fenomeni migratori, l'ingresso delle donne nel lavoro retribuito, il mutamento delle relazioni familiari e delle scelte procreative, la crescente destandardizzazione e deregolamentazione del lavoro, fino all’attuale crisi economica, sono stati argomenti discussi da relatori e relatrici, che ne hanno messo in luce le profonde implicazioni di genere.

La tavola rotonda che ha chiuso il convegno ha preso in considerazione l’impatto della crisi economica sui vissuti di donne e uomini. Particolarmente significativo l’intervento di Giovanna Altieri, che ha presentato una serie di dati sulle implicazioni negative dell’attuale assetto economico e sociale sulla vita e le opportunità lavorative delle donne, evidenziando una tendenza all’aumento della loro dipendenza. La tavola rotonda è stata inoltre l’occasione per discutere delle possibili misure di sostegno alla precarietà in tempo di crisi, ed in particolare della necessità di spostare lo sguardo dai diritti del lavoro ai diritti di cittadinanza (maternità, salute, indipendenza abitativa, sostegno al reddito, previdenza), dedicando specifica attenzione ad alcune innovative iniziative promosse nella provincia di Trento, tra cui in particolare il reddito di garanzia.

A sancire la dimensione interdisciplinare dell’iniziativa ha contributo infine la realizzazione di una mostra realizzata dalla giovane designer Elisa Bortolotti, nella quale “mestieri immaginati” prendevano forma su biglietti da visita realizzati con acquarelli e carta grezza per raccontare il lavoro ai tempi della flessibilità precaria.