L’ASTRONOMIA IN MOSTRA

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Al Museo Tridentino di Scienze Naturali una mostra realizzata con la partecipazione del Laboratorio di Comunicazione delle Scienze fisiche dell’ateneo
di Stefano Oss

“Spaziale! Astronomia in mostra” è l’ultima fatica, in ordine di tempo, del Laboratorio di Comunicazione delle Scienze fisiche dell’Università di Trento. Si tratta di un evento voluto e ospitato dal Museo Tridentino di Scienze Naturali che, nell’ormai consueto stile interattivo e multimediale, propone ai visitatori un viaggio storico e scientifico sulle vie dell’esplorazione del cosmo nel linguaggio dell’astronomia. La mostra rimarrà aperta fino al prossimo 30 giugno.

Lo spunto celebrativo è il quattrocentenario della pubblicazione del “Sidereus Nuncius” di firma galileiana, testo dedicato alla rendicontazione di mirabili osservazioni rivolte alla superficie lunare, alla Via Lattea e ai satelliti di Giove, compiute grazie al cannocchiale di nuova concezione costruito a tale scopo nel 1609.

L’osservazione del nostro universo attraverso strumenti ottici ha aperto nuove vie all’esplorazione scientifica e alla ricerca di leggi unificanti della fisica. Idee queste che la mostra propone in rassegna in un linguaggio rigoroso ma accessibile a un ampio pubblico in termini di esperimenti, realtà virtuali, racconti scritti e parlati, immagini e suoni.

Il percorso si snoda in aree cronologiche che spaziano dalle origini antiche del fascino astronomico, ai grandi studiosi classici delle configurazioni cosmiche e planetarie, per arrivare a momenti esplorativi e teorie fisiche basate su tecnologie e modelli sempre più moderni e attuali, senza disdegnare, infine, un’appassionata visita alle derive fantascientifiche della letteratura e della filmografia di ogni tempo.

La lettura dell’universo fisico nel quale siamo immersi, ma che si colloca a distanze - letteralmente - astronomiche dal nostro pianeta, è stata una continua sfida che l’umanità ha voluto affrontare da millenni. La mostra è, oltreché finestra aperta sulle meraviglie del cosmo, testimonianza di questo sforzo di interpretazione dei fenomeni che ci giungono da luoghi talmente lontani da noi che la luce da essi inviata ci perviene antica di milioni o miliardi di anni. Eppure è sempre portatrice di informazioni nuove e di spunti per comprendere - o tentare di comprendere - l’infinitamente piccolo oltreché l’incredibilmente remoto.

Si tratta anche di sfide scientifiche che, nonostante la sunnominata distanza fisica, hanno portato la nostra società a innumerevoli ricchezze tecnologiche e al conseguente benessere.

La mostra è anche occasione per informare il visitatore che le suggestioni del nostro universo hanno spesso alimentato nell’umanità aspettative mitologiche e proiezioni pseudo-scientifiche come, ad esempio, l’astrologia. Affascinante argomento, senza dubbio, che però non va oltre la curiosità storica. La scienza astronomica è altro. Il nostro destino e il nostro carattere non sono in funzione dei segni zodiacali. Può sembrare strano e forse superfluo dover sottolineare questi aspetti nel terzo millennio. Eppure non è così. La scienza ha bisogno di essere veicolata e testimoniata in una società che appare talvolta ancora sotto il retaggio di superstizioni medievali, e non solo in astronomia.