IL PREMIO SCHMELLER A ERMENEGILDO BIDESE

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Assegnato al ricercatore del Dipartimento Studi letterari, linguistici e filologici per uno studio sul Cimbro

Importante riconoscimento per gli studi di linguistica attivati dal Dipartimento Studi letterari, linguistici e filologici dell’ateneo trentino. Nei giorni scorsi, la Johann-Andreas-Schmeller-Gesellschaft, prestigiosa istituzione intitolata alla memoria del padre della germanistica e della moderna dialettologia tedesca Johann Andreas Schmeller (1785-1852), ha conferito il premio biennale al lavoro di ricerca condotto da Ermenegildo Bidese, dal 2006 ricercatore di Lingua e Traduzione tedesca alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento.
Ogni due anni, infatti, la Fondazione tedesca attribuisce un ambìto riconoscimento (lo Johann-Andreas-Schmeller-Preis) a pubblicazioni scientifiche d'eccellenza che si siano distinte nell’ambito della ricerca linguistica moderna. Ad aggiudicarselo quest’anno, l’opera di Bidese che ricostruisce lo sviluppo della sintassi del Cimbro dalle prime attestazioni scritte ai nostri giorni (Die diachronische Syntax des Zimbrischen, Tübingen: Narr, 2008). Si tratta di una conferma dell’alto livello scientifico raggiunto dai ricercatori dell’Università di Trento anche nello studio delle lingue locali, soprattutto ladino, mòcheno e cimbro, un’attività che ha fatto guadagnare all’ateneo trentino una posizione di primo piano a livello internazionale in questo campo.

«Il premio - commenta Bidese - conferma l’attenzione ormai consolidata che la ricerca linguistica moderna, in particolare quella dedicata alla sintassi, riserva alla lingua cimbra, varietà allofona di origine germanica oggi parlata dagli abitanti del comune trentino di Lusérn/Luserna e la cui cultura ha lasciato tracce storiche ben visibili anche in gran parte degli altopiani trentini di Folgaria e Lavarone e in quelli veneti dei Sette Comuni come pure sui Monti Lessini nel veronese. Il cimbro presenta, infatti, caratteristiche uniche tra tutte le varietà dialettali germaniche. Per questo è un oggetto di studio raro e assolutamente di prim’ordine, su cui diversi ricercatori internazionali hanno indirizzato i loro studi. Pur essendo di chiara matrice germanica, il cimbro è da almeno 1000 anni in stretto contatto con varietà romanze locali che ne hanno condizionato lo sviluppo. Sotto la pressione romanza questa varietà germanica ha dato luogo a costruzioni sintattiche molto originali che non trovano riscontro né nei dialetti germanici né in quelli romanzi e che si rivelano perciò capaci di gettare luce su fenomeni sintattici peculiari delle une e delle altre».

Anche il germanista Johann Andreas Schmeller dedicò alcune delle sue ricerche al Cimbro. Le popolazioni allofone cimbre, un tempo molto numerose nel territorio montagnoso compreso nel triangolo Trento-Bassano del Grappa-Verona, e la loro lingua erano state fatte oggetto di discussioni tra gli eruditi del Settecento. Con l’avvento di metodi scientifici di ricerca linguistica, inaugurati per la germanistica e per la dialettologia tra gli altri proprio da Schmeller, si poté esaminare il cimbro con strumenti moderni e si poterono formulare argomenti scientificamente convincenti.
Le ricerche di Schmeller culminarono in due pubblicazioni, ancora oggi imprescindibili per le indagini di linguistica storica delle varietà cimbre e per la ricostruzione delle loro fasi antiche: Über die sogenannen Cimbern der VII und XIII Communen auf den Venedischen Alpen und ihre Sprache (1838) [Sui cosiddetti cimbri dei Sette e Tredici Comuni sulle alpi venete e la loro lingua] e il vocabolario cimbro Cimbrisches Wörterbuch (1855, postumo a cura di Joseph Bergmann).