RICORDANDO YORAM OFEK
Il 21 maggio, presso la Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali a Povo, si è tenuto un workshop scientifico in memoria del nostro collega Yoram Ofek, prematuramente scomparso nel dicembre
2009.
Scrivo volentieri questo articolo, non solo perché ho organizzato in prima persona l’evento (non senza la collaborazione dell’Ufficio Convegni e di tutta la struttura dell’ateneo),
ma soprattutto per ricordare il lascito di Yoram al nostro ateneo e a tutto la comunità scientifica dell’informatica e delle telecomunicazioni.
Lo scopo del workshop è stato quello
di riunire a Trento i ricercatori di maggior fama che avevano recentemente lavorato con Yoram Ofek, al fine di presentare, in modo semplice e divulgativo, i suoi contributi alla nostra comunità, a partire
dagli studenti di dottorato per arrivare a tutto il sistema della ricerca trentina.
Dopo una breve introduzione da parte del rettore Davide Bassi e di Dario Petri (a nome del preside di Ingegneria Marco Tubino) ed un discorso di commemorazione letto da Reuven Cohen, sono intervenuti, presentando
diversi aspetti della ricerca svolta e condivisa con Yoram Ofek, Izhak Rubin dell’Università della California a Los Angeles, Mario Baldi del Politecnico di Torino, che ha condiviso con Ofek molti
anni in Synchrodyne, Christian Collberg dell’Università dell’Arizona, Jean-Daniel Aussel di Gemalto, Marco Ajmone Marsan del Politecnico di Torino, Achille Pattavina del Politecnico di Milano
ed infine nuovamente Reuven Cohen di Technion.
Ciascuno degli oratori ha toccato diversi aspetti della propria esperienza nel lavorare con Yoram Ofek ed ha messo in luce come dalle sue idee siano scaturiti
numerosissimi altri lavori scientifici e come gruppi di ricerca, sia accademici che industriali, stiano tuttora lavorando su temi ed aspetti che sono legati ai suoi fondamentali contributi.
Vorrei chiudere con una nota personale. In questi anni trascorsi insieme al Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione (DISI) ho lavorato spesso insieme a Yoram su molti aspetti diversi delle reti
di telecomunicazione e di calcolatori: da aspetti modellistico-analitici, a idee e nuovi paradigmi per ridurre il consumo energetico di Internet.
Ciò che mi ha sempre colpito ed impressionato era
la sua disponibilità, la sua voglia di mettersi in gioco di nuovo e sempre, la dedizione con cui, dal primo giorno a Trento, Yoram abbia adottato l’Università di Trento e tutto il Trentino
come “suoi”, offrendo al mondo e ai suoi infiniti contatti e conoscenze una visione positiva ed entusiasta dell’ambiente in cui si era immerso e delle prospettive che esso offre: e questo arrivando
da New York, posto sicuramente non avaro di opportunità e prospettive. Con Yoram abbiamo lavorato fino agli ultimi, ultimissimi giorni, a costruire nuovi progetti e nuove proposte, che lui portava avanti
con l’entusiasmo di chi, nonostante tutto, ne vedrà lo sviluppo e il successo. Mi auguro che la nostra università possa trovare presto una persona che con lo stesso entusiasmo possa mantenere
viva la ricerca in un ambito così delicato e fondamentale per il futuro dell’ICT come quello delle reti di comunicazione ottiche.
Il lascito scientifico di Yoram Ofek
Yoram Ofek è arrivato all’Università di Trento nel 2004, dopo una lunga carriera all’IBM, come “Chief Scientist” dei prestigiosi T.J. Watson Research Laboratories ed una esperienza come imprenditore nella
società di start-up Syncrodyne. Ofek ha scelto la nostra università come sede per svolgere il progetto IP-FLOW (disi.unitn.it/ip-flow) legato ad una cattedra Marie Curie triennale assegnata dalla
Commissione europea.
L’impatto che Ofek lascia sulla comunità scientifica è enorme e va al di là rispetto agli oltre 100 articoli scientifici scritti e ai più di 40 brevetti
internazionali di cui è inventore. Il suo lavoro noto come “MetaRing” è alla base di tutti i protocolli di accesso moderni alle reti metropolitane e rappresenta sostanzialmente l’unica
base di partenza da cui vengono progettati i protocolli di gestione delle reti a commutazione ottica su topologie ad anello e non solo.
In anni più recenti l’interesse di Ofek si è concentrato su tecniche di sincronizzazione e coordinamento globali per il trasferimento delle informazioni. L’idea di base è quella
di sfruttare segnali di sincronizzazione comuni come quelli del sistema di posizionamento GPS, per consentire un coordinamento globale delle operazioni di rete, portando l’intero sistema di comunicazione
(possiamo chiamarlo un Internet del futuro) a lavorare in “pipelining” come una perfetta catena di montaggio in cui ciascuna parte ha sempre del lavoro da fare e in nessun punto di accumula lavoro
non svolto. Il risultato finale è un sistema, chiamato Time Driven Switching (TDS), in cui non si può formare congestione e l’informazione fluisce nella rete nel minor tempo possibile. Una
conseguenza non marginale della tecnica TDS è la riduzione del fabbisogno elettrico di Internet di oltre un ordine di grandezza, poiché la maggior parte dell’energia viene attualmente usata
da Internet per memorizzare i pacchetti in attesa di servizio a causa della congestione.
A testimoniare l’estrema fertilità delle idee di Ofek, la nostra università ha ancora attive
numerose attività lascito delle sue idee tra cui il progetto ministeriale PRIN, di cui mi è stato affidato il coordinamento locale: Bandwidth efficiency and Energy Saving by Sub-lambda Optical
Switching (BESOS).