IV Giornate Universitarie Italo-Tedesche, foto di Alessio Coser, archivio AIT

LINGUISTICA TEDESCA: DISCIPLINA IN ASCESA

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La IV edizione delle Giornate Universitarie Italo-Tedesche e la consegna del Premio Mittner 2010
intervista di Claudia Neri a Marcella Costa

A conclusione delle IV Giornate Universitarie Italo-Tedesche promosse dall’Ateneo Italo-Tedesco (AIT), è stato consegnato a Marcella Costa, professoressa associata di Lingua e traduzione tedesca presso l’Università di Torino, il Premio Ladislao Mittner 2010. Il riconoscimento viene conferito dalla sede di Bonn dell’AIT e dal Deutscher Akademischer Austausch Dienst (DAAD) a uno studioso italiano che si sia contraddistinto per la qualità delle sue ricerche sulla Germania in un ambito disciplinare che cambia di anno in anno. Abbiamo chiesto alla vincitrice di parlarci del suo impegno per la diffusione della lingua tedesca, delle sue ricerche nell’ambito della linguistica applicata e del significato del premio per il proseguimento della sua carriera.

Professoressa Costa, fra le motivazioni per il conferimento del Premio Mittner figura il ruolo da Lei esercitato in vista dell’affermarsi di una disciplina, quella della linguistica tedesca, ancora agli esordi nel panorama accademico italiano. Come ha vissuto i cambiamenti intervenuti nell’ultimo decennio in questo settore scientifico?

La linguistica tedesca è stata istituita come settore scientifico-disciplinare nel 1999. Prima di allora c’erano pochissime cattedre di linguistica tedesca in Italia e la disciplina faticava a farsi strada in una realtà universitaria da sempre legata alla tradizione della germanistica letteraria. Era necessario dare una risposta rispetto alle esigenze che stavano maturando in quegli anni e che andavano nella direzione di un rafforzamento della didattica del tedesco per stranieri oltre che dello sviluppo di una traduttologia e di una didattica della traduzione che poggiassero su basi teoriche solide. Con l’avvio della riforma universitaria e con l’inserimento della Lingua e traduzione tedesca come materia obbligatoria si è verificato un vero e proprio boom della disciplina. I progressi dell’ultimo decennio hanno permesso di sviluppare una serie di direzioni di ricerca, che già esistevano in nuce e che si sono lentamente strutturate in piccoli gruppi di ricerca, e attività convegnistiche, fra cui voglio ricordare il convegno di linguistica tedesca organizzato a Roma dal professor Di Meola con cadenza biennale.

Nel corso di queste Giornate Universitarie Italo-Tedesche si è discusso della necessità di un rinnovamento della didattica della linguistica a livello accademico e di come i corsi di studio binazionali rappresentino una possibile risposta alle nuove sfide poste in essere dall’internazionalizzazione dei mercati e dei sistemi di formazione.

I programmi di studio binazionali sono fondamentali non solo per questioni inerenti l’apprendimento di una lingua straniera, ma anche come apertura verso le tradizioni accademiche di altri paesi europei e nello specifico della Germania. In questo senso la laurea binazionale rappresenta il percorso del futuro. Si tratta ancora di un’esperienza concentrata su piccoli numeri, soprattutto per quanto riguarda gli studenti tedeschi in mobilità verso l’Italia. La tendenza che si registra è comunque quella di una riduzione della forbice fra studenti italiani e tedeschi coinvolti. Si può anche pensare ad altre forme di scambio strutturato come, ad esempio, quello che in Germania si chiama “Corso di laurea con semestre all’estero integrato” che permette di spostare numeri più consistenti di studenti. E’ un tipo di scambio che sperimenteremo dall’anno accademico 2011-12 presso l’Università di Torino.

A fronte di uno sviluppo positivo sul piano universitario e della ricerca si parla in maniera sempre più insistente di un calo delle preferenze verso la lingua tedesca nelle scuole medie inferiori e superiori. Come interpreta questa tendenza e quali strategie si possono adottare per contrastarla?

In realtà, se si guardano le cifre diffuse dal MIUR, i numeri sono complessivamente piuttosto costanti con una situazione molto differenziata sul territorio nazionale: i cali più consistenti hanno riguardato regioni come il Piemonte e la Sicilia, meno il nord-est d’Italia. Queste tendenze sono indice di scelte da parte degli allievi, ma anche delle famiglie e dei dirigenti degli istituti, che vanno a privilegiare lingue apparentemente più facili, come lo spagnolo, e su cui gli insegnanti di tedesco non riescono più di tanto a incidere. Per orientare compiutamente c’è bisogno di molta più informazione anche rispetto alle esigenze effettive del territorio. Un’indagine del Ministero del Lavoro del 2006 dice chiaramente che le imprese richiedono almeno due lingue straniere e, nella maggior parte dei casi, la seconda lingua è il tedesco. In questo senso bisognerebbe diffondere con molta più efficacia l’importanza del tedesco non solo come lingua di cultura, ma anche come lingua delle professioni.

Fra i suoi principali ambiti di ricerca figura quello dell’analisi della comunicazione in contesti professionali applicata al caso delle visite guidate, tema su cui ha recentemente pubblicato un saggio uscito presso la casa editrice Iudicium di Monaco. Qual è il focus della ricerca?

Questo tema rientra in un progetto di ricerca fra le Università di Torino e di Bayreuth che ha portato alla costruzione di un corpus di visite guidate in lingua tedesca, fatte da tedeschi per turisti stranieri e viceversa da italiani per turisti tedeschi. Sulla base di raccolte di dati audio e video abbiamo sviluppato una serie di analisi sull’emergenza di elementi culturali e dell’alterità a livello linguistico che ha permesso di rilevare come i madrelingua e i non madrelingua interagiscano in situazioni di produzione controllata e spesso pianificata come può essere la visita guidata. Il progetto è nato a partire da esigenze didattiche pratiche legate all’istituzione di un corso di laurea in comunicazione turistica.

Che significato ha avuto per Lei ricevere il premio Mittner?

Il premio è stato per me una soddisfazione molto importante, non soltanto come riconoscimento per i risultati finora raggiunti, ma anche come sprone per i miei progetti futuri rivolti sia all’internazionalizzazione della ricerca sia alla didattica del tedesco in ambito universitario. La borsa di studio mi permetterà di svolgere un mese di ricerca nel corso della prossima estate, probabilmente presso la Freie Universität di Berlino, anche se sto ancora vagliando altre possibilità.