ERC - European Research Council

LAVORO, FAMIGLIA E DISEGUAGLIANZE

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Un progetto di ricerca del Dipartimento di Sociologia premiato con l’ERC Starting Grant
di Stefani Scherer

Quali sono le conseguenze sociali ed economiche del cambiamento degli equilibri famiglia/lavoro nelle società europee? È vero che la disuguaglianza fra famiglie aumenta anche per il fatto che oggi le mogli spesso lavorano, cioè con la diminuzione delle disparità di genere? Perché le donne in Italia non fanno più figli mentre in Svezia sì? Le politiche sociali c’entrano? E che ruolo gioca la deregolamentazione del mercato del lavoro in questo? Queste sono alcune delle domande a cui vogliamo rispondere con il progetto Families of Inequalities (FamIne), progetto che si radica nelle precedenti esperienze di ricerca internazionale comparata di un nucleo ristretto di scienziati sociali impegnati, nel corso degli anni, in vari progetti internazionali di alto livello. Tra questi, ricordiamo i progetti ed i network CASMIN, EPUSE, CHANGEQUAL, EQUALSOC, acronimi delle principali ricerche europee che hanno visto coinvolta la ‘pattuglia’ della “sociologia empirica, quantitativa” trentina, operante nell’area di riflessione e di analisi delle diseguaglianze sociali e del loro strutturarsi in rapporto a specifiche dimensioni ed assetti istituzionali. L’approccio istituzionalista, infatti, accanto ad una solida epistemologia popperiana, è una costante nel percorso intellettuale e di ricerca di questo nucleo di scienziati sociali.
Pensare le Istituzioni - dai sistemi di welfare ai sistemi di istruzione, ai modelli di regolazione del mercato del lavoro, alle forme delle aggregazioni familiari o ai circuiti relazionali e di rete - quali origine delle nuove forme di diseguaglianza sociale implica un lavoro eminentemente comparativo, e progetti di ricerca in grado di compiere il passaggio macro-micro-macro che James Coleman teorizzava essere il percorso euristico proprio delle scienze sociali.

Il progetto parte dall’osservazione che le società europee negli ultimi decenni sono state attraversate da una profonda fase di cambiamento soprattutto in due delle principali istituzioni che tradizionalmente sono fonte di disuguaglianze economiche e sociali: il mercato del lavoro e la famiglia, a loro volta profondamente influenzate dai diversi assetti di welfare e dal modo un cui questi operano. Una trasformazione, in larga parte da attribuire, a livello micro-sociale, al mutato comportamento delle donne in diversi ambiti (lavoro, istruzione, scelte riproduttive); dall’altro, macro-sociale, all’insorgere di nuove tipologie di rischio sociale legate ai processi di deregolamentazione dei mercati del lavoro, in presenza di configurazioni di welfare spesso incapaci di evolvere con la dovuta prontezza. Le tendenze non sono comuni in tutti i Paesi europei e ciascun sistema socio-politico svolge un ruolo importante nella definizione delle conseguenze che, a lungo termine, determinano specifiche condizioni di diseguaglianza sociale ed economica.
Seguendo un approccio interdisciplinare in grado di integrare gli apporti intellettuali e metodologici di sociologia, economia e demografia, e comparato a livello internazionale, il progetto FamIne intende analizzare il cambiamento in chiave sociale, demografica ed economica delle disuguaglianze istituzionalmente originate, considerando i nuovi equilibri tra sistema di welfare, famiglia e mercato del lavoro. In particolare, il progetto mette a fuoco i cambiamenti nel mercato del lavoro (con i rischi e le nuove opportunità di impiego), i comportamenti e le scelte delle donne rispetto al lavoro e alla programmazione della maternità e le ripercussioni di queste trasformazioni (nuovi equilibri e disparità) sulle famiglie in Europa, cioè all’interno di assetti istituzionali diversi fra loro, i quali ovviamente definiscono i ‘confini’ all’interno dei quali i singoli (e sempre più le singole donne) effettuano le proprie scelte di vita e di lavoro. Proprio sulle famiglie si concentra l’analisi dei possibili rischi legati al venir meno di un precedente equilibrio economico, produttivo e sociale, largamente consolidato, ma oggi sempre più a rischio. Queste trasformazioni, infatti, potrebbero minare la capacità delle società europee di promuovere una reale integrazione, di garantire livelli occupazionali e condizioni lavorative e salariali accettabili, di assicurare il rispetto dei diritti sociali e la partecipazione alla vita pubblica dei cittadini.
Un’importanza particolare è riservata alla concettualizzazione, in primis, ed all’analisi delle diseguaglianze che si dispiegano e trasmettono - inter ed intra-generazionalmente - all’interno dei cicli di vita (life time inequality) degli individui e delle famiglie, quali potenziali minacce all’equità e alla coesione sociale.

Il progetto FamIne durerà 4 anni e verrà svolto presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università di Trento.
Il lavoro di ricerca nell’ambito del progetto è anche un’importante opportunità collettiva, per i ricercatori impegnati e per i dottorandi di Sociologia e Ricerca sociale coinvolti in un’avventura intellettuale che ha tutte le possibilità e i ‘numeri’ per far assaporare loro il ‘gusto’ della ricerca comparata europea. Ma non solo. Servirà anche per traghettarli, una volta conclusi i tre anni di dottorato e grazie ai numerosi legami internazionali che il gruppo di ricerca ha nel tempo creato e valorizzato, verso quella dimensione internazionale della ricerca entro un processo di internazionalizzazione al quale l’Università di Trento partecipa a pieno titolo.

Oltre alla attività di ricerca sono anche previste momenti e occasioni di incontro e dibattito scientifico quali una serie di seminari (i “brown bag seminars”, organizzati insieme ad un gruppo più ampio di giovani ricercatori del dipartimento, che ci auguriamo possano divenire una occasione di incontro e di scambio intellettuale, aperti a tutti), workshop ed incontri di studio e conferenze internazionali.
Attualmente fanno parte del gruppo, ancora in espansione: Paolo Barbieri, Giorgio Cutuli, Rossella Bozzon, Sabrina Carrossa, Raffaele Guetto, Giulia Dotti Sani e alcuni student assistants.