LA RICERCA IN AMBITO EDUCATIVO

in
Una summer school internazionale in collaborazione con l'Università della California Los Angeles
di Michela Ventura

“Não sendo neutra, a prática educativa, a formação humana, implica opções, rupturas, decisões, estar com e pôr-se contra, a favor de algum sonho e contra outro, a favor de alguém e contra  alguém.” (Paulo Freire, “Política e educação”, Sao Paulo, Cortez editora, 1993, p. 39)

“Non essendo neutra, la pratica educativa, la formazione umana, implica opzioni, fratture, decisioni, stare con e porsi contro, a favore di un sogno e contro un altro, a favore di qualcuno e contro qualcuno.”

Da questa consapevolezza, di cui parla Paulo Freire, è nata l'International summer school in Qualitative research for social justice education, prima edizione per l’ateneo trentino e novità sul panorama scientifico internazionale, che si è tenuta a Rovereto dal 20 al 25 giugno 2011.
La summer school, cofinanziata dal recente programma di ateneo per il sostegno a summer school internazionali, è nata per iniziativa del professor Massimiliano Tarozzi e dalla collaborazione tra il Dipartimento di Scienze della Cognizione e della Formazione dell'Università di Trento e il Dipartimento di Educazione dell'Università della California Los Angeles (Ucla) e ha coinvolto anche il Dipartimento di Educazione dell'Università di Roehampton, Regno Unito e l'Istituto Paulo Freire di Los Angeles e Londra.  

I partecipanti della International summer school in Qualitative research for social justice educationIl programma offriva, unitamente al quadro teorico e metodologico di riferimento della ricerca qualitativa e della giustizia sociale, le competenze necessarie per utilizzare nella ricerca qualitativa metodi specifici quali la participatory action research, le metodologie femministe, la grounded theory per studi avanzati di giustizia sociale e il metodo dei temi generatori di Paulo Freire.
La proposta, rivolta a studenti laureati e dottorandi, nonché a professionisti dell'educazione in possesso di laurea, ha suscitato interesse tanto all’estero, quanto in Italia, coinvolgendo 16 studenti, di cui oltre la metà provenienti dall'estero (Spagna, Regno Unito, Danimarca e Stati Uniti).
Gli studenti presentavano un bagaglio di esperienze culturali e formative davvero eterogeneo e stimolante, di sicuro interesse nello sviluppo della tematica proposta.
I docenti che si sono misurati con questo compito presentavano anch'essi un background accademico eterogeneo e multiprospettico: Carlos Alberto Torres, professore di Scienze sociali ed educazione comparata presso la Graduate School of Education and Information Studies dell'Università della California Los Angeles e direttore dell'Istituto Paulo Freire di Los Angeles, affiancato dal dottor Greg Misiaszek; Penny Jane Burke, professoressa di Educazione presso l'Università di Roehampton, Regno Unito e direttrice del Centro per la ricerca educativa in Equalities, Policy and Pedagogy e dell'Istituto Paulo Freire di Londra; Massimiliano Tarozzi, professore di Metodologia della ricerca qualitativa presso l'Università di Trento e direttore del master in Metodologia della ricerca qualitativa in educazione, affiancato dal dottor Luca Ghirotto.

I tre corsi principali, Qualitative Methods for Social Justice Education, Feminist methodologies in educational research e Freirean Method of the Generative Theme and its implications for education, sono stati affiancati da due visite a realtà del territorio impegnate in progetti educativi: il Centro Astalli per l'accoglienza dei rifugiati e il progetto Pepe, che offre attività laboratoriali per il recupero dei ragazzi con difficoltà di apprendimento; l'intento era quello di affiancare la parte teorica e metodologica con un'incursione nella pratica educativa quotidiana.
Agli studenti era richiesto come elaborato finale di progettare una ricerca in ambito educativo, utilizzando una delle metodologie proposte durante il corso.
Il programma si è concluso simbolicamente con la presentazione degli elaborati finali sul Monte Altissim, pernottando al Rifugio Damiano Chiesa.
In sede di valutazione finale, i partecipanti hanno sottolineato come il programma fosse molto intenso, a discapito del confronto di esperienze personali e professionali: a questo scopo è nato, subito dopo il termine della summer school un gruppo di condivisione on line.