ROBOTICS IS FUN

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In ateneo un Laboratorio di robotica creativa per bambini e genitori in occasione della Settimana europea della robotica
di Barbara Ongari e Barbara Zoccatelli

La robotica è una scienza relativamente giovane, derivante dall’incrocio tra discipline diverse (dalle scienze fisiche e matematiche alle discipline umanistiche), che si propone di replicare le funzioni di un organismo intelligente, modificando la nostra attuale visione delle competenze degli esseri umani e la concezione stessa della scienza. Le declinazioni applicative sono sempre più massicce, sulla spinta di un processo ormai irreversibile che porta all’utilizzo dell’automazione in ambiti sempre più ampi e diversificati che investono la vita quotidiana attuale. Tuttavia alla velocità delle acquisizioni sia teoriche che applicative non corrisponde una loro diffusione culturale a livello del tessuto sociale.

Dal 28 novembre al 4 dicembre 2011 si è svolta in diverse città europee la Settimana europea della robotica promossa dalla Commissione europea nell'ambito del progetto euRobotics (The European Robotics Coordination Action), finalizzato a promuovere scambi di esperienze e di studi. In tale occasione è stato realizzato all’Università di Trento un laboratorio di robotica creativa per genitori e bambini di età dai 4 agli 11 anni.

I laboratori costituiscono una delle polarità del Sistema Integrato di Supporto alla Genitorialità di ateneo (accanto al Nido ed allo Spazio Genitori-Bambini) come occasioni interattive ed educative condivise per promuovere modi diversi di trascorrere i momenti di tempo libero fra genitori e figli, ‘pensare’ con le mani, creare, costruire insieme divertendosi, imparare facendo. Proponendo un laboratorio di robotica creativa si è inteso offrire una esperienza creativa co-costruita genitori/figli e una riflessione per orientare gli adulti nel caotico mondo dei giochi tecnologici.

L’idea della robotica si è sviluppata nell'ambito delle iniziative realizzate in sinergia con la Fondazione Bruno Kessler (FBK) e il Museo delle Scienze, che nel 2011 hanno dato vita al progetto “Acqua, terra, luce e movimento: dall’esplorazione dei piccoli alle tecnologie dell’energia amica e della robotica” co-finanziato dal MIUR.

L’evento “Robotics is fun” è stato organizzato dalla Direzione Risorse Umane e Organizzazione e dalle educatrici del Nido di ateneo in collaborazione con FBK, quale segnale di avvio delle attività connesse al “Family Audit” di ateneo e con la partecipazione della Scuola di Robotica che è coordinatrice per l'Italia della Settimana europea della robotica e della Scuola in Ospedale “G. Gaslini” di Genova. In Italia la Scuola di Robotica da alcuni anni si propone di dare uno statuto educativo più ampio alla disciplina come applicazione dell’intelligenza artificiale a ogni sistema o tecnologia “promuovendo un circolo di feedback positivi ricerca-scuola-società-impiego etico della robotica a scuola”. Un filone di applicazione specifico è rappresentato dalla “robotica creativa”, che persegue obiettivi relativi all’equilibrio ambientale e allo sviluppo della creatività, utilizzando materiale di recupero non strutturato (interamente riciclato e quasi esclusivamente tecnologico) e potenziando egualmente la conoscenza individuale e la sua modellizzazione a livello autonomo. Il punto di raccordo tra la dimensione educativa e quella creativa della robotica è costituito dagli artefatti creativi meccanizzati.

Il laboratorio si è svolto il 3 dicembre scorso nella sala studio della Facoltà di Giurisprudenza e ha coinvolto una cinquantina di bambini e genitori (dipendenti dell’ateneo), che si sono cimentati nella realizzazione di manufatti ispirati ai robot. In un primo momento vi è stata la presentazione dei principi cardine e della metodologia utilizzata dalla robotica educativa e creativa, illustrando anche l’esperienza della Scuola in Ospedale a Genova (relatrici Fiorella Operto, ricercatrice presso la Scuola di Robotica e Immacolata Nappi, docente del C. Didattico Genova Sturla presso l’Ospedale “Gaslini”).

Successivamente piccoli e grandi sono stati accompagnati nel dare forma alle loro creazioni. La possibilità di disporre di una grande varietà di materiali ha offerto l’opportunità di cimentarsi in un’intensa attività di progettazione, assemblaggio e costruzione del proprio robot, confrontandosi con le caratteristiche dei diversi pezzi e ricercando possibili soluzioni. Come ha sottolineato Nappi: “Il materiale non strutturato risulta incrementare il problem solving a livello esponenziale: le proprietà dei vari materiali, spesso, possono non combinarsi insieme; nuove strategie devono essere approntate al fine di assemblarli. Gli spunti per gli apprendimenti logico-matematico-scientifici sono risultati innumerevoli anche con gli artefatti creativi, pari a quelli offerti dalla micro-robotica, ma con maggiori varianti individuali.”

La compilazione di una ‘carta d’identità’ di ciascun robot da parte dei bambini è stato il passaggio finale della giornata, per cui a queste strane creature è stato attribuito un nome (Ro-bit, Raggio X, Eletron, Tantarone, Skraggy) e una funzione specifica (c’è il robot che ‘fa i compiti’, quello che ‘fa compagnia’ e quello che ‘aiuta nella ricerca dei gatti nascosti sotto i letti grazie al suo naso elettronico’), trovando quindi un posto specifico in famiglia e nella vita dei bambini. Commenta una mamma: “Il laboratorio di robotica è stata una bella opportunità per conoscere un mondo nuovo attraverso due persone, Loretta e Fiorella, professionalmente molto preparate e umanamente speciali, che con la loro passione sono riuscite a coinvolgere grandi e piccoli. Un’occasione per stimolare la curiosità e per mettere alla prova la creatività di tutti ". Un’altra mamma racconta: “F. (7 anni) ha utilizzato piccole schede, micro-chip, transistor, interruttori, fili elettrici e tappi di ogni forma e colore e assemblando i vari pezzi ha creato il suo robot ‘aspiratore d'acqua’ mentre T. (4 anni) ha creato il suo robot ‘slitta-elicottero’, pensando al soccorso dei vigili del fuoco e a come intervenire nel caso in cui i mezzi normali non riescono a raggiungere i posti più impervi in montagna; invece io ho creato il ‘mummy-robot’ pensando a come farmi sostituire nelle faccende domestiche”.

Al termine dell’attività le famiglie hanno anche acquistato piccoli manufatti realizzati dai bimbi della Scuola in Ospedale di Genova, a favore della quale sono stati devoluti i fondi raccolti.