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BIODIRITTO E MEDICINA: FIRMATA LA CONVENZIONE TRA MEDICI E GIURISTI

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Rinnovata la collaborazione tra l’Ateneo e l’Ordine dei Medici, Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Trento
di Cinzia Piciocchi

Si dice, talvolta, che uno dei luoghi dove giuristi e medici s’incontrano più spesso siano le aule di Tribunale. Si tratta di un’affermazione che dà conto di un dato di fatto, ovvero l’aumento del contenzioso giudiziario in ambito sanitario, che rappresenta un fenomeno nell’ambito del quale queste due categorie si confrontano in ruoli precisi e tendenzialmente antagonisti: giudici, imputati, periti, avvocati.

La medesima affermazione, però, non rappresenta più la descrizione di un dato di fatto, ma diventa uno stereotipo, quando intenda ricondurre interamente tale incontro alla dimensione contenziosa, dimenticando di dare conto di un fenomeno altrettanto importante, quello del dialogo tra questi saperi e discipline – diritto e medicina – che rappresenta anch’esso un fenomeno in crescita.

Cambiano allora non solo le dinamiche della comunicazione, che dall’antagonismo passano ad assumere i toni del confronto, ma anche i luoghi dell’incontro tra le due categorie. Un progetto di ricerca, un comitato etico, un percorso formativo diventano spesso luoghi di dialogo in cui si imparano le diverse modalità di comunicazione, che si caratterizzano non solo per le differenti definizioni dei fenomeni che si affrontano, giuridici e scientifici, ma anche e soprattutto per la comprensione delle connotazioni assiologiche che il linguaggio di entrambe le discipline sottende.

Nell’ottica di questo dialogo continuo e reciprocamente prezioso si colloca la collaborazione ormai decennale tra il progetto BioDiritto della Facoltà di Giurisprudenza, sotto la direzione scientifica del professor Carlo Casonato, e l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Trento. Tale collaborazione si è costruita nel tempo con la partecipazione ad attività di ricerca, formative e di divulgazione, nella disponibilità ad affrontare problematiche comuni, fornendo gli uni agli altri – giuristi e medici – le reciproche competenze.

A questo percorso comune, mercoledì 17 ottobre si è aggiunto un ulteriore ed importante tassello con la firma di una convenzione tra il direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche (ora confluito nella struttura dipartimentale “Facoltà di Giurisprudenza”) professor Gianni Santucci ed il presidente dell’Ordine dei medici dottor Giuseppe Zumiani. La convenzione prevede forme di collaborazione volte alla promozione di attività di ricerca e formazione, rivolte in particolare ai partecipanti della Scuola di Formazione Specifica in Medicina generale già attivata dall’Ordine e diretta dal dottor Pasquale Laurino.

Si tratta della formalizzazione di un accordo che, della collaborazione che si è costruita negli anni, rappresenta sia un punto d’approdo, sia un importante punto di partenza.

In primo luogo, infatti, esso si pone in continuità con la collaborazione condotta sino ad oggi, nella convinzione che la mancanza di comprensione tra diritto e medicina rappresenti da un lato una rinuncia alla vocazione della naturale interdisciplinarietà dei rapporti tra le due discipline. D’altro lato, emerge oggi una consapevolezza ulteriore, quanto al livello di compenetrazione tra scienza e diritto, che individua in una disciplina parte dell’altra, poiché il diritto penetra nella medicina e la scienza è spesso parte integrante le norme giuridiche. Senza un confronto, quindi, non solo si rinuncia al dialogo con l’altro, ma è come se si abbandonasse anche parte della comprensione di se stessi, del proprio ambito disciplinare.

In secondo luogo – ed ho piacere di ricordarlo – l’accordo concluso pone in contatto le due categorie – medici e giuristi – anche nella fase di formazione delle rispettive competenze. Molti sono i giovani infatti che afferiscono al progetto BioDiritto, così come i laureati in medicina che si apprestano ad iniziare il percorso verso la professione di medici di medicina generale: una categoria che più di altre è in contatto quotidiano con il cittadino.

Si pongono le basi, in altre parole, per costruire le premesse di un percorso formativo e di ricerca comune, in cui il dialogo interdisciplinare rappresenta un importante tassello culturale nella prospettiva della ricerca e forse anche in quella sociale.