La notte dei ricercatori

RICERCATORE PER UNA NOTTE

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La “curiosa” esperienza di uno studente dell’Università di Trento alla ricerca dello spirito di Newton
di Alessio Gerola

Diventare ricercatore per una notte: questo è ciò che permette, quasi, la Notte dei Ricercatori a coloro che si interessano al mondo della ricerca e delle sue applicazioni più innovative.

Venerdì 28 settembre 2012 Trento ha infatti ospitato, contemporaneamente ad altre 300 città d'Europa, l'ormai consueto appuntamento con la Researcher's Night, un evento promosso dalla Commissione Europea approdato a Trento nel 2009, che cerca di avvicinare i cittadini al mondo della ricerca scientifica e dei suoi protagonisti.

Uno degli aspetti notevoli della manifestazione, secondo me, è proprio il fatto che venga favorita la partecipazione attiva dei giovani, ovvero gli scienziati e i ricercatori di domani. Gli studenti delle Superiori o dell'Università hanno infatti la possibilità di collaborare con i ricercatori di un'area di interesse ad allestire gli stand. Il gruppo in cui ero, ad esempio, si è occupato di fisica ed abbiamo presentato ai visitatori un apparecchio, in gergo scintillatore, per la rilevazione di particelle cosmiche.

Il nostro contributo è iniziato però prima dell'inaugurazione ufficiale della manifestazione stessa. Il flash mob che ha animato le vie del centro nelle due ore precedenti è stata certamente un'occasione divertente e importante di promozione dell'evento stesso, culminata nella diretta TV del lancio dei tocchi e dei frisbee distribuiti al pubblico.

Dall'apertura della manifestazione alle 17, il pubblico ha affollato sempre più numeroso i diversi incontri previsti. Indubbiamente il motore principale di questo interesse è stata la curiosità. D'altronde, lo stesso Newton diceva (come si può leggere anche sugli opuscoli dell’Università di Trento): “...io mi vedo come un bambino che gioca sulla riva del mare...”.

Lo spirito dell'intera Notte è stato quello di cercare di avvicinare la cittadinanza a tematiche importanti che, spesso per l'alto contenuto tecnico, possono risultare poco comprensibili ai più. Il carattere informale di molte conferenze sicuramente è stato un elemento che ha favorito tale avvicinamento, insieme alla volontà dei ricercatori stessi a mettersi in gioco. Con un tale numero di micro-conferenze, caffè della ricerca e laboratori, la scelta degli incontri da seguire era davvero ardua.

Una questione che ha investito una certa importanza, ancora di più per il momento economico poco felice che stiamo attraversando, è quella della professionalizzazione della ricerca stessa. Mostrare al pubblico, e soprattutto ai giovani, quali settori dell'indagine scientifica siano attualmente di particolare rilevanza e possano quindi costituire una possibilità di occupazione futura, ha sottolineato l'importanza della ricerca sia teorica che applicata.

È fondamentale infatti non solo cercare di scoprire come funziona il mondo con un certo grado di oggettività, ma è necessario considerare anche, e soprattutto, le applicazioni tecnologiche delle scoperte fatte.

Tutti sperimentiamo l'impatto che la tecnologia ha sul nostro modo di vivere e ne comprendiamo l'importanza per il nostro benessere. Questo ovviamente non deve andare a discapito dell'ambiente: l'eco-sostenibilità è una questione di grande rilevanza che è stata fortemente sottolineata nel corso della Notte tramite vari dibattiti sui cambiamenti climatici e l'attenzione posta all'impatto ambientale delle opere artificiali.

Ciò che ha reso l'esperienza veramente indimenticabile, almeno dal mio punto di vista, credo sia stato il fatto che oltre alla possibilità di esplorare mondi sconosciuti offerta a chiunque fosse lì, nel complesso quest'edizione della Notte dei Ricercatori non ha mancato di ribadire concetti importanti e attuali, dall'etica scientifica alla salvaguardia dell'ambiente, promuovendo inoltre le risorse del nostro territorio e la consapevolezza dell'importanza dell'innovazione e della ricerca.