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MONTAGNA E DIRITTO

in
Responsabilità civile e penale e regole per la sicurezza negli sport legati al turismo
di Umberto Izzo e Stefania Rossi

Ha registrato un grande successo di pubblico il convegno organizzato presso la Facoltà di Gurisprudenza il 3 maggio scorso sul tema “Montagna e responsabilità“. L’evento è stato promosso dal professor Umberto Izzo in occasione della presentazione del primo volume – dedicato appunto alla montagna – del Trattato La responsabilità civile e penale negli sport del turismo, edito da Giappichelli, che si propone di offrire un‘analisi esaustiva e sistematica della responsabilità civile e penale e delle regole di sicurezza connesse allo svolgimento degli sport del turismo. Il professor Umberto è il curatore del volume e direttore scientifico della collana (che proseguirà in due prossimi volumi dedicati agli sport dell’aria e dell’acqua) con i professori Gabriele Fornasari, Leonardo Lenti e Francesco Morandi. L’iniziativa editoriale nasce dalla consapevolezza che lo sport rappresenta una componente essenziale delle dinamiche economiche sottese al fenomeno turistico. Senza lo sport - che è al centro delle Universiadi trentine in programma il prossimo dicembre - gli operatori del comparto turistico vedrebbero notevolmente ridimensionata la domanda che alimenta l’oggetto della loro attività, una domanda che in Trentino vede al centro la montagna estiva ed invernale e che genera il 15% del PIL provinciale. 

L’introduzione è stata affidata al professor Izzo che ha illustrato il piano generale dell’opera e il sito che ne accompagna la pubblicazione (www.dirittodeglisportdelturismo.it), attraverso il quale i temi del Trattato saranno oggetto di costante aggiornamento. L’intervento del professor Francesco Morandi (ordinario di Diritto dei Trasporti presso l’Università di Sassari) ha evidenziato l’incidenza sul mercato nazionale e internazionale del fenomeno turistico-sportivo e l’importanza delle regole di sicurezza di queste attività sportive nell’ambito del più generale fenomeno economico. Di seguito il professor Annibale Salsa (direttore del Comitato scientifico dell’Accademia della Montagna) ha messo l’accento su alcune costanti cognitive ed antropologiche che caratterizzano il perseguimento della sicurezza negli sport di montagna. Le relazioni del professor Leonardo Lenti (professore di Diritto civile presso l’Università di Torino) e del professor Carlo Bona (professore a contratto di Diritto privato presso la Facoltà di Economia dell’Università di Trento) hanno analizzato a fondo il tema della responsabilità civile nell’alpinismo e dell’escursionismo; la discussione ha, quindi, toccato i delicati profili inerenti la “protezione” e la “gestione del rischio” nelle ascensioni in montagna. Nel corso della seconda sessione Izzo ha chiarito i problemi posti dalla responsabilità civile connessa alla pratica dello sci, offrendo un quadro generale delle regole di sicurezza e degli obblighi precauzionali sulle piste alla luce di una giurisprudenza che tende a manifestare sempre maggiore severità nei confronti dei gestori delle aree sciabili. Il dottor Giuseppe Fortunato (consigliere presso la Corte d’Appello di Salerno) ha vagliato il ruolo decisivo che l’assicurazione può svolgere nella gestione dei costi sociali legati al verificarsi degli incidenti in quota, mentre l’intervento della dottoressa Stefania Rossi (borsista presso la Facoltà di Giurisprudenza di Trento) ha dato spazio alla responsabilità penale, con un’ampia disamina che non ha mancato di soffermarsi sul tema, reso assai attuale dalla diffusione della pratica dello scialpinismo della responsabilità per la causazione colposa di valanghe. 

I lavori, incentrati su un confronto multidisciplinare e arricchiti da un acceso dibattito finale alimentato da interventi del pubblico presente, hanno fatto emergere un comune denominatore: l’idea secondo cui una pervasiva cultura della protezione “attesa” a tutti i costi, e al contempo “dovuta” da una serie di soggetti garanti, si accompagna ad una esasperata, crescente irresponsabilità dei singoli che sfidano il pericolo in montagna contando unicamente sulla protezione che altri dovrebbero loro assicurare. Si tratta, peraltro, di una realtà tipicamente italiana, sconosciuta in altri ordinamenti che investono molte risorse nella gestione del turismo montano, ma che al contempo incentivano l’assunzione di una precisa responsabilità da parte dei fruitori del pacchetto turistico - sportivo. L’acquisizione di una maggiore consapevolezza da parte dei singoli utenti e la comprensione delle dinamiche proprie di un settore così complesso da parte dei soggetti professionalmente coinvolti presuppone, però, la conoscenza delle più rilevanti problematiche giuridiche sottese e delle possibili soluzioni; in quest’ottica l’opera editoriale presentata si candida a costituire un importante punto di riferimento per la riflessione.