LA MOBILITÀ DEI PAZIENTI IN EUROPA

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Il recepimento e l’attuazione della direttiva europea nell’Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino
di Lucia Busatta

Lo scorso 29 novembre, il GECT “Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino”, in collaborazione con l'Associazione Euroregionale di Diritto Pubblico Comparato ed Europeo e la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Trento, ha organizzato un convegno sulla tematica "La mobilità dei pazienti - La direttiva 2011/24/UE e la sua attuazione nell'Euregio". All’evento hanno preso parte circa una quindicina di relatori, fra accademici, medici e amministratori della sanità che operano nella regione transfrontaliera. Ciascuno ha presentato, davanti a un pubblico bilingue di circa un’ottantina di persone, le prospettive e le problematiche del recepimento della direttiva sulla mobilità transfrontaliera dei pazienti. Il programma e la registrazione video dell’evento sono disponibili al link http://www.jus.unitn.it/services/arc/2013/1129/home.html

La direttiva 2011/24/UE, approvata nel marzo 2011, concerne l’applicazione dei diritti dei pazienti relativi all'assistenza sanitaria transfrontaliera e, per divenire completamente effettiva, necessita di un atto di recepimento da parte di ognuno degli Stati membri dell’Unione Europa. Il termine per la sua trasposizione negli ordinamenti nazionali è scaduto lo scorso 25 ottobre; in Italia il decreto legislativo attuativo è stato approvato proprio il 4 dicembre e se ne attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Durante la prima sessione mattutina è stato illustrato il contesto giuridico che ha portato all’approvazione della direttiva la cui prima bozza risale al 2008. L’atto normativo dell'UE trova, infatti, la propria origine nel mutamento della percezione della salute e dell’accesso alle prestazioni sanitarie da parte dei cittadini: si tratta degli effetti provocati dall’azione combinata di alcuni fattori, quali il mutamento del ruolo del paziente, il miglioramento della mobilità in Europa e la continua evoluzione della medicina. Dal punto di vista giuridico, ha avuto notevole peso la giurisprudenza della Corte di Giustizia, che è ripetutamente intervenuta sul tema, stabilendo importanti principi riguardanti i diritti del pazienti a muoversi in Europa per ottenere cure mediche.

La direttiva riprende tutti questi elementi e richiede agli Stati azioni e politiche volte a valorizzarli nel modo migliore, per perseguire il raggiungimento di alto livello della tutela della salute in tutti i Paesi dell’UE.

È seguita una tavola rotonda, alla quale hanno preso parte medici legali e amministratori sanitari di Trento, Bolzano e Innsbruck, che si sono interrogati, dal punto di vista operativo, sulle novità che il recepimento dell’atto europeo potrà comportare sulla mobilità dei pazienti e quali modifiche si renderanno necessarie, a livello legislativo e amministrativo, per una sua corretta attuazione. Tutti hanno portato alla luce alcune problematicità che il recepimento comporterà a livello territoriale: dall’individuazione delle prestazioni rimborsabili, alle modalità di verifica della sicurezza e della qualità dei trattamenti richiesti, fino alla non trascurabile questione delle polizze assicurative in caso di responsabilità dei professionisti sanitari e delle strutture ospedaliere.

La sessione pomeridiana è stata dedicata alle prospettive dell’attuazione della direttiva, al suo impatto e ad alcune specifiche esperienze. Si è parlato dell’impatto economico dell’atto sui sistemi sanitari, anche attraverso la presentazione dei dati riguardanti il flusso già esistente di pazienti e il sistema dei rimborsi di cure ottenute all’estero. Questi subiranno, in virtù dell’applicazione dell’atto, alcuni cambiamenti sui quali deve essere svolta una profonda valutazione, anche in relazione agli effetti sulla spesa pubblica. I meccanismi già rodati nell’area dell’Euregio andranno perfezionati al fine di permettere di realizzare un efficiente sistema di rimborsi e di mutui riconoscimenti di prescrizioni e prestazioni tra il servizio sanitario italiano e il differente sistema di assicurazione sanitaria obbligatoria austriaco. In tale prospettiva vi sarà un impatto non irrilevante anche sull’organizzazione sanitaria a livello territoriale, dal momento che le singole strutture sanitarie, soprattutto quelle d’eccellenza, dovranno essere in grado di gestire anche pazienti provenienti dall’estero, con tutte le difficoltà che ciò potrebbe comportare (si pensi solamente ai problemi linguistici per un paziente che decide di farsi curare all’estero).

Vi sono, poi, alcuni profili specifici della direttiva che troveranno, con ogni probabilità, un’ampia applicazione nella regione transfrontaliera: il termalismo, significativa espressione del turismo sanitario, è da considerarsi in questa prospettiva una vera e propria risorsa sanitaria per l’Euregio. Infine, il ruolo dei pazienti: il loro coinvolgimento diretto, anche per tramite di alcune associazioni, nella fase attuativa della direttiva deve essere valutato come importante occasione per creare un dialogo virtuoso e costruttivo tra il sistema sanitario e i cittadini. Sino ad oggi, tuttavia, tale cammino non è stato ancora intrapreso; c’è però ancora molta strada da fare con l’auspicio che a tale potenzialità sia data pienamente voce.

La direttiva e, insieme ad essa, il suo complesso processo di recepimento, anche nel nostro territorio, dimostrano di essere vettori di alcune potenziali risorse mirate al miglioramento generale delle condizioni di salute nell’UE e, al contempo, di alcuni profili problematici di difficile soluzione. Quanto al primo aspetto, emergono con chiarezza un’attenzione al paziente e ai suoi diritti individuali, la presenza di alcune condizioni che potrebbero condurre ad una semplificazione delle procedure di rimborso e, infine, la possibilità di individuare canali privilegiati di intervento per pazienti con esigenze particolari. Le problematiche che comportano le sfide più difficili da superare riguardano, invece, la condivisione di definizioni giuridiche funzionali, l’intreccio di competenze legislative ed amministrative tra livello centrale e livello territoriale che potrebbero complicare l’iter attuativo. Con riguardo a quest’ultimo profilo, tutti gli Stati membri dell’UE e l’Euregio Trentino-Alto Adige-Tirolo sono condizionati, nella garanzia di diritti fondamentali della persona, dalle particolari contingenze che l’attuale periodo economico comporta.