"Pro e contro la trama" di Carlo Tirinanzi De Medici

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Carlo Tirinanzi De MediciGli ultimi anni hanno visto una diffusione enorme di romanzi la cui unica forza propulsiva è la trama nella sua forma più semplice: una sequenza di meri eventi concatenati in un percorso lineare che mira a catturare il lettore, trascinandolo rapidamente verso la risoluzione finale. Un’idea in netto contrasto con la visione novecentesca del mondo: se quest’ultimo è un insieme complesso e discontinuo, allora anche la rappresentazione artistica deve frantumarsi; per questo il romanzo del Novecento insiste sul principio compositivo - giustapposizione di elementi saggistici e narrativi, di stili e registri differenti, di temi il cui riproporsi fornisce la struttura dell’opera romanzesca, in analogia con le strutture che guidano la creazione musicale - e riduce sensibilmente la possibilità d’immedesimazione del lettore. Questi principi, d’ispirazione modernista, hanno guidato l’idea di letteratura fino alle soglie del XXI secolo, senza dimenticare il principio epico che sta alla base della trama “rettilinea” ma relegandolo in una posizione secondaria. Tra architettura romanzesca e trama, l’architettura godeva di un primato concettuale mentre la trama, che pure era presente, veniva trattata come mero dispositivo, uno tra i molti che il romanziere poteva utilizzare. Oggi, però, la trama come principio guida della costruzione romanzesca non si trova più soltanto nella produzione d’intrattenimento ma ricomincia a godere di nuova considerazione: non più una parente scomoda, la trama riacquista spazio e dignità, fino a divenire l’asse portante della rivalutazione della letteratura pop, guardata con fiducia proprio per la sua capacità di “raccontare storie”.

Il convegno organizzato dalla scuola di dottorato in Studi letterari, linguistici e filologici dell’Università di Trento in collaborazione con il Seminario Internazionale sul Romanzo e dall’Osservatorio sul Romanzo Contemporaneo ha cercato di fare il punto della situazione: è possibile ridurre il romanzo contemporaneo alla sua componente epica, alla trama? Che effetto ha questa riduzione sul potere conoscitivo della forma romanzesca? Posti di fronte al provocatorio titolo “pro o contro la trama”, i relatori hanno assunto posizioni varie quanto i temi trattati: dalla tradizione occidentale a quelle delle aree emergenti, chi ha preso la parola ha difeso la ricchezza compositiva del romanzo, senza però condannare del tutto le possibilità narrative della story. Con gli ospiti internazionali (Lakis Proguidis, Miguel Gallego Roca, Tadahiko Wada) e nazionali (Roberto Francavilla, Andrea Inglese) hanno presentato le loro relazioni alcuni docenti dell’università di Trento (Massimo Rizzante, Walter Nardon, Stefano Zangrando) e tre dottorandi (Silvia Annavini, Simona Carretta e Carlo Tirinanzi De Medici), a testimonianza della volontà di dialogo che ha caratterizzato da sempre il Seminario Internazionale sul Romanzo e la scuola di dottorato in Studi letterari, linguistici e filologici. Dialogo che non si è fermato all’ambito accademico: due scrittori di fama appartenenti a differenti generazioni, Gianni Celati (“Parlamenti buffi”, “Verso la foce”, “Cinema naturale”) e Giorgio Vasta (“Il tempo materiale”, “Spaesamento”), hanno portato le loro opinioni sull’argomento davanti a una Sala degli affreschi (presso la Biblioteca Comunale) affollatissima, intavolando un dialogo a più voci: oltre ai due scrittori, i dottorandi animatori dell’Osservatorio sul Romanzo Contemporaneo (http://romanzo.unitn.it), i relatori e il pubblico si sono confrontati sulle questioni emerse nel corso del convegno.

Durante i lavori è stato inoltre siglato un accordo di cooperazione tra la scuola di dottorato e la Tokio University of Foreign Studies che prevede lo scambio di dottorandi e docenti. La pubblicazione degli atti, che avverrà per i tipi della collana dipartimentale “Labirinti”, sarà un ulteriore momento di confronto con il più vasto pubblico nazionale, da proseguire in altre sedi. Che sia “Pro o contro la trama”, chiunque si occupi di letteratura non potrà non dire la sua.

 

Carlo Tirinanzi De Medici frequenta il dottorato di ricerca in Studi Letterari Linguistici e Filologici presso l’Università di Trento.