La mostra "Università Città"

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Proponiamo qui il testo introduttivo della mostra e delle singole sezioni, pubblicato anche nel relativo catalogo

«Preferisco le eccezioni»
Wisława Szymborska (Possibilità)

L’Università è un’istituzione tipicamente cittadina, impensabile al di fuori della cerchia urbana, almeno in Italia. Della rispettiva città ogni università porta il nome e, anzi, avendo i caratteri di una comunità identificabile, ha essa stessa qualcosa di urbano.

In quanto città, la Trento del secondo dopoguerra era dotata della cultura politica sufficiente e necessaria per fondare ex novo una propria università, secondo un progetto scientifico specifico e originale. Anche il Movimento studentesco degli anni Sessanta e di Sociologia, quando ha preso di mira le istituzioni del governo locale, si è diretto contro simboli e poteri tipicamente cittadini: il giornale, il tribunale, la curia. In virtù di capacità economiche e di competenze amministrative che solo una città può avere, l'Università si è sviluppata con progressione costante e ha raggiunto da poco la piena maturità. Solo nel 2004 è nato il Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive, settima sede universitaria, ubicata in Rovereto, seconda città del Trentino. Gli edifici antichi scelti per le sedi universitarie, e a mano a mano restaurati, hanno tutti un carattere monumentale e una storia peculiare di rappresentanza civica, talvolta eminente.

Per tutte queste ragioni il tema della città fa da sfondo al percorso espositivo nel suo insieme, quando non emerge in primo piano. La mostra si apre con le belle immagini di Giorgio Salomon sull'effetto straniante provocato per le vie di Trento dai giovani sociologi delle origini e si chiude con gli studenti còlti oggi nelle stesse strade dagli scatti dei giovani architetti dell'AGA. La mostra è dedicata all'Ateneo e ai suoi cinquant'anni, ma non perde mai di vista le due comunità, quella universitaria e quella dei cittadini di Trento, la loro relazione talvolta conflittuale, ma sempre feconda, l'ambizione condivisa da entrambe di essere non grandi, ma importanti.

 

LE SEZIONI DELLA MOSTRA

 

Università Città

«Non c’è dubbio: i trentini amavano la loro piccola università che nasceva» 
Bruno Kessler (1988)

I cittadini giudicarono l'Università con simpatia, poi con stupore e infine con irritazione. Una specie di movimento di massa, improvvisamente, sembrava minacciare un ordine di idee più che di cose. Terminata l'epoca di Sociologia come unica facoltà, levatrice e culla della Contestazione, la città dovette confrontarsi con la crescita dell'ateneo; talvolta la soffrì, ma non mancò mai di agevolare le trasformazioni urbane scaturite da uno sviluppo architettonico progressivo e impetuoso. L'Università, dal canto suo, iniziò ad aprire qualche breccia nel recinto chiuso dell'accademia. Divulgare, orientare, trasferire tecnologia e saperi alla società civile sono attività interpretabili anche come una forma di riconoscenza verso una lunga tradizione di ospitalità e di sostegno, da parte dei cittadini e del governo del territorio.

 

Identità e rappresentazione

«V'è pure un'altra opinione, la quale vorrebbe che le Università venissero diminuite di numero, e concentrate nelle grandi città. Poche e buone varranno più che molte e cattive. Resta però a dire in che modo, quando ne avremo poche, saremo sicuri d'averle buone»
Pasquale Villari, 1886

I simboli e il nome dell'Università sono il segno distintivo della sua visibilità istituzionale. Le cerimonie, i momenti di aggregazione ufficiali e meno ufficiali, le solennità, le circostanze di autopromozione sono occasioni importanti e necessarie per rappresentare le insegne dell'ateneo, per affermarne il nome, per consolidarne l'identità. Verso la città e fuori della città.

 

Lontano da Trento

«L’isolamento perpetua la divisione e la rottura»
Vincenzo Gioberti (Del primato morale e civile degli italiani)

La dimensione extraregionale è già, in nuce, negli inizi. In quei professori giovani e brillanti che in seguito avrebbero fatto fortuna sul palcoscenico nazionale ed europeo; essa si è poi realizzata più concretamente in eventi, progetti, tendenze inequivocabili alla internazionalizzazione, reclamando gli spazi non finiti della cultura e dell'impegno civile. Gli ex studenti trentini che lavorano all'estero sono il simbolo di questa inclinazione. Molti ci sono rimasti, alcuni sono tornati, alcuni hanno avuto un successo notevole, altri meno. Tutti hanno manifestano e rappresentano una caratteristica essenziale del lavoro e dello studio. Il movimento.

 

Gli studenti

«Ci sono cose che non sai di sapere, finché qualcuno non te le chiede»
Christopher Isherwood

La ragione di sussistenza di ogni scuola. Una comunità in movimento, che ha suoi propri poteri, d'influenza e di rappresentanza; che studia lavorando e lavora studiando; che dialoga coi propri maestri; che forma una città all'interno della città.

 

Edifici

«Amate l’architettura, la antica, la moderna»
Gio Ponti

Edifici monumentali, con una storia importante di rappresentanza civica. Edifici di culto, ospedali, opifici e manifatture, scuole e conventi. Palazzi restaurati e costruzioni nuove, nel cuore e ai margini della città.