LA MOSTRA CON LE FOTO DI EDOARDO SEMENZA

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Per ricordare il disastro del Vajont, oltre all’incontro che si è svolto alla Facoltà di Giurisprudenza oggetto dell’articolo di Eugenio Caliceti, l’Università di Trento ha ospitato una mostra fotografica itinerante.

In prima linea a documentare per immagini il disastro del Vajont e ciò che lo ha provocato ci fu anche un geologo: Edoardo Semenza. A cinquant’anni di distanza dalla tragedia, le sue fotografie, scattate tra gli anni 1959 e 1961 sono state raccolte e catalogate dall’Associazione Italiana di Geologia Applicata ed Ambientale (AIGA) e dal Consiglio Nazionale del Geologi (CNG), con la collaborazione di Monica Ghirotti (Università di Bologna) e Francesco Maria Guadagno (Università degli Studi del Sannio). Ne è nata una mostra itinerante, dal titolo “La Storia del Vaiont: la conoscenza della frana attraverso le foto di Edoardo Semenza”, che ha iniziato a viaggiare, ospitata da atenei e centri di ricerca di tutta Italia.

La mostra itinerante sulla frana del Vajont ha fatto tappa dal 27 novembre al 6 dicembre anche all’Università di Trento, presso la sede del Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica a Mesiano. In occasione della mostra, lo scorso 5 dicembre il Dipartimento ha organizzato anche un incontro dedicato agli “Aspetti tecnici della frana del Vajont” con Paolo Campedel (Servizio Geologico PAT), Luca Carniello (ricercatore presso DICEA, Università di Padova), Francesco Cecinato (ricercatore in geotecnica presso il DICAM).  Nell’incontro sono stati discussi diversi punti di vista tecnici del progetto e della frana, dalle motivazioni per la costruzione della diga e lo sfruttamento idroelettrico del Piave, alle conoscenze geologiche e geotecniche sulla frana prima e dopo il disastro.

«L’esposizione – hanno spiegano gli organizzatori – ripercorre il “disastro del Vaiont”, paradigma della catastrofe di origine umana, attraverso le eccezionali immagini scattate da Edoardo Semenza che fu il geologo che riconobbe l’esistenza di un’antica massa di frana sul versante sinistro della Valle del Vaiont, poco a monte della diga allora in costruzione. Le principali evidenze geologiche e geomorfologiche che lo condussero nel 1959 – prima dell’inizio dell’invaso e della conseguente rimobilizzazione – a scoprire l’antica frana e a definirne la forma e i limiti, sono illustrate attraverso alcune delle fotografie scattate tra gli anni 1959 e 1961. Nelle immagini si rivela un approccio che gli consentì di elaborarne un modello e di definirne i conseguenti scenari di rischio. La sua scoperta fu subito presa in considerazione dai responsabili dell’opera, almeno come ipotesi da verificare con altre ricerche ed indagini. Purtroppo, la sua consulenza, durata fino al 1961, non impedì che, dopo varie vicissitudini, si consumasse la tragedia».

Comprendere la natura e i suoi meccanismi evolutivi è l’obiettivo preminente di coloro che operano nell’ambito delle scienze geologiche applicate all’ambiente e al territorio. La frana è ancora oggi oggetto di dibattito e riflessione scientifica, anche per la straordinaria mole di dati disponibili, siano essi strumentali o tratti da rilevamenti.

Sul disastro del Vajont si vedano anche il volume con CD “Le foto della frana del Vajont” e il libro di Edoardo Semenza “La Storia del Vaiont raccontata dal geologo che ha scoperto la frana” (ed. K-flash).

http://www.k-flash.it/mostra_vajont/10.html