Pasolini
a Lettere
Nico Naldini ricostruisce la vita
e l'opera di Pasolini alla Facoltà di Lettere
di
Francesco Zambon
Lo scrittore Nico
Naldini accanto a un suo ritratto
opera della pittrice Olimpia Biasi
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Nello scorso mese di maggio la Facoltà
di Lettere ha avuto un ospite di grande prestigio, lo scrittore Nico Naldini che,
nell'ambito di un corso da me svolto sulla poesia di Pier Paolo Pasolini, ha tenuto
una serie di lezioni e di conversazioni sul grande scrittore e regista scomparso
poco più di venti anni fa. Naldini, come si sa, è primo cugino di
Pasolini: figlio di Enrichetta Colussi, sorella di Susanna, la madre adorata che
Pasolini fece anche recitare nel ruolo di Maria nel suo Vangelo secondo Matteo.
Anche per questo stretto rapporto di parentela egli è stato un testimone
diretto di tutte le fasi della vita di Pasolini e in particolare degli anni giovanili,
quando i due cugini vivevano entrambi a Casarsa, nel cuore della campagna friulana.
Negli ultimi anni Naldini si è dedicato a un accurato e paziente lavoro
di ricostruzione storica e filologica, che è approdato alla stesura della
più importante biografia pasoliniana (uscita da Einaudi nel 1989) e alla
pubblicazione dell'Epistolario e di varie opere inedite o disperse. Negli incontri
che si sono svolti alla Facoltà di Lettere, Naldini ha affrontato sia temi
biografici, portando la sua preziosa testimonianza su fatti che anche recentemente
hanno continuato a suscitare discussioni (come la morte alla Malga Porzùs
del fratello partigiano di Pier Paolo, Guido Pasolini), sia temi più propriamente
letterari e artistici: in particolare quello del rapporto fra scrittori e popolo,
che è sempre stato al centro della riflessione di Pasolini e che è
stato trattato in un ampio quadro di riferimenti italiani ed europei. Una memorabile
lezione è stata dedicata anche alla morte di Pasolini, della quale Naldini
ha fornito una ricostruzione puntuale e precisa, che ha fatto giustizia di tutti
i sospetti complottistici che taluni non si stancano tuttora di alimentare. In
questa e in altre lezioni l'intensità del ricordo personale e la capacità
narrativa di Naldini hanno appassionato gli studenti, i quali hanno partecipato
con grande interesse a questa serie di incontri intervenendo spesso con domande
e osservazioni, non senza qualche spunto di provocazione.
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Due copertine "storiche"
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Ma, oltre che biografico e critico, Nico Naldini è anche scrittore in proprio:
dei suoi lavori narrativi si è ampiamente parlato nel primo incontro, in
cui ho ritenuto opportuno presentare soprattutto il suo ultimo libro, Meglio
gli antichi castighi (uscito da Guanda nel 1997), un'opera a metà strada
fra poesia e racconto autobiografico che è stata giudicata dalla critica
una delle novità letterarie più significative dello scorso anno.
In uno degli ultimi incontri è stato inoltre proiettato e discusso il film
di montaggio realizzato da Naldini nel 1973, Fascista, tutto basato sui
filmati di propaganda dell'Istituto Luce: un film che suscitò molte polemiche
alla sua uscita e a proposito del quale lo stesso Pasolini intervenne con due
scritti. La ricostruzione del percorso biografico e creativo di Pasolini è
stata così prolungata con l'esame di una nuova esperienza artistica, per
tanti versi legata alla sua, ma dotata di un proprio inconfondibile carattere
e aperta ai nuovi problemi del mondo e della società, sui quali Naldini
ha conversato con gli studenti in un dialogo franco e aperto anche alle problematiche
più delicate e personali.
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