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  l'intervista  
Sinergia Scuola-Università
Intervista di Paolo Bari a Grazia Cattani

Università e scuola devono agire in perfetta sintonia per realizzare iniziative di orientamento dei giovani. Non ha dubbi Grazia Cattani, preside del liceo socio-psico-pedagogico "Rosmini" di Trento e presidente provinciale dell'Anp (Associazione presidi e direttori didattici), nel ritenere l'orientamento obiettivo prioritario nell'azione formativa.

Perché un ruolo così importante?
I rapidi cambiamenti sociali e tecnologici chiedono agli studenti capacità di orientamento riferibili all'intero progetto di vita e, in particolare, alle richieste provenienti dal mercato del lavoro. Deve inoltre essere affrontato in modo efficace il grave problema della dispersione scolastica provocata da scelte dimostratesi errate. Fortemente orientativa è infine la capacità di leggere la realtà grazie alle competenze fornite dalle discipline storico-giuridiche. L'orientamento vuole dunque fornire ai giovani gli strumenti per essere consapevoli delle proprie attitudini motivazionali e dei metodi di studio in grado di sostenere un personale progetto di vita in relazione con il territorio.

Qual è il compito della scuola?
L'orientamento deve diventare attività ordinaria e curricolare sotto la responsabilità istituzionale della scuola. Poiché tutte le discipline hanno pertanto una valenza orientativa, i docenti vanno preparati a rivolgere la propria azione formativa verso i saperi fondamentali e nel contempo ad essere attenti alla dimensione didattico-relazionale e alle caratteristiche metacognitive.

Come si deve attuare il progetto di orientamento?
Tre sono i momenti strategici nei quali la scuola deve impegnarsi con maggiore attenzione: l'arrivo alle superiori, le scelte in uscita e le fasi di crisi-difficoltà. Credo sia importante individuare momenti individualizzati di sostegno e di aiuto alla persona attraverso l'istituzione di figure tutoriali scelte fra i docenti. L'autonomia scolastica garantirà ulteriori stimoli e nuove opportunità perché consentirà l'ampliamento dei curricula, la flessibilità e il passaggio da un indirizzo di studi ad un altro senza penalizzazioni.

Quale può essere il ruolo dell'università?
Innanzi tutto l'informazione: l'università non può pensare all'orientamento come ad uno strumento per conquistare iscritti, ma deve curare la diffusione delle conoscenze relative alle possibili strade da percorrere e alle regole da seguire. L'università ha inoltre la possibilità di sostenere e di aiutare la ricerca didattica, un settore nel quale finora in ambiente accademico si è fatto troppo poco.
Su alcuni temi sarà infine possibile un rapporto più stretto fra università e scuola grazie all'intervento di docenti delle singole facoltà per contribuire all'approfondimento del metodo disciplinare. Nel mio istituto questa collaborazione ha già dato importanti e significativi risultati.


Cosa cambierà con l'anticipo delle preiscrizioni?
La scadenza del 30 novembre consentirà di programmare meglio gli accessi all'università, di verificare con più attenzione le scelte effettuate dagli studenti e di permettere eventuali cambiamenti di fronte a opzioni rivelatesi poco coerenti con le abilità e le motivazioni dei giovani.