no15

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Quanto è lontano
il nichilismo?

Löwith e il nichilismo nella cultura europea
del Novecento

di Nestore Pirillo


Il saggio di Karl Löwith, Il nichilismo europeo, ripropone la discussione su una forma spirituale propria del Novecento, sapientemente riassunta da Carlo Galli nell'introduzione al volume. Il nichilismo oltre che una filosofia è stato una "cultura", che ha profondamente segnato i saperi e le istituzioni, la politica dei gruppi dirigenti, il disciplinamento sociale di massa, il declino delle professioni umanistiche. Lo stesso buon senso aziendale che le scienze sociali quotidianamente diffondono nelle facoltà universitarie, risale alla nichilistica "gabbia d'acciaio", nella quale Max Weber, profeticamente, aveva visto insediarsi, al posto dello spirito, una "pietrificazione meccanizzata", adornata da un "convulso desiderio di sentirsi importante".
La grande filosofia europea ha indagato variamente il fondamento e l'origine della "morte di Dio", senza poter pervenire ad un suo superamento. Il "salto nella fede" e l'engagement umanistico postulano comunque che l'uomo è "niente".

in alto, Karl Löwith;
sopra, copertina del libro
"Il nichilismo europeo";
sotto, "L'urlo" di Edward Munch

C'è da segnalare tuttavia una differenza profonda ed evidente tra l'orizzonte dentro cui scrive Löwith e il nostro. Leggere il saggio, oggi, nell'orizzonte di aspettative aperto dalla nuova fase storica e dal progetto dell'unità europea non solo consegna la posizione di Löwith ad una fase storiografica di riflessione sul nichilismo, nell'epoca della sua espansione e autoaffermazione, ma porta a leggere il fenomeno come indicatore di una lunga notte dello spirito europeo, posta essenzialmente tra due crisi: lo scoppio della prima guerra mondiale e il crollo del comunismo sovietico.
La storiografia filosofica fa risalire all'idealismo tedesco l'origine del problema e il saggio di Löwith si inserisce in questa direzione. Scritto nel '39, lo stesso anno in cui l'autore pubblica una complessa indagine storico-filosofica sulle articolazioni di quella origine (Da Hegel a Nietzsche. La frattura rivoluzionaria nel pensiero del XIX secolo, Sendai 1939), il saggio riflette sulla dissoluzione dello spirito europeo a seguito dell' "ultima guerra" (oggi per noi la prima guerra mondiale) e della presa del potere da parte di Hitler qualche anno prima della composizione dello scritto. Le origini letterarie del fenomeno sono rintracciate da Löwith nella poesia e nella letteratura. Flaubert, Dostoevskij, Baudelaire, Heine sono tra gli esponenti massimi della cultura fin de siècle, che dipingono la formazione spirituale del nulla. La filosofia posthegeliana invece già con Feuerbach, Marx e Kirkegaard viene letta come il tentativo di pensare il nichilismo nel suo proprio fondamento, in quanto presupposto e risultato della civiltà cristiano-borghese.
Nel corso del Novecento il maggior interprete del pensiero nichilistico è scorto in Martin Heidegger, maestro dell'autore, la cui omogeneità spirituale con l'ideologia nazionalsocialista è impietosamente indagata mediante un intreccio di posizioni speculative e personali. Löwith fa coincidere la "scelta esistenziale" pensata da Heidegger col vincolo che lega il singolo al Führer -tematica ripresa in Italia da Paolo Prodi nel suo studio sul giuramento politico e più volte discussa a Trento.
Secondo Löwith anche la riflessione di Nietzsche aveva aperto la strada al terzo Reich ma con una differenza essenziale. Mentre Nietzsche, con la dottrina dell' "eterno ritorno" aveva pensato il nichilismo come principio filosofico, Heidegger, invece, pensa il principio filosofico come nichilismo. In Essere e tempo riconduce ogni principio o valore alla fattualità dell'esistere. L'esistenza di fatto, i rapporti di forza si presentano come destino della volontà, allo stesso modo di come la tecnica si pone come destino dei valori.
Nel chiudere il volume al lettore viene di chiedersi "Quanto è lontano il nichilismo da noi?" e sorge subito l'associazione con la domanda rivolta alla sentinella nel Libro di Isaia: "Sentinella quanto dura la notte?" E la sentinella risponde: "Verrà il mattino, poi ancora la notte. Se volete domandare, tornate un'altra volta".


[
Karl Löwith, Il nichilismo europeo, a cura di C. Galli, Laterza, Roma-Bari 1999, L. 20.000]