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  l'intervista  
La filosofia oggi
Intervista a Paolo Rossi di Katia Ruaben, studentessa di Lettere e Filosofia

La Facoltà di Lettere e Filosofia di Trento ha ospitato dal 5 al 17 marzo scorso, su invito di Paola Giacomoni, docente di storia della filosofia moderna, il professor Paolo Rossi, una delle voci più autorevoli del panorama filosofico internazionale, che ha tenuto un ciclo di lezioni dal titolo: "Dal mondo magico alla filosofia meccanica: l'idea di natura e l'idea di progresso". Con lui abbiamo scambiato qualche battuta.

Qual è il significato e il valore di studiare e di occuparsi, oggi, di filosofia?

È un grande valore sempre e soprattutto oggi. Sarei tentato di dire che è più significativo e importante ora di quando ho cominciato io. I problemi sono cresciuti, il mondo si è reso più complesso e davanti alla sua comprensione le soluzioni semplici falliscono sempre e ancora di più quelle mitologiche fondate su eccessi di speranza e di trasformazione totale dell'uomo. In una situazione di disagio e di difficoltà il richiamo e la considerazione del carattere plurimo dei problemi, dell'assenza di soluzioni facili è una grande ricchezza data dalla filosofia; è una lezione grande che i classici ci danno sempre, basta leggerli. Con le soluzioni facili, antifilosofiche per eccellenza, bisogna ricordare che il mondo rischia molto, visto che queste possono avere ripercussioni non prevedibili. Indubbiamente la filosofia ci mette a confronto con il senso di precarietà e di complessità e lo insegna ai giovani che vi si accostano. Una prova valida di questo è rappresentata dal fatto che i laureati in filosofia sono il secondo gruppo dei più occupati, questo mi fa ben sperare.

Se e come è cambiato il rapporto degli studenti con la filosofia, alla luce della sua esperienza?

Non ho notato una differenza molto rilevante. È cambiata invece la struttura della nostra università, diventata università di massa e costruita in modo tale da creare una separazione troppo forte tra studenti bravi e non.

Emergono solo i bravissimi e il pericolo è che rimanga una medietà più vicina al negativo. Essere uno studente di mezzo crea una situazione insoddisfacente. Ironia della storia: quando si è creata una università in nome dell'egualitarismo si è favorita invece una forte differenza tra gli studenti.

Una sua riflessione su questa esperienza trentina.

Piacevole, interessante. Ho abitato in centro vivendo pienamente l'atmosfera di Trento. Un posto dove si incontra una notevole gentilezza, una bella città dal punto di vista storico artistico e non solo, tenuta magnificamente anche al confronto di Firenze. Tornerei volentieri anche se non era la mia prima visita in Trentino.