Un Centro sul cattolico Rosmini,
un convegno sull'eretico Bruno
È nato presso l'Università di Trento, il
"Centro Universitario di Ricerca su Antonio Rosmini e la storia del pensiero filosofico
in Italia", che riunisce studiosi di diverse
università ed enti di ricerca. La prima
importante iniziativa
promossa dal Centro è
stata il convegno Autobiografia e Filosofia.
L'esperienza di Giordano Bruno
di Chiara Parisi, studentessa di Sociologia
Ultimo nato presso il Dipartimento di Scienze
umane e sociali dell'Università di Trento è
il "Centro Universitario di Ricerca su
Antonio Rosmini e la storia del pensiero filosofico in Italia".
Il Centro si propone di promuovere, coordinare ed eseguire ricerche
sul filosofo cattolico roveretano, sulla storia della filosofia in Italia e
nel Trentino, sulla penetrazione della disciplina nelle istituzioni e sui
rapporti che esistono nel nostro paese tra la filosofia, le scienze della religione
e le scienze umane e sociali. Organizzare lezioni, seminari, corsi,
convegni, borse e premi di ricerca, oltre che incoraggiare la formazione di
ricercatori e lo scambio e la cooperazione tra singoli studiosi e
istituzioni, sono le attività che il nuovo Centro
si propone di svolgere.
Fanno parte della consulta scientifica del Centro personalità di grande
rilievo, sia a livello nazionale che locale: fra gli altri, Giuseppe Cacciatore,
Direttore del CNR Studi Vichiani, Claudio Cesa, della Scuola Normale di
Pisa, Michele Ciliberto, Presidente dell'Istituto di Studi sul Rinascimento,
Paolo Prodi, dell'Università di Bologna, Fulvio Tessitore, rettore
dell'Università di Napoli e Francesco Traniello,
dell'Università di Torino, considerato lo studioso più significativo di
Rosmini. Esponenti della nostra Università
sono invece Giuseppe Beschin, Renato Mazzolini e Diego Quaglioni, uno
dei più accredidati studiosi del processo
di Giordano Bruno.
Direttore del Centro è Nestore Pirillo, docente di storia della filosofia
presso la Facoltà di Lettere e Filosofia
dell'Università di Trento e collaboratore
del corso di Storia del pensiero sociologico. È lui a precisare che,
anche se nel capoluogo trentino Antonio Rosmini è come
Benedetto Croce a Napoli, il Centro di ricerca non si occupa
esclusivamente del filosofo cattolico. Ne è la prova la
prima iniziativa promossa dal Centro in collaborazione con l'area
filosofica di Lettere: un convegno nazionale tenutosi a Trento dal 18 al
20 maggio presso l'ITC, sul tema Autobiografia e
Filosofia. L'esperienza di Giordano Bruno. Il
seminario, organizzato in occasione dell'anniversario dei
quattrocento anni dalla morte del filosofo eretico, ha destato qualche stupore:
perché un eretico, Giordano Bruno, e un cattolico, Antonio Rosmini, a
confronto nella città del Concilio e della
Controriforma? La risposta è semplice: il
Centro è composto da studiosi laici e cattolici, che si prefiggono di
costrui-re insieme un discorso culturale e superare così le barriere poste tra
istanze religiose e laiche.
Nei tre giorni del convegno si sono alternati relatori specialisti italiani e
stranieri. Oltre agli studiosi già citati
ricordiamo: Carla Locatelli,
dell'Università di Trento, una delle più
autorevoli esperte internazionali dell'autobiografia del filosofo, Dilwin Knox,
italianista dell'University College di Londra, Angelika Bonker-Vallon, una
"brunista" tedesca, e Leen Spruit, altro
giovane e noto studioso di Giordano Bruno. È con questa prima iniziativa che
il Centro comincia la sua attività di ricerca, sviluppando studi già avviati
gli scorsi anni in collaborazione con le Università di Pisa e Bologna, con
l'Istituto storico italo-germanico e con il Museo storico di Trento, ma anche
stimolando l'adesione di altri centri universitari, istituti di ricerca,
fondazioni e singoli studiosi che si occupano di tematiche analoghe o affini.
Nella foto: Giordano Bruno - Incisione del Seicento riprodotta da "Storia della filosofia" volume 2 di Nicola Abbagnano edizioni UTET
Giordano Bruno?
Non è che l'inizio!
di Nestore Pirillo
Il seminario che abbiamo organizzato, a partire da un noto studio di
Michele Ciliberto sul rapporto tra autobiografia e filosofia, è stata l'occasione
per un'indagine e un confronto a Trento tra filosofi, storici e letterati. Il rettore
dell'Università di Trento, Massimo Egidi, il preside della Facoltà di Lettere e
Filosofia, Gian Maria Varanini, il direttore del Centro di
studi storici italo-germanici, Giorgio Cracco, insieme
al vicesindaco della città e all'assessore della cultura di
Rovereto hanno voluto sottolineare con la loro presenza
l'importanza e la novità dell'incontro. In effetti il tema, eminentemente
filosofico, ha coinvolto un vasto pubblico, composto da
studenti e docenti di Lettere e di Sociologia, insegnanti,
intellettuali, politici, giovani studiosi della Normale di Pisa,
della Facoltà di Filosofia di Padova e teologi venuti da
Bressanone. Il primo compito del nostro seminario è stato quello di
analizzare e ricostruire Bruno come "soggetto concreto",
alla luce dei più recenti studi, segnati oggi paradigmaticamente
dalla nuova e ricchissima edizione dei Dialoghi
italiani del filosofo nolano (Milano 2000). Il secondo compito a
partire dall'esperienza di Bruno è stato quello più volte
sottolineato da Paolo Prodi, di indagare l'io moderno secondo
l'immagine, la metafora e l'analogia del tribunale della coscienza
e delle strutture pratiche, etico-giuridiche e civili che implica.
L'intreccio tra le due prospettive si è sviluppato mediante
un serrato confronto tra studiosi di diversa formazione. Un
momento centrale del seminario è stato quello che ha visto da
un lato la scuola costituitasi presso l'istituto di studi
sul rinascimento (Simonetta Bassi, Nicoletta Tirinnanzi,
Elisabetta Scapparone, Fabrizio Meroi), e dall'altra un gruppo a
più voci e transdisciplinare che è cresciuto e si è ritrovato unito
a Trento intorno alle tematiche "costituzionali" suscitate
dalle originali ricerche di Paolo Prodi. Il pensiero, la biografia e
il processo di Bruno in questo contesto sono diventate il
segno di un passaggio importantissimo per la ricostruzione di
una storia civile dell'etica filosofica europea, intesa come
processo che attraversa alle radici anche la coscienza del nostro
territorio e della nostra città, e che vede in una ideale
"conversazione civile" accomunati insieme Bruno e Vico, Rosmini
e Gentile. Lo stesso richiamo a Rosmini, proposto, non
solo organizzativamente, in questo processo al fine di superare
gli steccati che dividono astrattamente dimensione religiosa
e laica, non può non caratterizzare peculiarmente, già con
questo convegno, la riflessione filosofica a Trento.
Nelle strutture dell'università, negli spazi e nelle
iniziative che in esse si aprono, con la realizzazione della
riforma, filosofia e storia, religione e politica, filosofia e
scienze umane, pensiero sociale, già interagiscono,
scientificamente e istituzionalmente, con la crescita impetuosa e la
trasformazione e l'emancipazione degli studi umanistici.
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