no24

  visiting professor  
Dante Isella "ha fatto scuola"
Raccogliendo l'eredità di Gianfranco Contini, il grande maestro e critico letterario ha trasmesso, "sottovoce", un metodo rigoroso di indagine e la passione per gli studi
di Andrea Comboni

Dante Isella, ospite della Facoltà di Lettere e Filosofia di Trento, ha tenuto nel mese di aprile il ciclo di lezioni dedicate all'illustrazione di Aspetti, figure e testi della cultura lombarda dal Quattrocento al Novecento, nell'ambito dei corsi di Letteratura italiana e di Filologia italiana. Isella, che è stato docente di Letteratura italiana all'Università di Pavia e al Politecnico Federale di Zurigo, è uno dei maestri riconosciuti nel campo degli studi filologici e letterari. Formatosi in sedi universitarie prestigiose, quali Friburgo e Firenze (dove si laureò nel 1947), è stato tra i primi ad avvertire la carica profondamente innovativa delle ricerche di Gianfranco Contini nell'affascinante (e fino allora poco esplorato dalla cultura italiana) territorio della stilistica e della variantistica. Le lezioni di Contini nella Friburgo degli anni 1944-1945 segnarono, infatti, una svolta decisiva nella formazione di Isella, che, di recente, ha così rievocato quella fondamentale esperienza: "La nostra gioventù aveva finalmente trovato, per un tratto di dadi del montaliano Dio del Caso, un maestro, giovanissimo, assolutamente diverso da tutti i maestri già conosciuti.

Il Professor Dante Isella
(foto Vincenzo Cottinelli)
Come dire? Non soltanto un più o un meno, insomma una differenza quantitativa di sapere; ma un vertiginoso salto di qualità. E avevamo potuto ascoltare, fra gli altri (ciascuno non dimenticabile né mai dimenticato), un suo corso sulla Stilkritik (la Vienna di Freud, Vossler e soprattutto lo Spitzer gran seduttore delle Stilstudien): energico propellente di sterminate, voraci letture, da Rabelais a Proust, e a tanti altri". La stilistica e la variantistica continiane, fondate sulla concretezza di un'analisi strutturale e sistematica della lingua e dello stile degli autori, hanno costituito un punto di riferimento stabile e sicuro per le ricerche di Isella, a partire dalla tesi di laurea su La lingua e lo stile di Carlo Dossi (pubblicata nel 1958 dall'editore Ricciardi), in cui s'indagano la genesi e l'evoluzione della scapigliata ed eversiva prosa del Dossi. Con questo saggio ha inizio quel complesso ma affascinante lavoro di ricognizione e di scavo nel territorio delle lettere lombarde a cui Isella (mettendo a frutto la fondamentale lezione di Geografia e storia della letteratura italiana di Carlo Dionisotti) si è dedicato con rigore e passione e che costituisce il centro della sua attività di studioso. Le tappe fondamentali di questo lungo viaggio nella letteratura di Lombardia, "una delle regioni più inquietamente mosse e fantasiosamente espressive della nostra geografia letteraria" (Isella), sono rappresentate da una ragguardevole serie di edizioni critiche e, spesso, riccamente commentate di opere di autori quali Giovan Paolo Lomazzo (Rabisch), Carlo Maria Maggi (Il teatro milanese, Le Rime milanesi), Francesco de Lemene (La sposa Francesca), Giuseppe Parini (Il Giorno, Le Odi), Carlo Porta (Le poesie, Le lettere), Alessandro Manzoni (Postille al Vocabolario della Crusca nell'edizione veronese, Tutte le Lettere), Carlo Dossi (Note azzurre, Opere), Delio Tessa (Poesie), Carlo Emilio Gadda (Opere), Vittorio Sereni (Poesie). Nell'allestimento di queste edizioni Isella si è spesso trovato di fronte ai delicati e difficili problemi che presenta l'edizione di testi in fieri o di opere attestate in più redazioni, giungendo a proporre novità metodologiche, quali la distinzione tra un apparato genetico e un apparato evolutivo per la formalizzazione della storia compositiva del Giorno (1969), e ad adottare soluzioni innovative per rappresentare la complessità di testi non giunti a una redazione definitiva, come nell'edizione del Racconto italiano di ignoto del novecento di Carlo Emilio Gadda (1983). E a queste esperienze di filologia d'autore è dedicata la raccolta di saggi Le carte mescolate pubblicata nel 1987 dalla Liviana Editrice.
Isella ha rivolto la sua attenzione anche ad autori contemporanei quali Beppe Fenoglio, Elio Vittorini, Eugenio Montale (si ricordino le edizioni commentate de Le occasioni e del carteggio Montale - Contini, pubblicate, rispettivamente nel 1996 e nel 1997). Da ricordare anche l'interesse manifestato negli ultimi anni per alcuni poeti in dialetto come i romagnoli Tonino Guerra e Raffaello Baldini o il friulano Amedeo Giacomini.
Insieme a D'Arco Silvio Avalle, Maria Corti e Cesare Segre, dirige la rivista "Strumenti critici", di cui è stato uno dei fondatori nel 1966. Tra le collane editoriali da lui dirette o condirette: i "Classici italiani" Mondadori, i "Testi e strumenti di filologia italiana" della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, la "Biblioteca di scrittori italiani" della Fondazione Bembo / Guanda Editore.
Dante Isella, ospite dell'Università di Trento, ha tenuto un corso su
Aspetti, figure e testi della cultura lombarda dal Quattrocento al Novecento.
Una accurata bibliografia dei libri e delle edizioni curate da Dante Isella è stata redatta da Pietro De Marchi e Guido Pedrojetta,
I libri di Dante Isella, Milano, All'insegna del pesce d'oro, 1993.
A Trento, come s'è detto, Isella si è occupato di Aspetti, figure e testi della cultura lombarda dal Quattrocento al Novecento: temi e argomenti di tutta la sua vita di studioso. Si deve soprattutto a lui, alle sue edizioni di autori lombardi, ai suoi saggi sugli autori prediletti (raccolti ne I Lombardi in rivolta. Da Carlo Maria Maggi a Carlo Emilio Gadda e ne L'idillio di Meulan. Da Manzoni a Sereni) se le conoscenze che si hanno della letteratura lombarda, in lingua e in dialetto, risultano oggi molto più complete ed accurate che nel passato. Nel dicembre scorso Dante Isella ha inoltre ideato e curato una interessante mostra bibliografica dedicata a La letteratura in lingua milanese dal Maggi al Porta, allestita alla Biblioteca Braidense di Milano.
Come hanno scritto i suoi allievi Pietro De Marchi e Guido Pedrojetta, "sarà anche vero che si "fa scuola" più con gli scritti che dalla cattedra, eppure a Pavia, come successivamente a Zurigo, chi aveva orecchi non si è lasciato sfuggire l'occasione di imparare. Isella ha fatto scuola: proprio con la collaborazione di ex allievi pavesi, e nel breve volgere di pochi anni, è stata portata a termine la monumentale edizione in cinque volumi delle Opere di Carlo Emilio Gadda. "Un maestro - ama ripetere Isella - può trasmettere ai suoi allievi solo la passione per gli studi e un metodo rigoroso di lettura dei testi: il metodo va appreso; la passione sa essere contagiosa, anche se, come nel suo caso, per discrezione parla sottovoce".