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Trento, un oro e un argento
Un'indagine del Censis assegna a Trento il secondo posto tra tutte le università italiane e il primo tra i "piccoli atenei"
di Paolo Bari

Trento è entrata nell'Olimpo degli atenei italiani. L'indagine "La Repubblica-Censis" colloca infatti la nostra università al secondo posto assoluto della classifica (preceduta solo da Bologna) e al primo nel settore dei piccoli atenei (quelli compresi fra 10.000 e 20.000 studenti). Brillano in particolare la qualità dei servizi, il livello della ricerca, l'intensità dei rapporti internazionali, il favorevole ambiente cittadino. Le Facoltà di Sociologia, Economia, Giurisprudenza ed Ingegneria raggiungono punteggi di assoluta eccellenza.
La soddisfazione delle autorità accademiche - rettore e presidi - è evidente e scontata. Sebbene più critici, anche gli studenti concordano con l'indagine del quotidiano romano. La capacità innovativa e le dimensioni ottimali hanno infatti trasformato l'Università di Trento da defilata sede di periferia ad ateneo di prestigio, alla pari (se non più in alto) di centri ben più rinomati e riconosciuti. Come tutte le inchieste, anche quella realizzata dal Censis per conto de "La Repubblica" si presta a differenti e talora antitetiche valutazioni. Il successo ottenuto nella prima rilevazione privata condotta in Italia rappresenta tuttavia la conferma dei buoni risultati già conseguiti in analoghe ricerche pubbliche effettuate dalla conferenza dei rettori per conto del ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica. Se i criteri di giudizio sono comunque suscettibili di rilievi, è altrettanto chiaro che le critiche non sono sempre oggettivamente fondate perché in generale provengono dai delusi. In futuro tali rilevazioni diventeranno in ogni caso abituali in Italia - come peraltro già sono all'estero - e rappresenteranno un utile strumento di orientamento delle potenziali matricole.
L'inchiesta ha utilizzato numerosi indicatori. Per la produttività si è tenuto conto del numero dei laureati in corso e dell'età media dei fuori corso al momento della laurea. La capacità di attrazione dipende soprattutto dal rapporto studenti/studenti di facoltà omogenee e docenti/docenti di facoltà omogenee. La didattica riflette il rapporto docenti/studenti, quello ricercatori/docenti e l'offerta formativa. La ricerca del Censis ha preso in considerazione la partecipazione a progetti Cnr e Murst nonché gli stanziamenti per questo specifico capitolo di bilancio. L'adesione ai progetti comunitari, i finanziamenti alla ricerca europea, il numero di atenei partner e la quantità di borse Erasmus rappresentano infine gli indici dell'internazionalizzazione. Hanno accompagnato i dati statistici migliaia di interviste a studenti delle superiori e dell'università nonché a genitori, presidi di facoltà, presidenti degli ordini professionali e rappresentanti del mondo imprenditoriale.
Vediamo innanzitutto i risultati conseguiti dall'Università nel suo complesso. Con 805 punti su 1.000, Trento si è dunque classificata al primo posto dei piccoli atenei e al secondo assoluto. È preceduta solo da Bologna e seguita da tutte le altre 56 università italiane. Va sottolineato che Bologna e Trento sono le uniche due sedi a ottenere "cinque stelle" di merito. Nella hit parade del prestigio (relativa al voto dei presidi di facoltà) il nostro ateneo conquista il quinto posto assoluto. La qualità della città viene giudicata eccellente, buono il sito Internet, interessante il progetto di doppia laurea.
La scuola di sociologia costituisce il settore di prestigio mentre economia e giurisprudenza rappresentano le punte di eccellenza.
Sociologia peraltro non poteva che dominare il suo settore; il primo posto dipende dagli ottimi piazzamenti in tutti i parametri e in particolare nell'attrattiva, nella didattica e nella ricerca. Economia ha raggiunto un ottimo quarto posto grazie a ricerca ed internazionalizzazione. Nel suo ambito disciplinare, Ingegneria è quinta in Italia per merito ancora della ricerca e dei rapporti internazionali. Giurisprudenza ottiene il "bacio accademico" (per il terzo posto assegnato dai presidi di facoltà) e l'ottava posizione nella graduatoria assoluta; anche in questo caso viene segnalata l'intensità dei rapporti internazionali. Ventesimo posto invece per Lettere e ventiquattresimo per Scienze, penalizzata dal limitato numero di corsi di laurea, nonostante la buona posizione raggiunta dai singoli corsi di laurea.
Tutto bene dunque? Niente affatto. Rettore e presidi sono pienamente consapevoli che le difficoltà iniziano adesso. Mantenere e confermare questo successo costituirà infatti l'impegnativa sfida per il futuro. La qualità di un ateneo (come di ogni concorrente che partecipa ad una gara) si misura con la capacità di rimanere in vetta alle classifiche per un tempo piuttosto lungo e non per episodiche apparizioni. Sebbene per ora concordi nel giudizio, gli studenti sono attenti e pronti a segnalare eventuali cadute qualitative che smentirebbero i successi fin qui raggiunti.