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 università e territorio 
Un museo all'aperto rivaluta la cultura contadina nel suo paesaggio
Cimego: due edifici di servizio nello stile dell'architettura tradizionale trentina ricostruiti dalla Facoltà di Ingegneria
Intervista di Francesca Menna ad Antonio Frattari

Sopra: alcuni momenti della
ricostruzione degli edifici di Cimego.
Sotto: il professor Frattari
nel Laboratorio di
Progettazione Edilizia

Abbiamo sentito il professor Antonio Frattari, responsabile di un progetto del Laboratorio di Progettazione Edilizia del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell'Università degli Studi di Trento, realizzato su incarico diretto del comune di Cimego nell'ambito del progetto europeo Leader II Azione C.7.2: "Inventario, restauro e valorizzazione di edifici storici, di siti e percorsi rurali di interesse turistico, ricreativo e sportivo nel percorso di fondo valle".

Professor Frattari, ci può spiegare brevemente in che cosa consiste questo progetto?

Si tratta della ricostruzione di due edifici di servizio dell'architettura tradizionale del Trentino da porre in un museo open air nella parte alta del Sentiero Etnografico Rio Caino nella Valle del Chiese nei pressi di Cimego (Trentino Occidentale). Il museo conterrà sette edifici rappresentativi dell'architettura tradizionale del Trentino.

Com'è nata questa idea?

Nel passato abbiamo fatto diverse ricerche sui musei open air scaturite in alcune pubblicazioni e attualmente stiamo realizzando un progetto di sito Internet interattivo attraverso cui poter navigare in molti musei all'aperto di tutta Europa. In questo modo siamo diventati esperti del settore ed è per questo che il comune di Cimego ci ha chiesto di progettare la realizzazione di un museo all'aperto.

E come avete proceduto?

Abbiamo iniziato con una ricerca sulle tipologie degli edifici, puntando l'attenzione sugli edifici di servizio, cioè quelli usati come stalla o fienile. Il Trentino è stato suddiviso in quattro quadranti e in questi sono stati individuati 168 edifici campione simili per tipologia funzionale e costruttiva. Abbiamo quindi estrapolato da questo studio 7 edifici rurali di servizio che rappresentassero la sintesi significativa dell'architettura rurale di servizio in Trentino da collocare nel museo all'aperto. Con i finanziamenti del Progetto Leader II abbiamo iniziato la ricostruzione di due edifici rurali di servizio del tipo stalla-fienile di Planezzo nei pressi di Brione.
Il gruppo di ricerca (Antonio Frattari, Ilaria Garofolo, Rossano Albatici, Michela Dalprà, Pao-lo Bottura) ha eseguito i rilievi sul campo disegnando in maniera minuta i dettagli costruttivi. Poi è stata fatta una restituzione grafica più raffinata in laboratorio e infine abbiamo dato avvio al progetto per la ricostruzione realizzando anche il modello in scala 1:20 per verificare, già in fase progettuale, le possibili modalità esecutive anche con la collaborazione di un "vecchio" carpentiere della Valle del Chiese. Gli edifici sono stati ricostruiti tra aprile e luglio 2000.

Come mai si è scelta la via della ricostruzione ex-novo?

Gli edifici ricostruiti con le tecniche tradizionali, oltre a rappresentare un momento della tradizione, possono essere il veicolo per conservare metodi e tecniche costruttive in via di estinzione che, in queste occasioni, possono essere insegnate alle giovani maestranze e divenire prassi negli interventi di recupero edilizio sul patrimonio diffuso. Il museo all'aperto, fatto anche di repliche, si configura quindi come via sostenibile per scongiurare quegli interventi invasivi che sempre più spesso modificano in maniera radicale gli edifici della tradizione facendo perdere anche ai luoghi la loro connotazione.
Questo modo di operare oggi è molto sentito in Europa e la tendenza alla ricostruzione e l'addestramento dei giovani carpentieri è molto forte tanto che la Comunità Europea ha finanziato nell'ambito del Programma Cultura 2000 il progetto dal titolo "Wooden handwork/Wooden Carpentry: European restorations sites" presentato da 14 università di sette nazioni: Italia (Torino, Trento), Finlandia, Grecia, Belgio, Svezia, Norvegia, Portogallo. In questo programma il nostro laboratorio riceverà un finanziamento di circa 200 milioni.

Qual è la finalità di questa ricerca?

La finalità della ricerca è quella di conservare le tecniche costruttive tradizionali per ottenere interventi di recupero edilizio sostenibili.

Accennava prima a una ricerca che avete condotto sui musei all'aperto. Di che cosa si tratta?

Stiamo realizzando un progetto di sito Internet sui musei open air d'Europa. Il sito conterrà informazioni dalle più "commerciali" per il turista a quelle più "impegnate" per l'architetto/ingegnere che si accinge al progetto di un nuovo museo. Il sito ha un acronimo CONSERVA che sta per CONservation on Site of Exemples of Restored Vernacular Architecture. Entrando nel sito è possibile navigare e avere informazioni turistiche quali ad esempio l'indirizzo, il periodo di apertura, i collegamenti con la rete stradale, autostradale, ferroviaria, la planimetria ecc. L'architetto o ingegnere che vuole progettare e farsi una conoscenza scientifica può invece navigare richiedendo informazioni sulla costituzione, sulla morfologia, e avere informazioni raggruppate per categorie per approfondire diverse tematiche quali le caratteristiche del museo, le caratteristiche dell'ambiente naturale, le caratteristiche dell'ambiente domestico, le caratteristiche degli edifici, le diverse tipologie di percorsi che possono caratterizzare il museo stesso, la presenza di facilities.

Come avete reperito ed elaborato tutte queste informazioni?

Direttamente dai musei stessi, tramite ambasciate prima e contatto diretto poi. Abbiamo richiesto materiale ai musei e per ognuno di essi abbiamo compilato una scheda opportunamente predisposta per contenere informazioni rivolte al potenziale visitatore o al progettista. Successivamente è stata realizzata una banca dati informatizzando le schede e creando quei percorsi tematici che permettessero la consultazione delle stesse secondo diversi percorsi di ricerca e campi di interesse. La realizzazione di questa banca dati e la sua implementazione per essere consultabile e "navigabile" on line è stata svolta con la collaborazione di Michela Dalprà.