no31 unitn on-line

   università, cultura e territorio   
Osservatorio della città
La lettura di Trento fuori e dentro i musei, un progetto della Cattedra di Museografia
di Roberto Togni

Museologia e museografia sono discipline recentemente entrate negli ordinamenti dell'università italiana, conseguenza dell'avvento del nuovo concetto di bene culturale (o di patrimoine, come stigmatizzano efficacemente i francesi) non più limitato alle "antichità e belle arti", ma esteso a tutti "i segni" della storia e dell'operosità dell'uomo sulla faccia della terra. Dunque alle testimonianze di arte, artigianato, scienza e tecnica, agricoltura, miniera, archeologia, archeologia industriale, architettura del paesaggio, monumenti, ponti, strade, sentieri, trasporti, ecc.
Ci sono paesi europei, del Nord e dell'Est, come la Danimarca, l'Ungheria e la Romania stessa, in cui, da tempo il concetto di monumento è stato applicato agli stessi patrimoni naturali considerati monumenti della natura. E in Gran Bretagna fin dall'Ottocento William Morris (1834-1896) affermava: "il mio concetto di archiettura abbraccia l'intero ambiente della vita umana [...] ciascuno di noi è impegnato a sorvegliare e custodire il giusto ordinamento del paesaggio terrestre, ciascuno con il suo spirito e con le sue mani, nella porzione che gli spetta, per evitare di tramandare ai nostri figli un tesoro minore di quello lasciatoci dai nostri padri".
In Italia il Ministero dei beni culturali, recentemente esteso alle attività culturali, è assai recente, data dal 1973. Il suo principale promotore Giovanni Spadolini, nella duplice veste di storico e di politico repubblicano, lo aveva prefigurato come "un ministero affatto nuovo, agile, tecnico", salvo vederlo presto cadere nelle consuete modalità burocratiche degli apparati ministeriali romani. Lo stesso Spadolini, sollecitato da numerosi movimenti culturali regionalistici, si era ben presto accorto della necessità di una legge di riforma generale della vetusta amministrazione dei beni culturali e delle soprintendenze statali e, divenuto primo ministro, ne aveva promesso il varo entro il 1979. Ma bastò una delle numerose crisi di governo dell'epoca perché l'importante progetto culturale e amministrativo fosse rinviato e mai più attuato, quantunque ampiamente discussso, ponderato e auspicato, salvo l'ostruzionismo di certe frange di intelligentia reazionaria che paventava il decentramento regionale (Spiace dover ricordare che su tali posizioni si attardassero anche alcuni illustri intellettuali tra cui il famoso storico dell'arte Giulio Carlo Argan, diversamente da Giovanni Urbani che, pure qualificato studioso di storia dell'arte, divenuto direttore dell'Istituto Centrale del restauro, aveva constatato la necessità di inventare forme di mantenzione e di restauro decentrati. Pertanto aveva promosso esperimenti in tal senso con alcune Regioni e noi ci trovammo personalmente a far parte del gruppo di lavoro per la Lombardia, mentre Umbria e Liguria erano rappresentate rispettivamente dai colleghi Toscano e Gianfranco Bruno.
La mancata riforma delle Soprintendenze e del Ministero pesa tuttora negativamente sul nostro patrimonio, nonostante qualche lodevole, ma insufficiente e parziale aggiustamento introdotto dai recenti governi. Non a caso, oggi come ieri, sui nostri giornali si ripetono frequenti gli appelli e le denunce in ordine alle crisi ricorrenti riguardanti il patrimonio museografico, monumentale così come quello naturale e ambientale, problema stigmatizzato in numerosi libri di autori sempre attuali (Antonio Cederna, Mario Fazio, Andrea Emiliani, Pier Luigi Cervellati, ecc.).

Regioni e province autonome, quali Trento e Bolzano, hanno invece potuto sottrarsi al centralismo burocratico statale e legiferare autonomamente, approdando a concreti interventi ed a soddisfacenti traguardi quali quelli conseguiti dai numerosi musei. (Ne citiamo per brevità solo il nome: Museo degli Usi e costumi della Gente Trentina, di rilevanza europea; Museo del Risorgimento e delle lotte per la libertà, oggi aggiornato a Museo Storico; Museo Tridentino di Scienze Naturali, di lunga e consolidata tradizione scientifica e didattica; Museo Diocesano, con sede e allestimento totalmente rinnovati; Castello del Buon Consiglio, teatro di importanti restauri e mostre temporanee; Museo Aeronautico Caproni; Museo civico di Rovereto; Casa Depero; Museo d'arte contemporanea Mart, pensato a dimensione internazionale, con un grandioso e coraggioso progetto ora in cantiere. Manca invece un Museo archeologico).
In questo quadro, a metà degli anni Ottanta, il Comitato istitutivo della Facoltà di Lettere di Trento ha operato la scelta, a nostro avviso lungimirante, di introdurre nello statuto la nuova disciplina della Museografia che, attivata fin dal 1986, di fatto ha potuto essere da noi concepita a metà strada tra la museologia e la museografia, cioè comprendendo teoria e storia, nonché elementi allestitivi e gestionali dei musei, Conseguentemente la caratterizzazione della nostra attività didattica e di quella scientifica si è mossa in una direzione alquanto alternativa e sperimentale rispetto al quadro tradizionale italiano. Infatti senza ignorare la museografia artistica ed archeologica, si sono presto impostati ampi collegamenti teorici, metodologici e operativi con l'Europa, soprattutto riguardo ai musei etnografici, del lavoro dell'uomo nei suoi vari aspetti, extraurbani e urbani (miniera, industria, artigianato, agricoltura, musica popolare e colta, ecomusei, musei a cielo apertto, parchi etnografici, archeodromi, parchi archeologici, parchi naturali, parchi letterari, museografia dei centri storici).
Gli studenti non sono rimasti estranei a tali ricerche ed esperienze, perché hanno spesso potuto partecipare a seminari o sono stati accompagnati in viaggi di studio organizzati esplicitamente per loro, ad esempio in Francia (Musée Dauphinois, Grenoble; Maison des Canuts, Lyon); in Ungheria (Mezogazdasagi Museum di Budapest; Museo a cielo aperto di Szentendré; Museo della meccanizzazione agraria di Gódöllo); in Romania (Musei Astra di Sibiu, Museo del villaggio di Bucarest, Museo di Golesti, Museo etnografico di Brasov, Museo della dogana di Bran); in Olanda (Museo a cielo aperto di Enkhuizen).
Naturalmente ci siamo occupati anche di museografia artistica, archeologica, scientifico-naturalistica pertanto non sono mancate le visite alle relative più importanti istituzioni europee. Parigi: Louvres, D'Orsay, Villette, Picasso, Pompidou, Jardin des plantes, ecc.; Lione: Musée des Beaux Arts, Musée Gallo-Romain, Musée des Tissus, Musée Guimet, ecc.; Barcellona: Fondació Joan Miró, Museo de Catalunya, Nuovo museo della Scienza, Museu Picasso, Museu Marés, Museu de Historia de la Ciutat, Museu d'Art Modern, Museu des Autòmates, ecc. ; Monaco di Baviera: Alte Pinakothek, Neue Pinakothek, Antikensammlung, Glyptothek, Haus der Kunst, Bayerischenationalmuseum, Deutsches Museum; Amsterdam: Rijks Museum, Van Gogh Museum, Museo Storico della città, Stedelijks Museum; Den Haag: Museon, Museo d'arte moderna; Budapest: Szépmuvészeti Múzeum di Belle Arti, Neprajzi Múzeum di etnografia, Aquincum, Museo dei trasporti, ecc.
Accanto al filone della museografia del lavoro espressa dal binomio campagna-industria, una attenzione specifica è stata data al rapporto più ampio museo-città-campagna, titolo del corso dell'anno accademico 1989 e della relativa dispensa realizzata a Trento dalla stamperia universitaria. In essa ci eravamo ricollegati idealmente ad un saggio di Franco Minissi, Museo e città, in "Musei e gallerie d'Italia", Roma 1980, n. 8 ed avevamo sviluppato temi avviati precedentemente: R.T., Museo-città-campagna, in "Ichnusa" n. 3, Sassari dicembre 1982-gennaio 1983). A queste ricerche ed approfondimenti si rifanno le nostre più recenti ricerche sulla città di Trento e di Bolzano.

Negli ultimi anni novanta alcune specifiche circostanze hanno indotto all'approfondimento di particolari aspetti della lettura e della valorizzazione in chiave museografica aperta di ampie porzioni delle città, in particolare di Trento. Ci riferiamo a determinati scavi archeologici, all'emergere di importanti edifici di archeologia industriale (Mulino Vittoria) ed agli stimoli provenienti da luoghi storici (piazza battisti e Teatro Sociale) così come da recenti manufatti (Autosilo di via??).
Gli scavi archeologici sono quelli avvenuti in via Rosmini la cui area attigua verso Sud-Ovest è stata acquistata da parte dell'Università di Trento per ampliare la Facoltà di Giurisprudenza. Anchee l'edificio dell'ex-Mulino Vittoria, in via Verdi, è stato acquisito dall'Università ponendo problemi di riuso. Emblematico edificio di archeologia industriale con evidentissima vocazione per un uso flessibile, a scopi possibilmente culturali, espositivi o simili, abbiamo ottenuto che se ne facesse un restauro conservativo,non distruttivo. Ci è dunque sembrato, così come abbiamo prontamente segnalato (saggio su "Luoghi", n. 10, 1998), aprirsi per l'Universitá e per la cittá di Trento un'occasione importante e irripetibile per costruire insieme un nuovo e integrato polo universitario e di cultura urbana sull'asse di via Verdi, comprensivo di elementi di archeologia classica, di museografia tradizionale e di archeologia industriale. L'idea era stata anticipata in data 19 marzo 1997, con un articolo su "Alto Adige", (cfr.: Idea: un silo culturale e l'archeopolo, p. 15) in cui avevamo pubblicato un'immagine dell'autosilo di Trento sottoposta a fotomontaggio, così da trasformarsi in un silo polivalente di cultura (biblioteca, emeroteca, museo, laboratorio creativo per bambini, teatro, cinema, ecc.
Di qui quattro articolate ipotesi prontamente espresse, che vorremmo tuttora considerare fattibili: due attuabili in forma stabile, altre due in forma di strumento per usi temporanei: 1) un nuovo contenitore misto di cultura universitaria e cittadina in via verdi al Mulino Vittoria, compatibile con spazi destinati a servzi amministrativi e di socializzazione. 2) un labortatorio-osservatorio tra contemporaneità urbana e archeologia classica e medievale nelle vicinanze degli scavi di via Rosmini. 3) Un Osservatorio sperimentale di lettura della città storica e del paesaggio limitrofo dalla terrazza dell'Autosilo di Trento. 4) Un analogo Osservatorio sperimentale sulla città storica che fruise del nuovo salone panoramico posto alla sommità del Teatro Sociale, sopra il palcoscenico. Le ultime due ipotesi si fondano su recenti studi ed esperienze stranieri di valorizzazione dei "luoghi alti", les hauts lieux, quali punti strategici per meglio comprendere la città e le sue adiacenze.

Chiamare in causa il Centre Pompidou di Parigi e della Culture-House di Stoccolma per il caso di Trento sembrerebbe sproporzionato. Vale però la pena di considerare come entrambi queste note e grandiose realizzazioni abbiano incontrato un successo ben maggiore rispetto alle attese proprio grazie alla loro posizione centrale ed alla fisionomia di case di cultura polivalenti, aperte alle più svariate attività ed utenze: con sale di lettura di giornali nazionali e stranieri, spazi per bambini e per anziani, accoglienza di anziani e di immigrati, centri di documentazione, biblioteche generiche e specializzate, sale per il gioco e lo svago, per attività musicali, teatrali e cinematografiche, mediateche, mostre d'arte, servizi di accoglienza e di ristoro. Nel caso di Trento un esempio più proporzionato potrebbe venire da una delle numerose francesi Maisons de la jeunesse et de la culture o dalla Casa di cultura di Randers, cittadina dello Jutland danese: un edificio di tre piani in cui sono compresenti la sezione di arte antica e contemporanea, quella di etnografia locale, la biblioteca per adulti e quella per bambini. Vi abbiamo incontrato un anziano nonno che teneva la nipotina sulle ginocchia intento a sfogliare un libro illustrato, mentre in un angolo altri bambini giocavano compostamente o leggevano. Forse poteva lo stesso Mulino Vittoria essere interamente destinato ad una analoga Casa di cultura?

Mulino Vittoria
Edificio realizzato all'inizio del nostro secolo, con qualche pretesa estetica tipica dell'epoca (stipiti di pietra bianca, bifore, sculture terminali, torretta d'angolo), il Mulino Vittoria oggi ha certamente la valenza di monumento di archeologia industriale, cioè di testimonianza storica di una attività produttiva significativa. Opera dell'ingegner Tommaso Stolci laureatosi a Vienna nel 1903, autore di altre opere significative in Trento. Appena lo visitammo nel 1997 ci parve che i grandi spazi dei saloni presentassero una specifica vocazione ad uso pubblico, espositivo, culturale o simile. Bene conservati erano i pavimenti lignei ed i pilastri (tra i primi cementi armati introdotti in città). Ugualmente ben conservate le trabeazioni a vista del tetto.
A titolo di cronaca avevamo citato l'esempio di una recente destinazione a Museo d'Arte Contemporanea di Ginevra di una vecchia fabbrica a più piani, nel cuore della città, ripulita senza modificare gli esterni, né il cortile d'ingresso, né i serramenti, nè i pavimenti. Un agglomerato di semplici ma spaziosi ambienti in cui ben figuravano opere di grande dimensione.
Nel nostro caso avrebbe potuto accadere che una piccola parte degli spazi fosse adibita a documentazione della storia del Mulino Vittoria, includendo una sezione di storia della molinologia antica (con rimandi agli importanti studi di Giuseppe Sebesta e alla documentazione posseduta del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina). Altri spazi sarebbero stati adibiti a esposizioni, a riunioni. Forse ci poteva stare anche una porzione della vagheggiata casa di cultura.
Oggi l'edificio, fortunatamente salvato a partire dalle nostre segnalazioni del 1997 e 1998, vede la fase finale di un accurato restauro conservativo promosso dall'Università. Quanto alla destinazione d'uso ci auguriamo che, oltre alla soddisfazione di esigenze pratiche che sembrano riguardare gli uffici amministrativi universitari, si trovi il modo di un parziale uso culturale, in direzione di una migliore comprensione della storia della città.

Scavi di via Rosmini
Sono recenti gli scavi archeologici di via Rosmini che hanno rivelato un tratto di mura della città romana. É pure recente, come s'è detto, l'acquisizione da parte dell'università di un'area attigua per ingrandire la sede della Facoltà di Giurisprudenza. Ferma restando l'esigenza di tale ampliamento, fin dal 1997, quando visitammo i luoghi, ci sembrò che l'Università avesse in mano una carta importante per giocare un ruolo culturale urbano assai significativo. Perciò indicammo alcune proposte ottimali, sia pure del tutto ipotetiche. I grandi vani dei tre sottopiani già costruiti quali garage si sarebbero potuti destinare: depositi, i due inferiori. Il primo, che presenta un'altezza di cm.300, dunque è abitabile, a splendida sede di esposizioni ed a osservatorio archeologico ed urbanistico per traguardare agevolmente attraverso i grandi finestroni le mura romane che fanno bella mostra di fronte, a poco più di un paio di metri; mura che si constata essere state adoperate come fondazioni dell'edificio Istituto Sacro Cuore. La stessa rampa di discesa, anche se costruita inizialmente per le automobili, avrebbe potuto prestarsi ad un interessante "riuso" ostensivo a spirale come quelli presenti in alcuni importanti musei stranieri (Lione, per non scomodare New York). Tale discesa poteva inoltre adempiere a funzioni di carico e scarico di materiali pesanti o di percorso riservato ai portatori di handicap.
Sotto il profilo didattico e della sperimentazione scientifica, la struttura si sarebbe prestata per la creazione di un "laboratorio" di museografia urbana" specializzata nella lettura del volto antico della città. Non ultima opportunità sarebbe venuta proprio dalla attuale posizione perché lo scavo archeologico ha provocato uno spaccato della città storica, quasi un videorama: dal campanile della chiesa del Concilio di Trento, alle case-torre medievali ed ai successivi fabbricati. Poco più in là, com'è noto, via Verdi costituisce un cannocchiale preferenziale per l'osservazione della facciata romanica del Duomo e già oggi costituisce un vero asse culturale fra le sedi della biblioteca centrale, quelle delle varie Facoltà Universitarie Urbane e il significato storico dell'ex- Mulino Vittoria e dal Polo archeologico di via Rosmini.

Terrazzo dell'Autosilo e salone superiore del Teatro Sociale
Una terza e una quarta porzione di osservatorio sperimentale sulla città storica e sul paesaggio si possono idealmente prefigurate nell'Autosilo e nel Teatro Sociale di Trento. La vastissima terrazza dell'Autosilo, simile ad una nave, offre un eccezionale panorama che sembra essere costruito apposta per osservare e comprendere la cittrà in tutte le sue stratificazioni; il nuovo salone ottenuto alla sommità del Teatro Sociale, sopra il palco scenico, a seguito dei recenti restauri (progettista l'architetto Sergio Giovanazzi). guarda su piazza Battisti e si protende pure sul lato opposto realizzando un secondo panorama a 360°.
Entrambi questi luoghi ci sembrano prefigurare quell'uso che oggi si teorizza e si sperimenta in talune città straniere, sulla base di ricerche e di corretti studi che attestano l'interesse rappresentato dai "luoghi alti", les hauts lieux, quali punti strategici per meglio leggere e comprendere la città e le sue adiacenze. Una concezione nella quale ci conforta l'autorevole consenso di noti studiosi quali il geografo Eugenio Turri e l'urbanista Marcello Vittorini, professore emerito dell'Università La Sapienza di Roma, autore di uno dei piani urbanistici della Città di Trento.

APPUNTI DI BIBLIOGRAFIA
AA. VV., Il museo chiude: Atti del Convegno indetto dal Comitato Italiano Icom, Venezia, 1984.
AA.VV., Il luogo del museo, Marsilio, Padova, 1987.
AA.VV., Per la salvezza dei beni culturali in Italia, Atti dclla Commissione parlamentare Franceschini, 3 voll., Roma, 1967.
BENEVOLO Leonardo, La progettazione della città umana, Laterza, Bari, 1977.
BRANDI Cesare, Teoria del restauro, PBE, 1977.
BROWN M., Il museo oggi, Hoepli, Milano, 1965
CARANDINI Andrea - CEDERNA Antonio - INSOLERA Italo - PRATESI Fulco, La difesa del territorio, Milano, 1976.
CEDERNA Antonio, I vandali in casa, Bari 1956.
CEDERNA Antonio, La distruzione della natura in Italia, Milano, 1983 (1˚ ediz. 1974).
CEDERNA Antonio, Mirabilia urbis, Einaudi, Torino, 1965.
CEDERNA A., Italo Insolera, Fulco Pratesi, La difesa del territorio, Milano, 1976.
CEDERNA A., La distruzione della natura in Italia, Milano 1983, 3^ edizione.
CERVELLATI Pier Luigi (a cura di ), Bologna centro storico, catalogo della mostra, Bologna 1970.
CERVELLATI Pier Luigi, La città post-moderna, Einaudi, Torino, 1985.
EMILIANI Andrea, Dal museo al territorio, Alfa, Bologna, 1974.
EMILIANI Andrea, Per unapolitica dei beni culturali, Einaudi, Torino, 1974.
EMILIANI Andrea, Una politica dei beni culturali, Torino 1974.
FAZIO Mazio, I1 destino dei centri storici, Firenze, 1977.
GAMBI Lucio, I musei della cultura materiale, in "Campagna e industria. I segni del lavoro", TCI, Milano, 1981.
GAMBI Lucio, Una geografia per la storia, Einaudi, Torino, 1973.
GIOVENALE Fabrizio, Come leggere la città, La Nuova Italia, Firenze, 1977.
MINISSI Franco, I1 museo degli anni ottanta, Roma, 1983.
NEGRI Antonello, NEGRI Mmassimo, PAVONI Rosanna, I1 nuseo cittadino, Roma, La Nuova Italia Scientifica, 1983.
OLIVIERI M., Come leggere il territorio, La Nuova Italia, Firenze, 1978.
PIANO Renzo, ARDUINO M., FAZIO Mario, Antico é bello, Laterza, Bari, 1980.
SALERNO LUIGI, Musei e collezioni, in "Enciclopedia Universale dell'Arte", Roma, 1963.
SAMON_ G., L'urbanistica e l'avvenire della città, Laterza, Bari, 1975.
SAMONA G., Piano urbanistico del Trentino, Marsilio Ed., Padova, 1968.
SCHLOSSER JUKIUS, Raccolte d'arte e di meraviglie del tardo Rinascimento, (1904), edizione italiana UIA, Firenze, 1978.
SERENI Emilio, Storia del paesaggio agranio italiano, Lateerza, Bari, 1961.
SPADOLINI Giovanni, Beni culturali. Diario Interventi Leggi, Vallecchi, Firenze 1976.
TAYLOR F.H., Artisti, principi e mercanti; storia del collezioni.smo da Ramsete a Napoleone, Einaudi, Torino, 1954.
TOGNI Roberto - FORNI Gaetano - PISANI Francesca, Guida dei musei etnografici italiani, Leo Olschki, Firenze, 1997.
TOGNI Roberto - ROSSARI Augusto (a cura di) et alii (Sicoli Sandra, Nicolini), Verso una gestione dei beni culturali come servizio pubblico, Garzanti-Regione Lombardia, Milano, 1978.
TOGNI Roberto, Chi difende meglio i beni culturali, in "Corriere della Sera" 28.1.1977. Musei in Lombardia, Quaderno della regione Lombardia, numero monografico, 1978. In difesa del territorio e della cultura alpina: vent'anni di attività dell'Associazione Amici di Bormio e della Valtellina, All'insegna del pesce d'oro-Scheiwiller, Milano, 1979. Per una museologia delle culture locali, Diparlimento di Storia della Civiltà Europea, Facoltà di Lettere, Trento 1988. La problematica attuale dei beni culturali, nel volume "Castelli Palazzi Musei", a cura di F. Demarchi, Reverdito Trento 1989; Per una museologia delle culture locali, Trento 1988; Musei del territorio attualità del passato, Trento 1993, pp. 157; Attualità dei musei agricoli nel mondo, Atti del CIMA X, Trento 1996, pp.200; Musalp, Trento 1998; Beni culturali e musei in Italia, in "Luoghi", n. 8, Trento 1997; Musei e beni culturali del Trentino, in "Luoghi", n.10, Trento 1998.

ALCUNI RIFERIMENTI A INCONTRI, SEMINARI E CONVEGNI
Tra i principali seminari e congressi da noi organizzati o alla cui realizzazione abbiamo portato uno specifico contributo di organizzazione e di contenuti si citano: Seminario del Présidium dell'Association Internationale des Musées d'Agriculture, cattedra di museografia, Trento 1986; Seminario residenziale su Cultura e musei delle Alpi, presso la Fondazione Uomo Natura di Acquacalda, Svizzera, 1991, in occasione del "Settecentesimo della Confederazione Elvetica"; Creazione el gruppo internazionale di lavoro intitolato Musalp: Alpi, Carpazi, Pirenei, cattedra di museografia di Trento, 1991; X˚ Congresso mondiale dei musei di agricoltura Icom-Unesco, cattedra di museografia di Trento, Trento 1992; Seminario presso il Museo a cielo aperto di Sibiu-Romania, 1993; XI˚ Congresso mondiale dei musei di agricoltura Icom-Unesco, Nitra, Repubblica Slovacca, 1995; Premières colloques des musées d'éthnographie d'Europe, (partecipazione alle riunioni preparatorie presso Musée ATP di Parigi, Museo etnografico di Vienna, Musée Dauphinois di Grenoble); Colloquio sulla Mobilità delle popolazioni alpine, a cura della Associazione storici delle Alpi e del Musée Dauphinois, Grenoble, 1995; Convegno Faust e Sebesta, Trento, 1997; Convegno Agricoltura, Musei e trasmissione di saperi, Verona 1997; XII˚ Congresso mondiale dei musei di agricoltura Icom-Unesco, Szreniawa-Polonia, 1998; Collaborazione alla ricerca coordinata da Alberto Quadrio Curzio, Valtellina profili di sviluppo 1998, per la parte Il patrimonio civile, artistico e museale, Sondrio 1998; Adesione all'atto di fondazione di Rete Montagna, presso la "Fondazione Angelini", Belluno 2000; Collaborazioni varie con il Comitato italiano Icom, Milano, con l'Associazione Nazionale Musei Italiani, Roma, e con vari musei trentini e italiani; Adesione all'atto di fondazione di Isalp, "Istituto per la storia delle Alpi", organismo nato presso l'Università di Lugano, autunno 2000; Avvio di collaborazione con l'associazione "La Fabbrica del tempo", in occasione del Convegno Il tempo delle fabbriche-Alumix, archeologia industriale a Bolzano, ottobre 2000.

Nelle foto, dall'alto in basso:
interno del Mulino Vittoria,
zona archeologica in via Rosmini
,
sala prove del Teatro Sociale