no34

   personaggi   

Il Dalai Lama all’Università di Trento
La più alta carica spirituale e politica del buddismo nominato professore onorario dell’ateneo

di Katia Ruaben

In occasione della visita in Trentino di Tenzin Gyatso, quattordicesimo Dalai Lama, l’Università di Trento e l’Istituto Trentino di Cultura (ITC) hanno reso omaggio a Sua Santità con una cattedra ad honorem e con la presentazione di una fellowship internazionale durante una solenne celebrazione tenutasi il 29 giugno all’Auditorium Santa Chiara.
 L’evento, a cui hanno partecipato non solo il mondo accademico e culturale ma numerosissimi cittadini, è stato aperto da un concerto di musica tradizionale tibetana seguito dal saluto di Gianni Bonvicini, presidente dell’ITC, e dal benvenuto del direttore dell’ITC-isr, Antonio Autiero, il quale ha presentato le future iniziative del centro nel campo delle attività religiose. L’ITC-isr ha istituito, infatti, una International Visiting Fellowship in Religious Pluralism nell’ambito della quale saranno ospitati, per approfondire tematiche religiose, studiosi di fama internazionale tra i quali il professor Christian Troll di Berlino, che si occuperà del rapporto Islam-cristianesimo, e Daniel Scheidegger che studierà i temi di ritualità, musica e ontologis nel buddismo tibetano.
La prolusione di Warren Reich, professore emerito di bioetica alla Georgetown University di Washington, ha analizzato la crisi dei sistemi etici basati su criteri utilitaristici ed ha evidenziato la centralità del concetto di vulnerabilità, che impone all’uomo di prendersi cura del proprio simile in difficoltà riconoscendo come potenziale anche per se stesso la situazione del bisogno, riallacciandosi così alla missione e al messaggio di pace portato avanti dal Dalai Lama.
Il professor Roberto Toniatti ha illustrato le iniziative dell’Università di Trento nel campo della pace e infine il rettore Massimo Egidi ha conferito al Dalai Lama, a nome della comunità accademica trentina, il titolo di professore onorario per il suo messaggio di speranza, pace, tolleranza e amore per l’umanità, ricordando che l’accettazione del diverso e l’apertura mentale sono la base della ricerca come degli insegnamenti di Sua Santità. Il rettore ha anche annunciato l’istituzione di una International Chair, una cattedra internazionale attribuita a rotazione a docenti che si sono distinti in ambito internazionale per gli studi sulla pace.
La cerimonia è stata chiusa dall’atteso intervento del Dalai Lama che ha ringraziato più volte Università e ITC per i titoli ricevuti e ha ribadito l’importanza nella situazione politica odierna, in cui tutti i popoli sono interdipendenti e le nazioni strettamente legate le une alle altre, di iniziative che studiano le tradizioni religiose e culturali diverse dalle proprie; con l’istituzione di questa fellowship sono state create le basi perché si possa trovare un punto d’incontro tra i popoli.
 Nel suo discorso il Dalai Lama ha poi sottolineato la ricchezza della cultura tibetana e l’importanza del suo studio che dovrebbe abbracciare la tradizione antica, le cinque scienze principali (logica, scienze artigianali, medicina, grammatica e scienza interiore) e le cinque secondarie ed ha ricordato che la filosofia buddista non è solo un insieme di nozioni, ma insegna a meditare e a praticare la contemplazione, abbraccia la psicologia e le neuroscienze.
Il rapporto tra scienza e filosofia buddista non dovrebbe essere univoco, a suo parere, ma integrato: il pensiero tibetano è comprensibile in maniera più completa grazie alle moderne scoperte scientifiche, ma anche gli scienziati possono trovare un nuovo approccio e nuove prospettive di studio grazie alla concezione orientale.
Nel suo intervento Sua Santità ha poi sottolineato che, nonostante le differenze culturali e ambientali, un orientale e un occidentale sono molto simili sia dal punto di vista emozionale che comportamentale, e che è quindi da sfatare ogni pregiudizio e ogni barriera tra le due culture considerate a torto antitetiche.
Il Dalai Lama si è poi dichiarato d’accordo con gli studiosi che l’hanno preceduto sulla necessità di fondare un’etica libera da ogni condizionamento e che esuli da qualsiasi costrizione religiosa; ha ribadito la necessità del singolo di allargare la propria consapevolezza per poter capire quale cambiamento interiore porterà ad una felicità non solo egoistica, ma che consideri anche coloro che sono intorno a noi.

La personalità di Tenzin Gyatso, che ha ricevuto nel 1989 il Nobel per la pace, ha colpito tutti i presenti per la calma e la serenità che sa esprimere, suscitando insieme una sorta di venerazione, ma ha stupito anche per la simpatia e la sagacia dimostrate durante l’intervento.

Nelle foto: il rettore Massimo Egidi consegna l’attestato di professore onorario al Dalai Lama; Warren Reich, Antonio Autiero, Roberto Toniatti.