no35

   ricerca   

Il "bloom" di una microalga
di Graziano Guella

Il nostro gruppo di ricerca opera all’interno del Laboratorio di Chimica Bioorganica del Dipartimento di Fisica ed ha come tema centrale della propria attività la chimica dei prodotti naturali. Scopo prioritario del nostro lavoro è riuscire ad isolare nuove molecole da processi metabolici naturali e portare le conoscenze chimiche maturate su questi prodotti in un campo applicativo concreto (farmacologico, biotecnologico ed ambientale). Per poter isolare e caratterizzare nuove molecole occorre innanzitutto essere in grado di risolvere strutture complesse da quantità esigue di materiale facendo un uso sinergico di strumenti chimico-fisici (spettroscopici e computazionali) e strumenti classici della chimica organica come la sintesi totale, la sintesi di composti modello, lo studio di reattività e stabilità del prodotto isolato. La nostra attenzione si sta sempre più indirizzando nella ricerca di fonti da cui isolare questi metaboliti verso le cosiddette “fonti naturali rinnovabili”, in particolare verso quei gruppi di organismi unicellulari, soprattutto eucariotici (per esempio i protozoi ciliati), che si prestano alla coltura di laboratorio e che quindi rappresentano in senso stretto dei veri e propri sistemi biotecnologici. La partecipazione al progetto SALTO risulta quindi perfettamente in linea con le nostre competenze scientifiche e rappresenta, almeno per la nostra unità, la continuazione di un lavoro iniziato lo scorso anno in collaborazione con la Sezione di Limnologia e Algologia del Museo Tridentino di Scienze Naturali di Trento (dottor Marco Cantonati) sulle stesse problematiche in relazione allo studio del dinoflagellato Glenodinium sanguineum. Il contributo primario che la nostra unità è chiamata a dare al progetto complessivo è di mettere a punto una procedura analitica, rigorosa ed affidabile, per il riconoscimento quali e quantitativo di tutti i metaboliti (fotosintetici e non-fotosintetici) biosintetizzati da questo microrganismo sia nelle varie fasi del suo ciclo vitale sia quando le condizioni ambientali di coltura (in situ oppure in vitro) vengono mutate. Questa è un’informazione fondamentale per capire quali sono i fattori che, da molti anni ormai, stanno impedendo la manifestazione di questo affascinante fenomeno naturale; come ben noto, questo fenomeno di arrossamento era dovuto ad una sovrapproduzione metabolica di alcuni pigmenti durante la fase di “bloom” della microalga. L’interdisciplinarietà dell’approccio complessivo al problema, che è una peculiarità del progetto SALTO, sarà di importanza fondamentale per il successo delle nostre ricerche che ci vedranno lavorare in stretto contatto con scienziati di altre discipline e di molte altre istituzioni. Le difficoltà che ci aspettano sono rilevanti ma il fascino di partecipare ad un progetto di ricerca deriva anche, in qualche modo, da quel senso di sfida intellettuale insito nella volontà di comprendere e razionalizzare fenomeni difficilmente spiegabili.

Nella foto: microalga vista al microscopio