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   ricerca   

Il comportamento dei piccoli laghi alpini
di Alberto Bellin

Il Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale contribuisce al progetto SALTO attraverso tre gruppi di ricerca che svolgono la propria attività all’interno del Laboratorio di idraulica occupandosi di idrologia, idrodinamica e fisica dell’atmosfera, con particolare interesse alle tematiche connesse con la difesa del suolo e lo studio dei fenomeni naturali tipici dell’ambiente montano. Al progetto offriamo competenze nello sviluppo di modelli per lo studio dei deflussi e del trasporto dei contaminanti nelle formazioni naturali, nell’individuazione delle caratteristiche idrotermodinamiche dei laghi, nonché nella quantificazione dell’effetto che il vento esercita sulle correnti e sulla distribuzione di temperatura all’interno degli specchi lacustri.
Il Dipartimento lavora alla determinazione della circolazione delle acque all’interno del lago, alla quale è necessario associare la distribuzione della temperatura, ed anche agli studi idrologici e meteorologici necessari alla quantificazione delle sollecitazioni esterne. Gli studi, finalizzati alla determinazione del bilancio idrologico e dei nutrienti che arrivano al lago, si avvalgono delle campagne di misura condotte dal Museo Tridentino di Scienze Naturali e quindi richiedono una stretta collaborazione fra i gruppi di ricerca che si occupano dell’elaborazione dei modelli e dell’esecuzione delle misure. Le forzanti meteorologiche esterne sono infine indagate attraverso opportune attività sperimentali di campo alle quali verranno associate simulazioni specifiche per la determinazione dei moti di valle. Gli obiettivi che il Dipartimento si pone, partecipando a questo progetto di ricerca, riguardano la comprensione e la successiva quantificazione dei meccanismi che controllano l’apporto e la distribuzione dei nutrienti all’interno del lago. Il comportamento idrodinamico dello specchio lacustre merita un’analisi approfondita, soprattutto in relazione agli effetti esercitati sulla distribuzione del carico trofico (azoto, fosforo e loro derivati) in arrivo dagli immissari e dagli afflussi sotterranei. Il comportamento dei piccoli laghi alpini è infatti dettato dall’intreccio esistente fra le condizioni meteorologiche locali, fra le quali spicca il ruolo del vento, dei deflussi superficiali e sotterranei e del regime termico dell’ambiente esterno. Tutte queste azioni, per la maggior parte esterne al corpo idrico, sono in grado di modificare il comportamento dei nutrienti all’interno del lago, sia attraverso variazioni nella quantità in arrivo, che attraverso modifiche nella loro distribuzione indotte da cambiamenti nel regime idrotermodinamico della massa liquida. Dallo studio si attendono informazioni quantitative sulla distribuzione attuale dei nutrienti all’interno del lago e su quella che verosimilmente ha caratterizzato il periodo in cui la fioritura era ben evidente, per comprendere se eventuali riduzioni del carico trofico, intervenute a causa del progressivo abbandono degli alpeggi d’alta quota, abbia potuto influire sul fenomeno dell’arrossamento.

Nella foto: tecnici del Museo Tridentino di Scienze Naturali durante i rilevamenti