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   innovazione didattica   

Sinergia Trento - Verona
Nasce la Scuola di specializzazione per le professioni legali
Intervista di Marinella Daidone a Carlo Zoli

Da quest’anno c’è una nuova opportunità di formazione per chi intraprende la strada delle professioni forensi: nascono, infatti, in molti atenei le Scuole di specializzazione per le professioni legali autorizzate dal decreto interministeriale del MURST (ora MIUR) e del Ministero della Giustizia dell’8 giugno scorso, poi integrato dal successivo decreto del 25 luglio. Le Università di Trento e di Verona hanno scelto da subito di convenzionarsi per attivare la Scuola di specializzazione; ne parliamo col direttore, Carlo Zoli.

Professor Zoli, come è nato l’accordo per attivare la Scuola di specializzazione per le professioni legali di Trento e Verona ?
La Scuola di specializzazione per le professioni legali nasce sulla base di una convenzione tra le Università di Trento e di Verona ed è l’unico caso in Italia di convenzione paritaria tra due Facoltà di Giurisprudenza di due diversi atenei. La filosofia di questo accordo risponde a una volontà di collaborazione tra i due atenei, ed in particolare tra le due Facoltà di Giurisprudenza della valle dell’Adige, le quali non sono, e non si considerano, in concorrenza tra di loro, ma che, attraverso forme di sinergia e di cooperazione, possono arricchire le proprie competenze e la propria offerta didattica. Entrambe le Facoltà sono in espansione, anche come numero di iscritti, e hanno deciso di mettere insieme le forze per fornire un prodotto il più possibile qualificato. In questa logica la Scuola ha già ottenuto il coinvolgimento degli Ordini forensi di Bolzano, di Rovereto, di Trento e di Verona, dei Consigli del notariato, della Corte d’Appello di Trento e del Tribunale di Verona.

Lei ha sottolineato che la convenzione è paritaria, ce ne può illustrare le modalità ?
La Scuola ha sede amministrativa alternativamente per il primo biennio a Trento e per quello successivo a Verona, ed è legata al direttore, che per i primi due anni sarò io; vicedirettore è il professor Girolamo Sciullo, della Facoltà di Giurisprudenza di Verona. Sarà un docente di Verona a dirigere la scuola nel secondo biennio. Il consiglio direttivo è composto da dodici membri: sei professori universitari - tre di Trento e tre di Verona - , due magistrati uno della Corte d’Appello di Trento e uno del Tribunale di Verona, due notai e due avvocati, anch’essi scelti con lo stesso criterio. Questo per garantire una composizione del tutto paritaria, con riguardo sia alla provenienza geografica, sia alle componenti accademiche e non. Anche per la didattica ci si è attenuti allo stesso spirito di cooperazione e di alternanza: le lezioni si svolgeranno a Trento il lunedì e a Verona il venerdì, mentre il mercoledì si terranno a Trento o a Verona in videoconferenza, in modo da ridurre il disagio dello specializzando in tema di mobilità.

Quali sono le finalità della Scuola ?
L’obiettivo della Scuola è quello di formare alle professioni di avvocato, di magistrato e di notaio, garantendo, nello spirito della legge Bassanini istitutiva delle scuole (legge 127/1997), una formazione comune per coloro che poi eserciteranno una delle tre diverse professioni legali. Si tratta quindi di far sì che gli specializzati possano sostenere con successo l’esame da avvocato e i concorsi da notaio o da magistrato e svolgere poi al meglio la professione prescelta.

Cosa ci può dire dell’attività didattica ?
La didattica sarà diversa da quella dei corsi universitari poiché non è finalizzata a fornire un semplice supplemento di preparazione teorica, ma piuttosto a preparare futuri professionisti. Avremo quindi un’attività didattica per casi, con esercitazioni pratiche e con processi simulati, che sarà svolta non soltanto da professori universitari, ma anche da magistrati, notai e avvocati, con una stretta collaborazione tra le diverse componenti della scuola, accademiche e non. Questa collaborazione si estende anche all’attività di tutorato: per ogni materia saranno individuati dei tutor che seguiranno gli specializzandi, sia in aula sia nella preparazione e nella correzione dei pareri e degli atti giudiziari o notarili, atti che gli specializzandi verranno chiamati a redigere, proprio nella logica della formazione professionale. Le materie d’insegnamento sono quelle previste dal decreto ministeriale: vorrei sottolineare che verrà data particolare enfasi alla deontologia professionale, come materia di insegnamento. A partire dal secondo anno avremo due distinti indirizzi: uno giudiziario-forense e l’altro notarile. In questo primo anno le lezioni avranno inizio a febbraio e, dopo una pausa estiva, termineranno a settembre; un calendario particolare non imputabile a ritardi da parte delle Facoltà ma piuttosto all’iter ministeriale di attivazione delle scuole, che tra l’altro ha fissato la prova di ammissione al 18 dicembre. La prova, che sarà identica per tutto il territorio nazionale, consisterà nella soluzione di quesiti a risposta multipla su argomenti di diritto civile, penale, amministrativo e processuale.

Chi può accedere alla scuola e quali cambiamenti sono previsti dopo l’attuazione della riforma universitaria ?
Attualmente sono ammessi al concorso coloro che sono in possesso del diploma di laurea in giurisprudenza o che comunque lo conseguiranno entro il 17 dicembre 2001.
Con la piena attuazione della riforma universitaria saranno ammessi coloro i quali avranno conseguito la laurea specialistica, dopo aver svolto 5 anni di studi giuridici. La Scuola continuerà a svolgere la sua funzione, ma da biennale diventerà annuale.

Gli specializzandi dovranno ugualmente svolgere i tirocini professionali previsti per legge ?
La frequenza della scuola per ora, in mancanza di un decreto ministeriale da tempo atteso e previsto dalla legge Bassanini, che dovrebbe stabilire il valore del diploma della scuola, non esonera dalla pratica forense e notarile. Per altro l’attività della scuola prevede l’obbligatorietà di stages e di tirocini di addestramento professionale. Con gli Ordini professionali abbiamo concordato che gli specializzandi svolgano la prescritta pratica professionale nelle giornate e nei mesi in cui non si tengono lezioni, mentre vengano esonerati dalla frequenza degli studi notarili e da avvocato nonché dalle udienze nei giorni di lezione. Le due attività, insomma, sono compatibili, anche grazie all’accordo e allo spirito di collaborazione tra la Scuola e gli Ordini professionali.

 

Nella foto: Carlo Zoli, Daria De Pretis e Marco Pradi, presidente della Corte d'Appello di Trento