no38

  l'amministrazione si rinnova   

Approvato il contratto collettivo integrativo di ateneo
Opportunità di carriera e criteri di merito per il personale tecnico amministrativo
Intervista di Katia Ruaben a Fausto Giunchiglia e Paolo Mezzena

Con il referendum del 4 dicembre 2001 e con l’approvazione del Consiglio di amministrazione nella seduta del 19 dicembre, è stato definitivamente approvato il contratto collettivo integrativo di ateneo; per avere chiarimenti in merito ed illustrare le novità più rilevanti abbiamo intervistato i rappresentanti di Parte Pubblica Fausto Giunchiglia e Paolo Mezzena.

Quali sono stati i tempi e le tappe per arrivare alla definizione del contratto?
Il contratto collettivo nazionale ha previsto per la prima volta nel pubblico impiego la possibilità di gestire in modo effettivo le risorse umane: una svolta significativa, una sorta di rivoluzione copernicana che avvicina in tal modo il  personale delle amministrazioni pubbliche al personale del settore privato che utilizza da tempo strumenti e mezzi concreti per creare un rapporto efficace e collaborativo all’interno del mondo del lavoro. Per la portata fortemente innovativa del CCNL, le ipotesi contrattuali integrative sono state vagliate con estrema cautela per conciliare le aspettative del personale con le esigenze istituzionali dell’Università di Trento.
Le due delegazioni, di parte pubblica e sindacale, hanno lavorato per un periodo piuttosto lungo che è durato circa quattordici mesi. Il contratto collettivo nazionale è stato infatti firmato a Roma in una fase delicata per l’Università di
Trento, proprio nel momento in cui stava partendo la fase di riorganizzazione dei servizi. In secondo luogo le relazioni con la parte sindacale erano abbastanza tese a causa di problemi lasciati in sospeso da molto tempo, relativi agli straordinari, agli incentivi per l’ufficio tecnico, ai compensi per coloro che avevano lavorato al progetto di contabilità e all’inquadramento dei dipendenti idonei in concorsi riservati. Si sono cercati quindi preliminarmente i criteri e le modalità per risolvere gli aspetti sospesi che avevano per l’appunto creato tensione tra le parti. Il lungo periodo di negoziazione è anche servito per assimilare gradualmente con convinzione reciproca le novità ed i cambiamenti previsti dal nuovo CCNL.

Quali sono gli aspetti qualificanti del nuovo contratto integrativo?
Uno degli obiettivi prioritari del nuovo contratto è rappresentato dall’importanza che assume il ruolo di ogni dipendente, nell’ambito della nuova e più dinamica organizzazione istituzionale, attraverso un processo, chiamato mappatura, che permetterà di individuare le posizioni di ogni singolo dipendente. Inoltre, ad ogni dipendente verrà data effettiva possibilità di migliorare la propria posizione economica e di carriera attraverso progressioni orizzontali e verticali e con l’attribuzione di premi e incentivazioni annuali. Per tale motivo l’amministrazione ha incrementato sensibilmente le risorse integrando i fondi previsti dal contratto collettivo nazionale di lavoro.

Cosa è stato fatto in concreto nel passaggio dal vecchio al nuovo contratto?
In concreto le “famose” 160.000 lire, date senza particolare valutazione al personale come fondo per il miglioramento dei servizi, saranno gradualmente assorbite attraverso progressioni verticali ed orizzontali diventando parte integrante dello stipendio. In questo modo viene mantenuto il trattamento economico in godimento e viene liberato circa un miliardo da utilizzare per i premi di incentivazione al personale in base ad un giudizio di valutazione delle prestazioni singole e di gruppo. I criteri valutativi, stabiliti d’intesa con i sindacati e con l’ausilio di un consulente esterno, saranno utilizzati da ogni direzione e da ogni struttura tecnica e accademica in modo omogeneo e trasparente con la mediazione della Direzione risorse umane.

Ci sono ancora problemi in sospeso?
È stata prevista una seconda sessione negoziale a partire dall’inizio del prossimo anno per la trattazione di aspetti riguardanti l’organizzazione del lavoro: in particolare il telelavoro, il part-time, la regolamentazione dell’orario di lavoro. Risolvendo anche queste ultime questioni saremo in grado di completare il disegno organizzativo dell’Università inserendo il personale in un contesto dinamico ad effettivo supporto delle attività didattiche e di ricerca. In questa fase cercheremo di risolvere inoltre il problema del conto terzi, nell’intento di trovare una giusta regolamentazione che consenta all’ateneo di introitare risorse aggiuntive da privati ed enti pubblici con soddisfazione per i dipendenti in una logica di integrazione delle competenze economiche in base al merito e alla partecipazione a determinati progetti.

Siamo sulla buona strada?
L’importante è che questo cambiamento, non solo di stile ma di contenuti e di comportamenti, venga recepito da tutte le componenti dell’Università con molta serietà e convinzione: solo in questo modo potremo riuscire a dare attuazione concreta alle innovazioni contrattuali.
L’auspicio è che il contratto non rimanga solo un buon strumento a livello teorico, ma grazie alla condivisione di tutte le parti coinvolte e degli organi accademici diventi il mezzo concreto per portare l’Università di Trento verso un effettivo cambiamento.

Nelle foto: in alto a destra, Paolo Mezzena. In basso a sinistra Fausto Giunchiglia