no42

  cooperazione internazionale  

BIT School
Le università di Bolzano, Innsbruck e Trento insieme per creare un’area di eccellenza nel campo dell’informatica
Intervista di Katia Ruaben a Fausto Giunchiglia

Il 15 marzo 2002 ad Innsbruck i rettori delle università di Bolzano, Alfred Steinherr, di Innsbruck, Hans Moser, e di Trento, Massimo Egidi, hanno firmato la dichiarazione d’intenti per la creazione della BIT School, una iniziativa che nasce come risultato di una partenrship tra le tre università per sviluppare l’area strategica della information technology. Per capire meglio finalità, obiettivi e progetti dell’accordo abbiamo intervistato Fausto Giunchiglia, vicerettore, delegato per l’informatica, coinvolto in prima persona nell’attuazione della scuola.

Professor Giunchiglia, quali sono state le motivazioni che hanno portato alla identificazione del progetto “BIT School”?
L’obiettivo principale è la creazione di un distretto di eccellenza internazionale nell’alta formazione e nella ricerca in informatica ed aree affini, ad esempio le telecomunicazioni. L’Università di Trento ha già avviato dei progetti in questo campo, ed ha anche attivato collaborazioni con l’IRST ma è chiaro che, aumentando le università che partecipano, aumenta la massa critica e quindi la possibilità di avere un forte impatto. La speranza è di creare un “distretto” con forte mobilità tra le università, sia tra docenti che tra studenti, e soprattutto tra studenti di dottorato. Esperienze precedenti, in più parti del mondo (si consideri ad esempio la Scozia con le università ad Edimburgo ed a Glasgow), dimostrano che la concentrazione spaziale di università e centri di ricerca indipendenti ma in grado di alimentare forte mobilità trasversale è un enorme fattore di successo.

Quali sono i campi d’azione della scuola?
La collaborazione parte dal dottorato. Se le cose si svilupperanno come spero, potranno in seguito partire anche altre iniziative con la speranza che, in ultima analisi, questo possa creare dei fattori abilitanti per la creazione di nuova imprenditorialità dei settori più innovativi dell’ Information and Communication Technology. In questa prospettiva, i vantaggi rispetto ad una iniziativa “solamente” trentina sono almeno due. Prima di tutto, riprendendo quanto detto sopra, si aumenta la massa critica passando da un bacino di mezzo milione di persone ad uno di due milioni. In secondo luogo, se si pensa alla geografia, si nota come a nord abbiamo la Baviera e a sud il Nord-Est, cioè due fra le aree più ricche d’Europa. Se questa iniziativa decollerà, le tre Università potrebbero cercare di proporsi come un tramite culturale, virtuale ma anche fisico, fra queste due regioni molto ricche. Il fatto che Bolzano, Innsbruck e Trento sono città e regioni con problematiche simili, legate alla loro dimensione ed alla conformazione del loro territorio, dovrebbe favorire questa iniziativa.

Quali, in concreto, i progetti previsti?
A parte la creazione di un dottorato in comune, si valuterà la possibilità di avere professori congiunti di alto livello internazionale, la creazione di una forte mobilità tra docenti e studenti, e la attivazione di una rete a banda larga su cui attivare servizi molto innovativi quale, ad esempio, la didattica on-line. Non sono ancora state definite le aree di ricerca su cui collaborare. Prevediamo però che si tratterà di settori con una forte valenza di ricerca di base ma anche con potenzialità applicativa. Varie altre iniziative sono poi esemplificate nel documento firmato. La mia speranza è che la maggior parte possa essere progressivamente attivata, in parallelo con il progredire e lo svilupparsi delle singole iniziative e della loro integrazione, all’interno delle attività coordinate dalla BIT School. Alcune di queste iniziative sono: la definizione di un comune standard di qualità, una strategia di sviluppo ma anche di promozione in qualche modo integrata e concordata, progetti di ricerca congiunti, possibilmente aventi come utenti le tre Regioni (regioni come laboratori), azioni congiunte di fund raising (ad esempio a livello di Unione
Europea), e così via.

Per ora è stata firmata la dichiarazione d’intenti, quando partirà concretamente la collaborazione?
La BIT School come entità potrebbe, ottimisticamente, partire entro la fine dell’anno. Nel frattempo cercheremo di far partire un primo nucleo di attività comuni, molto probabilmente legate al dottorato ed a un numero molto limitato di progetti di ricerca di comune interesse.

Nelle foto: a destra Fausto Giunchiglia; in basso, da sinistra: Alfred Steinherr, rettore Università di Bolzano, Hans Moser, rettore Università di Innsbruck e Massimo Egidi, rettore Università di Trento, in occasione della firma della dichiarazione di intenti; Innsbruck, 15 marzo 2002.