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Le relazioni tra gli stati e le loro strutture interne
Intervista di Elisabetta Nones a Charles F. Sabel

Nell’ottica di una sempre maggiore cooperazione a carattere internazionale, grande importanza viene data alla creazione e implementazione di reti che facilitano le relazioni tra gli stati e le loro strutture interne. Abbiamo rivolto qualche richiesta di chiarimento sulla materia al professor Charles Sabel, esperto di scienze sociali e docente presso la Columbia Law School di New York.

Professor Sabel, potrebbe spiegarci cosa sono le reti di cui si è parlato al convegno?
Le reti possono essere divise in due categorie: quelle tra le imprese, di carattere privato, e quelle tra stati, di natura pubblica. Entrambe hanno un fondamento in comune: sono un insieme di strutture dinamiche di relazione. Ci sono però delle caratteristiche specifiche per ciascuna delle due tipologie: nel caso delle reti del settore privato, la relazione che si instaura è fra cliente e fornitore con uno scambio di opinioni intorno alla realizzazione di un prodotto. Il prodotto, creato in cooperazione tra committente e impresa, nasce dal confronto continuo e dalla modifica delle proposte avanzate dai soggetti coinvolti. La rete ha quindi in questo caso una struttura a cascata. Per quanto riguarda il settore pubblico, invece, la rete si può definire come un “open method of coordination”: il corpo dirigente fa una valutazione dei progetti in corso, propone le linee guida, e incentiva il confronto tra le parti in gioco in modo che ci sia un controllo dello svolgimento delle attività di ognuno in relazione alla scadenza prefissata. Si riesce in questo modo a controllare meglio l’efficienza delle persone e a responsabilizzare le stesse su progetti specifici.

Quali sono le problematiche che emergono dal governo delle reti?
L’utilizzo delle reti solleva sicuramente dei problemi piuttosto gravi, la cui soluzione è difficile da individuare a breve termine. Primo fra tutti, il problema del clientelismo e quindi della corruzione a seguito della preferenza di un partner piuttosto che di un altro nella relazione economica. Da questo deriva il secondo problema e cioè quello dell’esclusione: alcuni gruppi vengono emarginati completamente e bisogna quindi trovare il modo per evitare che questo accada. Lo stesso si può dire per il controllo finale delle attività nel settore pubblico: come controllare i propri collaboratori senza essere invadenti?

Qual è il fine ultimo dello studio del governo delle reti?
Credo che abbia a che fare con la comprensione dei modelli di governo più in generale. Si può spiegare l’ampliamento di tutti i sistemi di rete con il fenomeno sempre crescente del decentramento a livello governativo, sebbene esistano in contemporanea processi opposti di accentramento.

 

Charles Frederick Sabel (nella foto a sinistra) si è laureato presso la Harvard University, dove ha ottenuto anche il Ph.D. in Government. Attualmente insegna Law and Social Science alla Columbia Law School di New York.