La sua storia dal 1912 ad oggi
di Paolo Bari
Progettato inizialmente come luogo di lavorazione dei cereali, il “Molino Vittoria” cambiò
frequentemente uso e destinazione. L’incuria in cui l’immobile, del tutto abbandonato per lunghi periodi, ha versato ne ha determinato danni ora faticosamente riparati. Nella sua lunga storia l’edificio è stato anche oggetto di una breve occupazione da parte di un gruppo di contestatori, i “Crackers del Mulino”.
Non sono numerose le testimonianze storiche riferibili alla struttura. Il progetto del “Molino Vittoria” risale al 1912 a firma dell’ingegner Stolcis di Trento. Il fabbricato dovrebbe pertanto essere stato ultimato prima della Grande Guerra. La collocazione risente della sua funzione: la vicinanza alla
ferrovia agevolava infatti l’arrivo del grano che, dopo la trasformazione in farina, veniva
scaricato nell’adiacente panificio consorziale (successivamente
denominato ex-Cavazzani). Documenti giornalistici testimoniano di notevoli danni provocati da un incendio nel 1921 che costrinse la proprietà a
lavori di adeguamento: la costruzione di una torretta con serbatoio d’acqua
conferì all’edificio la definitiva fisionomia.
Negli anni Trenta il “Molino” ospitò la gioventù paramilitare fascista di
passaggio a Trento. Prima della seconda guerra mondiale il nuovo proprietario trasformò l’edificio in importante
magazzino per la frutta (con la costruzione di celle frigorifere e di un alloggio di servizio), destinazione che rimase
inalterata fino all’inizio degli anni Cinquanta quando il “Molino Vittoria” fu
venduto alla Federazione nazionale delle Cooperative. L’immobile rimase a
lungo inutilizzato e in breve subì un progressivo degrado fino a quando
l’Università di Trento decise di acquistarlo.
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