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Quarant’anni di Sociologia a Trento
La Facoltà che ha aperto la strada agli studi sociologici in Italia
di Antonio Scaglia

La scelta di dotare Trento e il Trentino di un’Università fu, oggi lo ammettono tutti, una scelta coraggiosa e lungimirante. Aprire gli studi accademici con Sociologia venne considerato da molti come una scelta azzardata se non rischiosa. Le motivazioni che portarono Bruno Kessler a questa decisione, quelle ufficiali, vennero espresse nel grande disegno programmatico che sfociò nel primo Piano Urbanistico Provinciale e nei discorsi ufficiali. Alcuni testimoni di quel periodo avallano episodi diversi e non concordanti, episodi in cui qualcuno suggerì di iniziare con Sociologia.
La breve storia di Sociologia, quarant’anni rispetto alle Università che celebrano il millennio, gli ottocento o i cinquecento anni, sono poca cosa. Ma di Sociologia tutto si può dire tranne che si tratti di una Facoltà che non abbia fatto parlare di sé.
Il compito di avviare gli studi universitari a Trento venne affidato all’Istituto Trentino di Cultura il quale aprì l’Istituto Universitario di Scienze Sociali. Dal 12 settembre 1962 fino al febbraio 1968 l’Istituto Trentino di Cultura si avvalse per l’organizzazione didattico-scientifica di un Collegio Commissariale il cui Presidente fu il professor Marcello Boldrini. Membri del Collegio furono i professori: Feliciano Benvenuti, Giorgio Braga, Giordano Dell’Amore, Ferdinando Di Fenizio, Franco Ferrarotti, l’avvocato Bruno Kessler, Luigi Rosa S.J., Alberto Trabucchi e Mario Volpato. Con l’approvazione della L. 8.VI.1966 n. 432 e con l’approvazione dello Statuto dell’Istituto Superiore di Scienze Sociali approvato con DPR 4 luglio 1967 n. 1099, entrato in vigore nel dicembre 1967, viene istituito il Comitato Ordinatore di cui fecero parte: Francesco Alberoni, Nino Andreatta, Norberto Bobbio, Marcello Boldrini, Paolo Bozzi, Pietro Scoppola.
La nascita e le vicende di Sociologia di Trento sono strettamente legate, e non in modo indifferente, agli eventi che hanno connotato il periodo dalla sua nascita ad oggi. Sociologia è stata certamente una scelta innovativa, anche se l’iniziativa venne assunta anche per rispondere ad esigenze di carattere locale. Il progetto di modernizzazione di Bruno Kessler mirava allo sviluppo economico della provincia di Trento, progetto che comprendeva un ambizioso obiettivo di formazione di nuove leadership. Ne facevano parte la riforma della scuola sul piano della riorganizzazione territoriale, l’impegno nella formazione professionale, la diffusione di poli di istruzione superiore sul territorio provinciale. Il profilo più alto di questo progetto fu la creazione dell’Università e il riferimento centrale doveva essere comunque Sociologia. Cardini di questa formazione furono, e rimangono, le scienze sociali che concorrono a formare il sociologo come interprete del senso del sociale, la cui integrata capacità di lettura scientifica poggia, nella migliore tradizione europea, sul diritto, sull’economia, sull’antropologia culturale, sulla psicologia, sulla storia, sulle scienze matematico-statistiche e sulla loro capacità di permettere verifiche quantitative del mutare e del permanere dei fenomeni sociali.
Sociologia entrò ben presto nel vortice di quella forte trasformazione del Paese e dell’Europa che caratterizzò gli anni Sessanta. Ritengo tuttavia che il ruolo più significativo di Sociologia non fu quello di aver gettato le basi di un’ideologia rivoluzionaria ed in qualche caso, per la verità non a Trento, anche di organizzazioni che intendevano attaccare le fondamenta dello stato per originare un nuovo ordine sociale proletario. Sociologia - lo dimostrarono i controcorsi, la sete di apprendimento, i dibattiti accesi e coinvolgenti, il rapporto dialettico e creativo con molti docenti - fu una fucina di idee, un luogo di crescita culturale, una palestra grande ed aperta per i giovani che si interrogavano sul senso della società esistente e sul senso da attribuire alla società del domani. Ritengo che, in fondo, Sociologia sia stata in grado di sfuggire al rischio di una normalizzazione che mortificasse la completezza del percorso formativo del sociologo. Allora come oggi, l’Istituto Superiore di Scienze Sociali e poi la Facoltà si sono tenuti fedeli alle discipline sociali che permettono alla sociologia di cogliere il significato ed il senso del sociale dei singoli momenti storici e delle forme della società. In questa luce vanno lette le diverse impostazioni dei curricula che si susseguirono dalla nascita di Sociologia sino ad oggi facendo sì che essa, anche nei momenti di crisi e difficoltà, ritrovasse la forza per risorgere dalle ceneri delle battaglie condotte, proprio come il suo stemma originario sembra indicare.
Sociologia è una scienza che non trova mai un luogo dove collocarsi tranquilla. Essa è costretta, per la sua stessa natura, ad affinare ed anche a mutare i propri metodi, le proprie ipotesi di lavoro, il suo stesso contenuto teorico in forte connessione con i mutamenti sociali. Per questo i sociologi sono costantemente impegnati nella ricerca e nello studio come interpreti del mutamento. Essi assumono facilmente anche le vesti di chi intende forgiare previsioni e proporre le linee stesse lungo le quali il mutamento dovrebbe avvenire. Sappiamo quanto sia difficile “l’oggettività della conoscenza in ambito politico sociale”; questa espressione è, com’è risaputo, il titolo di uno dei fondamentali saggi metodologici di Max Weber. Quello del sociologo è un mestiere, meglio un Beruf che in tedesco vuol dire mestiere ma anche vocazione, ed infatti di vocazione ha bisogno colui che affronta quotidianamente la lettura e la comprensione della società per individuare le strade da percorrere con responsabilità. Ciò che Sociologia di Trento produsse fu certamente un’esperienza culturale decisamente critica, alternativa ai modelli culturali tradizionali e perciò intellettualmente rivoluzionaria. Trento visse, pertanto, senza ombra di dubbio, un momento culturale rivoluzionario. Il coinvolgimento degli studenti, dei docenti e della stessa città in questo processo fu assai differenziato. Il periodo di questa effervescenza culturale si estese sino alla fine degli anni Settanta.
Poi, come il fiume paretiano, questa effervescenza rientrò negli argini. Ma, a differenza di quanto accade nella metafora di Pareto, Sociologia non si presenta come un fiume che scorre tranquillo. I mutamenti e gli avvenimenti che turbano e scuotono la società trovano a Sociologia, ed è naturale, immediato contraccolpo. Gli studenti si sentono coinvolti ed i docenti si impegnano nel tentativo di carpire il senso degli eventi che connotano la società e la trasformano. Quest’ansia di capire e di leggere ogni giorno il senso del sociale rappresenta una continuità fra passato e presente. Seguirono periodi in cui, accanto all’interesse per la teoria e la metodologia sociologica si fece sentire forte l’interesse per la rilevazione empirica e per le tecniche di elaborazione dei dati. Oggi, Sociologia affronta la riforma universitaria valutandone gli aspetti innovativi ma anche i rischi di perdere la dignità ed il livello degli studi e della ricerca accademica. Gli ordinamenti messi a punto, la loro sperimentazione e l’attenzione alla società attuale con la ricerca offrono a chi vuole affrontare il percorso di formazione sociologica a Trento una valida opportunità per una professione ricca di motivazione.

 

Foto in alto a destra: la Facoltà di Sociologia di Trento
Foto al centro a sinistra: la mostra fotografica sul tema: Reportage Sociologia, testi di Franco Filippini foto di Giorgio Salomon, allestita presso la Facoltà di Sociologia in occasione della celebrazione dei “Quarant’anni di Sociologia a Trento1962-2002";
Foto sotto a destra (da sinistra): Paolo Prodi, Giampaolo Andreatta, Antonio Scaglia.

 


 

I direttori dell’Istituto Superiore di Scienze Sociali dal 1962 al 1972

Mario Volpato  dal 13.11. 1962 al 31.10.1968
Francesco Alberoni  dal 1.11.1968 al 3.3.1970
Norberto Bobbio  Presidente Comitato Ordinatore
dal 4.3.1970 al 31.10.1970
Guido Baglioni  dal 1.11.1970 al 30.12.1972

I presidi della Facoltà di Sociologia dal 1973 ad oggi

Guido Baglioni  dal 13.3.1973 al 25.10.1973
Sergio Zaninelli  dal 26.10.1973 al 9.11.1973
Giorgio Pastori  dal 10.11.1973 al 28.3.1974
Sergio Zaninelli  dal 29.3.1974 al 22.11.1974
Umberto Pototschnig  dal 23.11.1974 al 17.12.1975
Marino Livolsi  a.a. 1975/78
Vittorio Mortara  a.a. 1978/79
Pierangelo Schiera  a.a. 1979/82
Guido Romagnoli  a.a. 1982/86
Antonio De Lillo  a.a. 1986/90
Pierangelo Schiera  a.a. 1990/93
Antonio Schizzerotto  a.a. 1993/96
Antonio Cobalti  a.a. 1996/99
Antonio Scaglia  a.a. 1999- ad oggi