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  convegni  

Nasce l’Associazione Italiana di Scienze Cognitive
Rovereto ospita il primo convegno
Intervista di Mariasilvia Ciola a Salvatore Rizzello

Il 20 settembre 2002 la città di Rovereto ha “tenuto a battesimo” l’Associazione Italiana di Scienze Cognitive. L’Università di Trento e il Comune di Rovereto, che da tempo stanno investendo su questi settori di ricerca “di confine”, hanno colto in questa occasione un’opportunità di promozione a livello nazionale di fronte a un pubblico altamente qualificato. Abbiamo chiesto di parlarci dell’iniziativa a uno dei promotori, il professor Salvatore Rizzello, docente di economia politica all’Università del Piemonte Orientale.
Professor Rizzello, lei ha curato, con Domenico Parisi, gli aspetti scientifici del 1° Convegno nazionale della Società Italiana di Scienze Cognitive. Come nasce l’idea di un’Associazione di Scienze Cognitive e del suo primo congresso in Trentino?
Da alcuni anni un gruppo di studiosi di varie discipline, raggruppati intorno a iniziative spesso di carattere editoriale quali le riviste Sistemi Intelligenti e Mind and Society, sentiva l’esigenza di organizzarsi in un’associazione che coordinasse e promuovesse l’intensa attività di ricerca che idealmente confluiva in Italia nelle scienze cognitive. Sulla scia di quanto avviene già da tempo in altri Paesi, è stato deciso di creare un gruppo di lavoro con l’obiettivo di far nascere l’Associazione Italiana. Lo scorso dicembre a Roma c’è stata una riunione preliminare durante la quale si è constatato che questo ritardo con cui nasce l’Associazione in Italia - si pensi per esempio che negli Stati Uniti esiste un’associazione di questo tipo già da almeno 25 anni - può rappresentare anche un piccolo vantaggio: le scienze cognitive, infatti, sono oggi una realtà consolidata nell’attività di ricerca e hanno un pieno riconoscimento istituzionale nei corsi universitari.
Si tratta dunque di un’operazione scientifica, e più in generale culturale, tendente a valorizzare una realtà che spontaneamente aggrega studiosi di varia formazione. A Roma si è anche discusso del tema monografico del primo convegno. La scelta è caduta su Scienze cognitive ed economia poiché la scienza economica appare come la disciplina che più d’ogni altra si sta rinnovando grazie all’approccio cognitivo. Inoltre la scelta di Rovereto quale sede del convegno è sembrata quasi naturale. Da alcuni anni, infatti, l’Università di Trento attraverso il CEEL e più recentemente il polo di Rovereto, con il corso di laurea in Scienze e tecniche di psicologia cognitiva applicata e l’attività del Laboratorio di Scienze Cognitive, rappresentano un luogo d’eccellenza per la ricerca e la divulgazione delle scienze cognitive.
Perché la diversa formazione scientifica di questi studiosi rappresenta un punto particolarmente qualificante?
Per molti decenni le scienze sociali sono state vittima di un’eccessiva specializzazione che ha gradualmente indebolito il processo osmotico tra di esse. Le scienze cognitive propongono una ricomposizione e un comune confronto sui fondamenti delle analisi scientifiche di tipo sociale. Questo approccio tiene conto della natura, del ruolo e del funzionamento della mente e del cervello nel determinare il comportamento individuale e collettivo. Ma al contempo considera particolarmente rilevante l’analisi delle dinamiche interattive tra gli individui e tra essi e l’ambiente. Per questo motivo essa focalizza la propria attenzione sui processi di percezione, rappresentazione, apprendimento, conoscenza, pianificazione e decisione. Tutte tematiche che appartengono tradizionalmente alla psicologia ma anche all’economia, alla filosofia, alla logica, alla neurobiologia e, per quanto riguarda gli strumenti, all’intelligenza artificiale.
Ritiene che le giornate di Rovereto possano favorire il raggiungimento di questo obiettivo?
Sul piano istituzionale sono stati raggiunti risultati molto rilevanti. Al momento l’Associazione conta circa 300 aderenti, fra i quali molti giovani ricercatori. L’assembla degli aderenti ha approvato lo statuto dell’Associazione e sono state avanzate le candidature per il consiglio nazionale, attraverso un criterio di votazione che garantisca il più possibile la presenza delle varie aree di ricerca presenti e un’adeguata rappresentanza per i numerosi giovani. Ciò consentirà di avere in poco tempo una struttura esecutiva che favorirà lo sviluppo e la diffusione delle scienze cognitive in Italia attraverso seminari, convegni, promozione di riviste e collane editoriali, oltre a garantire il sostegno a tutte le iniziative che riguarderanno la nascita o il potenziamento di corsi di laurea, facoltà e dottorati . Sul piano scientifico il convegno si è articolato in due giornate di lavori il 20 e 21 settembre. Nella prima sono state presentate ricerche di carattere generale. Le varie relazioni hanno spaziato dalla neurobiologia applicata alle simulazioni. Accanto a lavori prevalentemente teorici in ambito filosofico, logico e linguistico, sono stati anche presentati i risultati di ricerche d’avanguardia nel campo della psicologia sperimentale.
La seconda giornata è stata dedicata al tema monografico Scienze cognitive ed Economia, che ha messo in rilievo quanto l’approccio cognitivo si dimostri fertile nel rilanciare una scienza, come quella economica, che, al contrario, basandosi finora su fondamenta molto lontane da quelle proposte dall’approccio cognitivo, ha dimostrato sempre più frequentemente d’essere sterile e inadeguata.
Arrivederci, professore, a Rovereto per il 2° Congresso dell’Associazione Italiana di Scienze Cognitive!
Arrivederci certamente, e con molta probabilità proprio a Rovereto, poiché a conclusione dei lavori il comitato provvisorio di presidenza dell’Associazione ha avanzato l’ipotesi di far diventare Rovereto sede permanente dei congressi nazionali dell’Associazione Italiana di Scienze Cognitive. L’aspetto organizzativo curato dall’Università e l’eccellente ospitalità offerta dal Comune di Rovereto hanno reso le due giornate di lavoro molto confortevoli. Anche le iniziative collaterali offerte dall’Assessorato all’Università del Comune di Rovereto, grazie alle quali abbiamo avuto l’opportunità di visitare in anteprima il nuovo edificio che ospiterà il MART, hanno riscosso particolare successo. Mi permetta di rivolgere infine un particolare ringraziamento alla Civica Scuola musicale “Riccardo Zandonai” e al suo direttore Filippo Bulfamante. Con l’originale esibizione che ci hanno offerto, dal titolo Scienze musicali e arte cognitiva, realizzata attraverso la commistione di immagini, suoni, sequenze cinematografiche, suggestioni architettoniche e poesia, hanno schiuso nuovi orizzonti, che forse permetteranno presto di estendere le scienze cognitive anche al mondo dell’arte.

Nella foto a lato: Salvatore Rizzello