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  innovazione didattica  

CampusOne: l’università apre al mondo del lavoro
Rompere il cerchio dell’auto-referenzialità e puntare sul rapporto col territorio
Intervista di Marinella Daidone a Fulvio Zuelli

CampusOne è un progetto gestito dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI), al quale partecipa l’Università di Trento, che presenta molti aspetti innovativi tra cui quello di avvicinare l’università al mondo del lavoro. Ne abbiamo parlato con il coordinatore del progetto per l’ateneo, Fulvio Zuelli, docente presso la Facoltà di Giurisprudenza, nonché presidente dell’Opera Universitaria di Trento.

Professor Zuelli, come nasce CampusOne?
Intorno al 1995-96 è nato Campus, di cui CampusOne è la prosecuzione. In questa prima fase io facevo parte come rettore del board con Rodolfo Zich, allora  rettore del Politecnico di Torino, Luciano Modica, allora presidente della Conferenza dei Rettori, ed altri. Trento partecipò sin dall’inizio al progetto con due diplomi universitari.
Campus nasce come momento di riflessione sulla riforma che il ministro Berlinguer stava iniziando ad attuare. Già in quella fase sperimentale il progetto viene molto apprezzato a livello comunitario: l’Unione Europea, che con l’Italia è sempre stata un po’ scettica nel settore dell’istruzione, ha valutato positivamente questo progetto che si sviluppava con il consenso di forze sociali e di enti pubblici, e lo ha finanziato in maniera significativa; è evidente che questo è stato un rilevante aiuto per l’attuazione e lo sviluppo del progetto.

Quali sono gli aspetti caratterizzanti e innovativi del progetto?
Uno dei punti fondamentali di CampusOne è quello di rompere il cerchio dell’auto-referenzialità dell’università, che si apre al rapporto con la società. Il progetto è gestito dalla CRUI attraverso il Campus board di cui fanno parte rappresentanti della CRUI stessa e di CNEL, Confindustria, MIUR, Regioni, Sindacati e Unioncamere.
Un altro aspetto qualificante riguarda la valutazione.

A livello di ateneo come viene gestito il rapporto col territorio?
L’università, senza rinunciare alla propria autonomia, progetta i nuovi corsi guardando anche alle esigenze della realtà locale. I corsi di laurea dell’ateneo che attualmente partecipano al progetto CampuOne sono tre: Fisica, Ingegneria industriale e Mediazione linguistica per le imprese e il turismo.
Per ciascuno di questi corsi è stato creato un Comitato di indirizzo, composto anche da esperti esterni che lavorano nel settore imprenditoriale o in quello del turismo. È importante il confronto con il territorio, sia per le facoltà scientifiche che per quelle umanistiche: il Comitato di indirizzo ha il compito di dare indicazioni ai coordinatori dei corsi su alcune caratteristiche richieste al laureato di un determinato settore, sulle possibilità di accesso alla realtà lavorativa locale e sulle reciproche aspettative.

Il progetto introduce qualche novità sul piano dell’organizzazione interna?

Una figura nuova, che riveste un ruolo molto delicato, è quella del manager didattico, che rappresenta una sorta di interfaccia tra il docente e lo studente. Il manager didattico interagisce con i presidi e con i coordinatori dei corsi di laurea sia per quanto riguarda gli aspetti amministrativi e organizzativi dei corsi sia sul piano del coordinamento dei programmi.
Intervenire sui contenuti o sulla programmazione dei corsi può non essere semplice, occorre farlo con gradualità e con una grande capacità di dialogo da parte di tutti coloro che sono coinvolti, ma credo che i risultati ripaghino dello sforzo fatto.

E per quanto riguarda la valutazione?

Anche questo è uno dei punti forti del progetto. L’università comincia a riconoscere l’importanza di valutare la propria azione: si tratta di un processo graduale che va dall’autovalutazione, alla valutazione degli studenti sui corsi, alle valutazioni esterne condotte da team di esperti. Va sottolineato che l’Università di Trento è abbastanza all’avanguardia in questo campo: abbiamo un ateneo attento a queste problematiche e che da anni ha messo in atto diverse modalità di valutazione.

In che modo CampusOne favorisce l’attuazione della riforma universitaria?

Oltre all’apertura verso la società e all’attenzione alla valutazione, Campus si è mosso sin dall’inizio nella direzione della riforma universitaria (conosciuta come 3+2) e a maggior ragione lo fa oggi, promuovendo corsi di laurea estremamente innovativi e utilizzando azioni trasversali che comprendono le competenze linguistiche, l’informatizzazione, la partecipazione a stage. Sotto il profilo organizzativo (e non solo) c’è uno sforzo affinché i ragazzi possano seguire agevolmente i corsi in modo da laurearsi nei tempi previsti.

Quale futuro per questo progetto?

Ritengo che il “modello Campus” indichi la prospettiva nella quale l’università deve muoversi. La ricchezza e il futuro di questo progetto consistono nel far emergere all’interno dell’università un nuovo modo di pensare, una logica che in passato l’accademia non ha privilegiato: parlo dell’effettiva apertura verso il mondo esterno, dell’uso di metodi di valutazione e di autovalutazione, assieme ad un più convinto coinvolgimento degli studenti e dei docenti.
Senza snaturare ruoli e funzioni (irrinunciabili), ritengo che l’università debba porsi anche l’obiettivo di formare studenti che abbiano una cultura del colloquio verso il mondo del lavoro, avendo ben presenti le diverse componenti che ne fanno parte, conoscendone problemi, istanze, aspettative ed essendo anche coscienti della preparazione ricevuta, delle proprie capacità e dei propri limiti.

 

Foto a destra: il professor Fulvio Zuelli.

 

La scheda: il progetto CampusOne

a cura di Michela Bottura

La Conferenza dei Rettori gestisce il progetto a livello nazionale, coordinando e supportando gli atenei coinvolti, in modo da dare coerenza e continuità all’intero progetto.

Obiettivi
Gli obiettivi di CampusOne, comuni a quelli della riforma, sono di:
• ridurre i tempi di conseguimento della laurea;
• ridurre il tasso degli abbandoni;
• favorire un rapido inserimento dei laureati nel mondo del lavoro, sia a livello nazionale che internazionale;
• favorire l’innovazione tecnologica e formativa.

Azioni CampusOne
Partecipando al progetto CampusOne tutti gli atenei sono chiamati a mettere in atto alcune azioni specifiche, sperimentandole prima di tutto sui corsi di laurea coinvolti:
• servizi ICT di ateneo;
• certificazione delle abilità linguistiche e informatiche;
• nuove modalità di coordinamento della didattica (management didattico);
• metodologie di valutazione della qualità e dei processi;
• processi di apprendimento innovativi e professionalizzanti (stage, seminari, lezioni in azienda, intervento di esperti aziendali);
• job placement;
• raccordo con il territorio (Comitato di indirizzo).

CampusOne e l’Università di Trento
I corsi del nostro ateneo coinvolti sono:
• corso di laurea in Fisica;
• corso di laurea in Ingegneria industriale;
• corso di laurea in Mediazione linguistica per le imprese e il turismo.
Accanto ai corsi di studi “CampusOne” il nostro ateneo ha segnalato il corso di laurea in Scienze e tecniche di psicologia cognitiva applicata tra i corsi che, a livello nazionale, accettano di entrare nella sperimentazione del progetto, anche senza ottenere il cofinanziamento.

I numeri
CampusOne è un lavoro intenso che vede impegnati a livello nazionale, per la durata di tre anni accademici a partire dall’a.a. 2001/2002:
• 70 atenei;
• 270 corsi di laurea;
• 9.000 docenti;
• 50.000 studenti.

Per saperne di più…
Sito internet: http://www.campusone.it