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  inaugurazione anno accademico  

Fra la città e il mondo
Inaugurato ufficialmente l’anno accademico 2002-2003
di Paolo Bari

Nel nome di Bruno Kessler e di Enzo Perlot. Quest’anno la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico ha assunto un significato del tutto speciale per la contemporanea celebrazione del quarantennale di fondazione dell’Università e dell’Istituto Trentino di Cultura. L’intero ateneo ha dunque ricordato con affetto e con stima le figure di Bruno Kessler, l’ex-presidente della Provincia di Trento che ha fortemente voluto l’università, e di Enzo Perlot, lo scomparso presidente del consiglio di amministrazione.
Kessler e Perlot simboleggiano i due assi portanti dell’attuale fase di sviluppo dell’ateneo. Il primo rappresenta il forte radicamento e l’intenso rapporto di collaborazione da tempo instaurato con il territorio e con la collettività locale mentre il secondo testimonia il costante impulso all’internazionalizzazione e all’apertura intrapreso dall’università. Non è dunque un caso che il ricordo dell’operato fondamentale dei due uomini sia stato più volte sottolineato dal rettore Massimo Egidi nel discorso di inaugurazione. Significativa inoltre la scelta della sede della cerimonia, il teatro Sociale, vero cuore pulsante della cultura cittadina, suggestiva scenografia per un evento atteso che ha visto la numerosa partecipazione di cittadini, autorità, studenti, personale tecnico- amministrativo, docenti. Ospite d’onore Klaus Neubert, ambasciatore in Italia della Repubblica Federale di Germania.
Nel suo intervento il rettore ha evidenziato i problemi attuali e le prospettive future, le difficoltà e i progetti, i risultati raggiunti e gli impegni da perseguire. “L’università - ha osservato Massimo Egidi - deve formare coscienze critiche e insegnare ai giovani un’etica del lavoro e delle professioni. La nostra missione è quella di servire la società nelle sue esigenze quotidiane ma nel contempo di stimolare studi che superino il contingente. Solo la libertà dell’insegnamento e l’autonomia della ricerca garantiscono il conseguimento di questi obiettivi”. Forte la preoccupazione per il sensibile taglio alle risorse che il governo ha inserito nella legge finanziaria e contro il quale la Conferenza dei Rettori ha già minacciato clamorose azioni di protesta. La diminuzione dei contributi dovrebbe tuttavia colpire Trento in misura inferiore rispetto alle altre università, grazie alla sensibilità e alla disponibilità sempre dimostrata dalla Provincia che crede e investe nella formazione superiore.
La peculiarità di Trento - e di poche altre sedi accademiche italiane - è quella di aver saputo avvalersi con intelligenza e lungimiranza delle opportunità offerte dall’autonomia universitaria. Se altrove si è preferito dilatare il numero dei corsi di laurea triennale e specialistica, qui si è puntato su scelte rigorose e culturalmente qualificanti. Un impegno prioritario sarà poi rivolto al lifelong learning, un settore strategico per stimolare l’aggiornamento continuo del personale degli enti pubblici e delle imprese private.
Massimo Egidi si è soffermato sulla necessità di rafforzare e di estendere i rapporti di cooperazione con atenei di tutto il mondo, in particolare con i paesi vicini. “I legami internazionali - ha sostenuto il rettore - sono una scelta imprescindibile. Siamo compiaciuti che le università tedesche abbiano considerato Trento partner affidabile e ponte fra le due culture. Adesso dobbiamo intensificare la collaborazione con i tradizionali partner europei e statunitensi nonché con l’Asia”.
Fondamentale appare l’osmosi con il territorio. In questo senso la città è un ambiente ideale. Sebbene la mancanza in Trentino della grande industria limiti le sinergie fra imprese e università, notevoli passi in avanti sono stati compiuti di recente. La firma di una convenzione per il finanziamento di una cattedra presso la Facoltà di Ingegneria costituisce un esempio da seguire. La creazione di specifiche Fondazioni potrebbe inoltre favorire il trasferimento tecnologico.
I successi conseguiti dalla struttura amministrativa sono stati messi in luce dal direttore generale Marco Tomasi. Il nuovo regolamento di contabilità e il potenziamento del sistema informatico hanno reso molto più efficace ed efficiente il servizio. Le innovazioni - ch
e hanno posto l’università di Trento all’avanguardia in Italia - garantiscono il costante controllo degli obiettivi nonché l’assunzione di responsabilità da parte del personale. Gli ottimi risultati rappresentano inoltre un riconoscimento alla notevole professionalità evidenziata da tutti i dipendenti. Il direttore generale ha infine auspicato il rinnovo dell’accordo di programma con la Provincia, un utile strumento di programmazione condivisa.
La centralità dell’università quale luogo per gli studenti e come comunità che favorisce il trasferimento di conoscenze è stata riconosciuta da Luca Fontana, rappresentante degli studenti in consiglio di amministrazione. “Non siamo persone passive da immettere nel mondo del lavoro - ha sostenuto lo studente - ma teste pensanti che esigono una formazione innanzi tutto etica”. Ai politici Fontana ha chiesto di non ridurre le risorse e di non soggiacere a logiche lobbistiche. “Sono orgoglioso di appartenere all’ateneo di Trento” ha concluso lo studente, con il consenso quasi unanime dei presenti. L’inaugurazione dell’anno accademico è stata arricchita dalla presenza di Klaus Neubert che ha proposto un articolato intervento sul profondo rapporto di amicizia fra Italia e Germania nell’ambito dell’Unione Europea. La consegna dei premi ai migliori laureati e ai vincitori del premio “Giandomenico Romagnosi” per la ricerca scientifica hanno concluso la cerimonia, impreziosita dalle musiche dell’Orchestra dell’Università diretta dal maestro Stefano Chicco.

 

Nella foto al centro l’intervento dell’ambasciatore Klaus Neubert alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2002/2003 al Teatro Sociale di Trento;
sotto: il rettore, Massimo Egidi, durante la sua relazione.
foto sotto a destra (da sinistra): Alberto Molinari, Fabrizio Cambi, Enrico Zaninotto, Diego Quaglioni, Davide Bassi, Antonio Scaglia.

 


I premiati

Durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico sono stati premiati i migliori laureati delle Facoltà. Hanno ricevuto il riconoscimento dell’ateneo: Elisa Aldrighetti (Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali), Daniele Crivellari (Lettere e Filosofia), Francesca Francescutti (Giurisprudenza), Francesca Gino (Economia), Barbara Lubich (Sociologia), Stefano Slaghenaufi (Ingegneria).
Per il Premio per la ricerca scientifica “Gian Domenico Romagnosi” hanno ricevuto il diploma i ricercatori: Luisa Antoniolli, Simone Collavini, Barbara Fantechi e Stefano
Giorgini.

 

 

 

 

Sopra: i premiati quali migliori laureati delle Facoltà;
sopra a destra: il rettore, Massimo Egidi, consegna il Premio “G.D. Romagnosi” a Luisa Antoniolli;