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  visiting professor  

Attualità del diritto romano
Lo studioso tedesco Christian Baldus ospite della Facoltà di Giurisprudenza
Intervista di Elisabetta Nones a Christian Baldus

Giurista versatile, che opera in vari campi del diritto. Questo è Christian Baldus, docente di diritto civile e romano all’Università di Heidelberg e per alcune settimane in visita presso l’ateneo trentino. Il suo percorso all’interno degli studi giuridici ha avuto inizio con una formazione classica ed è stato proprio questo punto di partenza che gli ha permesso di aprire i suoi orizzonti di studio e lavoro.

Professor Baldus, può illustrarci quale è stato il suo percorso formativo e come si distingue un giurista romanista tedesco da uno italiano?
La mia è stata una formazione classica. Secondo l’ordinamento tedesco, alla fine degli studi universitari ho sostenuto l’esame di stato, non essendoci indirizzi, soprattutto in diritto civile e pubblico, con specializzazione nel diritto comunitario. Da studente ho trascorso un periodo di studio all’Università di Pavia con l’esimio professor Ferdinando Bona, romanista di grandissima cultura e umanità, e ho portato a termine, in un secondo tempo, il dottorato in diritto romano. La mia tesi ha dedicato alcune osservazioni anche al diritto internazionale pubblico moderno ed è proprio in questo carattere comparativistico che potrei delineare la differenza tra gli studiosi di diritto romano italiani e tedeschi. In Germania ogni romanista è anche civilista, utilizza cioè il diritto romano come lettura critica del codice, mentre in Italia il romanista è tipicamente uno studioso del diritto romano tout court. In Germania c’è una corrente di romanisti che cerca di studiare il diritto civile in chiave storica facendo riferimento anche al diritto comparato e a quello comunitario, in alcuni casi con l’intento di collaborare criticamente alla creazione del diritto privato comunitario. I colleghi del Mediterraneo sono invece romanisti puri, che conoscono le fonti in maniera molto più profonda dei colleghi tedeschi.

Quale posizione ritiene preferibile dal punto di vista scientifico?
Credo che, come spesso accade, la soluzione stia nel mezzo. Per questo sono convinto che la cooperazione internazionale a livello scientifico sia fondamentale per mettere in comune le competenze degli studiosi dei singoli Paesi, in particolare nel campo del diritto, con il fine di giungere quanto prima ad un diritto privato europeo, che rappresenta, a mio parere, il traguardo verso cui dobbiamo puntare. Il diritto romano è la radice comune di tutte le derivazioni nazionali dei diritti privati ed è solo grazie allo studio approfondito delle fonti e al loro confronto con la realtà attuale che possiamo pensare di redigere delle norme valide a livello europeo. In questo senso credo molto nella figura del visiting professor. Grazie al confronto e allo scambio di conoscenze a livello accademico possiamo far in modo che la cultura cresca e si sviluppi in un’ottica sempre più internazionale. Trento è un ottimo esempio di questo, soprattutto se guardiamo ad esperienze come The Common Core of European Private Law, incontro annuale di comparatisti importante a livello mondiale.

Come è nata la sua collaborazione con l’Università di Trento?
Sono stato invitato dal professor Gianni Santucci, docente del corso di diritto romano, all’interno del quale ho tenuto 18 ore di lezione focalizzate sulla comparazione di alcuni temi - trattati dal collega - con il diritto civile tedesco; il nostro fine era di dimostrare come ci siano radici comuni tra i due sistemi. Il corso ha avuto un’ottima riuscita, sia per la partecipazione degli studenti, che sono intervenuti in oltre un centinaio, che per la sua struttura a carattere interattivo. C’è da dire anche che la città di Trento ha una tradizione storica di incontro tra le culture italiana e tedesca e quindi la nostra collaborazione si inserisce perfettamente in questo contesto. Aggiungo poi che a Trento mi sono trovato sempre molto bene, sia per quanto riguarda la vita in università che quella fuori dall’università. Verrò ancora volentieri a tenere qualche lezione nella vostra città, che sarà una tappa importante nei miei viaggi tra Heidelberg e Verona, dove insegno regolarmente.

Un’ultima domanda: ha trovato delle differenze tra gli studenti italiani e quelli tedeschi?
Sì, certo. Gli studenti universitari italiani hanno un grosso vantaggio di partenza, che consiste nel patrimonio culturale che acquisiscono negli istituti superiori, in particolare coloro che hanno avuto una formazione  classica. All’università sono poi incoraggiati a studiare in profondità concetti prevalentemente teorici, soprattutto nei corsi istituzionali, e qui si nota la differenza con la didattica nel mondo tedesco. In Germania gli studenti sono esaminati sulla loro capacità di spiegare dei casi reali, ma sono spesso carenti sul piano teorico e concettuale. Credo che ancora una volta ci vorrebbe una via di mezzo: dobbiamo puntare a formare romanisti completi, che sappiano lavorare sulle fonti con abilità critica, solo così possiamo preparare i futuri fautori del codice giuridico europeo.


Christian Baldus è nato nel 1966 a Haan (Renania), ha studiato giurisprudenza a Passau, Pavia e Treviri. Ha ottenuto la libera docenza nel 2002 in diritto civile, romano, comunitario e comparato ed è stato supplente di cattedra all’Università di Heidelberg. Insegna regolarmente in Italia, in particolare a Verona, e ha al suo attivo una sessantina di pubblicazioni.



In alto: Christian Baldus;
al centro, da sinistra: Gianni Santucci e Christian Baldus;
sotto: alcuni testi giuridici.