L’informatica
cambierà la nostra vita futura
Un convegno internazionale
su global computing a Rovereto
di Corrado Priami*
Nel prossimo futuro la maggior
parte degli oggetti che usiamo quotidianamente saranno dotati di unità di
calcolo e di programmi software per eseguire o controllare una moltitudine di
attività di natura molto diversa. Molti di questi oggetti saranno in grado di comunicare l’un l’altro
e di interagire con l’ambiente circostante per realizzare gli obiettivi cui sono preposti. Unendo
questo scenario alla massiccia diffusione di Internet e sperabilmente dei suoi successori a larga
banda otteniamo una grande infrastruttura di rete, composta da oggetti interconnessi molto
diversi tra loro in dimensione, efficienza, affidabilità, potenza di calcolo, unità di ingresso
e uscita. Lo sviluppo del settore ICT (Information and Communications Technology) deve sviluppare
nei prossimi anni la possibilità di disegnare e realizzare sistemi software che sfruttino queste
potenzialità e che si comportino in un modo prefissato con un quantificabile grado di precisione
e efficienza. La sfida enorme è definire e sfruttare sistemi che si configurano dinamicamente
e che sono costituiti da milioni di entità mobili che interagiscono in modi diversi e nuovi con il
loro ambiente per soddisfare e controllare le loro necessità computazionali. Questo ambito
applicativo prende il nome di global computing o pervasive computing.
Ad esempio con i palmari sempre più potenti gli utenti vorrebbero poter creare sulla loro apparecchiatura
i processi computazionali di cui necessitano, delegarli ad infrastrutture più potenti
che poi comunicano nuovamente i risultati al palmare. In questo modo è possibile effettuare
computazioni anche complesse in ogni momento e da ogni luogo. Inoltre si potrebbero creare
punti di servizio che offrono potenza di calcolo e software specializzato per utenti di particolari
classi che devono solo invocare il servizio e attendere il risultato. Ricadono in questa tipologia
di applicazioni il controllo del traffico aereo, ma anche stradale, il commercio elettronico, i giochi
distribuiti interattivi e, con un maggior grado di astrazione, i sistemi biologici.
Descrivendo scenari futuribili potremmo pensare che un ipotetico utente di questa tecnologia
riesce a programmare gli elettrodomestici e il sistema di riscaldamento della sua abitazione dal
suo palmare mentre torna a casa dall’ufficio. Riesce a verificare se i suoi collaboratori hanno aggiornato
opportunamente un qualche data base, se la sua situazione nel gioco interattivo di ruolo
cui partecipa è cambiata dall’ultima volta che si è connesso. Agenda elettronica, e-mail e telefono
integrati nel palmare sono ormai una realtà. Ovviamente tutto questo processo che porta verso
il global computing deve essere fatto in modo non eccessivamente intrusivo per evitare che ciascuno
di noi si senta osservato dal “Big Brother”. Le possibilità appena descritte consentirebbero
di velocizzare il cammino dalla società attuale dei materiali a quella della
conoscenza: uno degli obiettivi strategici della Comunità Europea. Anche
per questo motivo, due anni fa la Comunità Europea lanciò una iniziativa nell’ambito del
Quinto Programma Quadro per il settore delle tecnologie future emergenti destinato a finanziare
13 progetti triennali su Global Computing (http://www.cordis.lu/ist/fet/gc.htm)
che riuscissero a rispondere in modo positivo alla sfida sopra descritta
per cogliere tutte le opportunità delle nuove tecnologie. Uno dei progetti finanziati
(DEGAS) è coordinato dall’Università di Trento ed è riuscito ad aggiudicarsi l’organizzazione del
primo workshop su Global Computing (9-14 febbraio 2003, Rovereto - http://www.unitn.it/convegni/global.htm) cui hanno partecipato oltre 150 scienziati provenienti da tutti i paesi europei e
una decina di osservatori della Comunità Europea.
I lavori sono iniziati con una breve presentazione di tutti i progetti partecipanti e degli obiettivi
della Comunità Europea nel Sesto Programma Quadro, per quanto riguarda il settore delle tecnologie
future emergenti, da parte di Leonardo Flores Anover. Sono intervenuti al convegno i
partecipanti di 9 progetti (AGILE, DART, DEGAS, MIKADO, MRG, MYTHS,
PEPITO, PROFUNDIS, SECURE) dei 13 finanziati, che si sono confrontati sui risultati ottenuti nel primo anno di attività.
Contestualmente ai lavori, gli osservatori della Comunità Europea hanno effettuato revisioni
dello stato di avanzamento dei progetti. I lavori sono terminati durante l’ultima giornata con delle tavole rotonde cui hanno preso parte i coordinatori
dei progetti rappresentati al convegno insieme ad esperti della Comunità Europea per
determinare le linee guida da seguire nel Sesto Programma Quadro nell’area global computing
o pervasive computing. Quindi il convegno ha avuto sia valenza scientifica, per divulgare i risultati
ottenuti nel primo anno e determinare collaborazioni e strategie per il secondo anno dei
progetti partecipanti, che politica, nella fase di definizione degli sviluppi futuri
sui programmi di ricerca comunitari.
Gli aspetti scientifici che sono stati approfonditi sono legati a metodologie per la realizzazione
robusta e affidabile di applicazioni globali, con massima attenzione ai vincoli di prestazioni e sicurezza
informatica. Quest’ultimo aspetto è chiaramente strategico per il successo dell’intera iniziativa.
Infatti uno dei maggiori ostacoli all’introduzione sul mercato in modo massiccio di queste
tecnologie è la mancanza di fiducia da parte degli utilizzatori che non si sentono sufficientemente
garantiti nel trattamento dei loro dati essenziali e sensibili. Il denominatore comune di
tutti i progetti partecipanti è l’utilizzo di modelli informatici formali per garantire un
certo numero di proprietà dei sistemi software che si realizzano sin dalle prime fasi della progettazione e
per costruzione. Lo sviluppo teorico dovrebbe essere il primo passo verso la realizzazione di strumenti
in grado di ingegnerizzare il processo di produzione software per questo nuovo dominio
applicativo. Si cercherà inoltre di evitare che gli utilizzatori delle tecnologie proposte debbano
essere esperti di modelli matematici automatizzando il maggior numero possibile dei controlli.
Questo aspetto è molto sentito dalla comunità scientifica che ha partecipato al convegno e questo
è testimoniato dalla presenza di molti rappresentanti di industrie del settore ICT.
*Corrado Priami, coordinatore del progetto DEGAS, Dipartimento
di Informatica e Telecomunicazioni
Sopra: il logo del convegno Global Computing,
Rovereto, 9-14 febbraio 2003;
a sinistra: Leonardo Flores Anover e Fabrizio Sestini;
sotto a destra: l’intervento di Seif Karidi (Svezia).
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