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I primi visitatori del Mart
di Massimiano Bucchi

 

Da qualche tempo anche i musei italiani si stanno rendendo conto dell’importanza di verificare l’impatto sul pubblico delle proprie iniziative.
Conoscere i visitatori, le loro aspettative, monitorare la loro soddisfazione e – nei casi in cui è possibile – anche gli effetti in termini di motivazioni e di apprendimento è riconosciuto come un elemento strategico nella pianificazione delle attività museali, nonché come fattore di legittimazione nei confronti dei propri finanziatori. Rari, tuttavia, sono i casi in cui questa analisi dei visitatori può partire con l’apertura stessa del museo.
È questa significativa occasione che il Mart, il nuovo spazio per l’arte contemporanea inaugurato a Rovereto a metà dicembre scorso, ha deciso di cogliere, commissionando al Dipartimento di Scienze umane e sociali dell’Università di Trento uno studio che puntava ad analizzare il “primo impatto” sui visitatori.
Trecento visitatori del Mart sono stati quindi intervistati tra il 17 e il 27 dicembre 2002, prima e dopo la visita alla mostra inaugurale “Le Stanze dell’Arte” con l’obiettivo di cogliere la loro percezione e valutazione della struttura, del suo ruolo culturale e dei contenuti presentati. Oltre a chi scrive, hanno partecipato alla ricerca Renato Mazzolini, Rino Fasol, Laura Bona e Federico Neresini.
Quali i risultati principali? Un primo indicatore elementare di impatto è dato dal fatto che per oltre la metà (53%) si tratta di visitatori di nuova acquisizione, cioè persone che non avevano mai visitato in passato, le sedi del Mart quali Palazzo delle Albere o il Museo Depero. Tra i nuovi visitatori, particolarmente numerosi i giovani sotto i trent’anni e le persone provenienti da fuori Trentino. Nel complesso solo il 14% dei primi visitatori venivano da Rovereto; circa un terzo (35%) dal resto della Provincia di Trento e un altro terzo da altre aree del Triveneto (34%). Il restante 17% da altre regioni italiane o dall’estero.
A differenza di ciò che accade per molti musei, dove l’informazione sul museo e sulle caratteristiche dell’esposizione arriva prevalentemente per via interpersonale – il consiglio di un parente o conoscente – nel caso del Mart i media sono stati una fonte particolarmente rilevante: il 53% ha saputo di questo museo dalle pagine dei quotidiani.
Un dato, invece, perfettamente in linea con tendenze più generali è quello che descrive la visita al Mart come una visita raramente individuale: tre quarti dei visitatori si sono recati al museo con la famiglia o con un gruppo di amici o colleghi. Per quanto riguarda le motivazioni che hanno spinto a visitare il Mart, particolare rilievo riveste quella legata agli spazi architettonici – il 38% lo indica come motivo principale. La capacità di attrattiva da parte dell’edificio è confermata dal fatto che la grande maggioranza dei visitatori indica correttamente Mario Botta come l’architetto che ha progettato il Mart. Praticamente tutti (98%) vedono nell’edificio uno “spazio ideale per ospitare mostre”, capace di dare “prestigio internazionale” (91%) e di attirare visitatori da tutta Italia e dall’estero (89%). Solo il 17% ritiene che sarebbe stato meglio restaurare un antico palazzo cittadino e il 12% considera l’opera sprecata per una città come Rovereto.
Meno diffuse le motivazioni alla visita legate a uno specifico interesse per l’arte, e in particolare per l’arte contemporanea. Il 38% dei visitatori, ad esempio, ritiene che l’arte contemporanea sia troppo elitaria e difficile da comprendere, mentre il 36% non ha addirittura un interesse significativo per l’arte in generale.
Le valutazioni al termine dalla visita sono largamente positive: più dell’80% pensa che tornerà a visitare il Mart e più del 90% pensa di consigliarne la visita ad amici o parenti. In termini relativi, gli unici giudizi lievemente meno positivi riguardano la chiarezza dei pannelli esplicativi e il costo del biglietto.
Quali le aspettative per le future attività del Mart? I primi visitatori, come accennato, vedono nel Mart uno spazio luminoso, dinamico e aperto – da utilizzare anche per altre iniziative quali danza, musica e cinema – in grado di dare a Rovereto e al Trentino visibilità nazionale e soprattutto respiro internazionale. Le aspettative per il futuro convergono su mostre dedicate alle nuove tendenze dell’arte e ai grandi artisti del Novecento; meno marcato l’interesse per la valorizzazione delle opere di giovani o già noti artisti trentini.
In conclusione, quindi, un primo impatto che beneficia di un alone di notevole entusiasmo legato soprattutto ad aspetti quali la novità e alla dimensione architettonica, tanto più notevole in quanto capace di mobilitare categorie di visitatori che non sono (solo) quelle abitualmente interessate all’arte contemporanea. La sfida per il futuro sarà naturalmente quella di rispondere alle aspettative di questo pubblico, che confida di aver trovato nel Mart una ‘finestra’ sulle tendenze e i protagonisti dell’arte di tutto il mondo.