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  università, cultura e territorio  

Studenti su Mart
Il museo di Rovereto e la laurea in Scienze dei beni culturali
intervista di Katia Ruaben ad Andrea Bacchi

 

A dicembre 2002 è stato inaugurata la nuova sede di Rovereto del Mart, il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, accanto agli spazi espositivi già esistenti di Palazzo delle Albere a Trento e della roveretana casa museo Depero.
Il nuovo spazio per l’arte, progettato dall’architetto Mario Botta, è di grande impatto visivo ed architettonico, sovrastato da una grande cupola esterna e dotato di una vasta superficie espositiva articolata su quattro  iani. Oltre agli spazi per ospitare le mostre e la collezione permanente, sono presenti il bookshop, la sala conferenze, l’Archivio del ‘900 e la biblioteca, oltre alla sezione didattica, alla caffetteria, ad un call e web center.
L’area dove sorge il Mart, nell’ambito del Polo culturale e museale di Rovereto, è una vera e propria cittadella della cultura dove, uno accanto all’altro, si trovano la biblioteca civica, il Palazzo dell’istruzione sede dell’Università, il teatro settecentesco e palazzo Alberti, che ospiterà la Quadreria Civica di Rovereto.
Andrea Bacchi, docente di storia dell’arte moderna presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Trento, è membro del CdA del Mart e responsabile del corso di laurea in Scienze dei beni culturali; il ruolo cultu ale e l’importanza che il Mart riveste sul territorio, i rapporti di collaborazione della Facoltà con le istituzioni museali e culturali locali sono i temi che abbiamo affrontato nell’intervista.


Professor Bacchi, qual è, secondo lei, il valore per il territorio e l’importanza nazionale ed internazionale di uno spazio per l’arte come il nuovo Mart?
Credo che il Mart abbia un grandissimo valore nel nostro contesto e la sua realizzazione non è stata e non rimane un dato scontato, nel senso che fino a pochi anni fa non si sarebbe mai pensato di realizzare in Trentino una grande istituzione dedicata all’Ottocento, al Novecento e all’arte contemporanea. Realizzare un museo come il Mart è stata una scommessa, ma non casuale: Rovereto è la città di Fortunato Depero, è conosciuta nella storia dell’arte del Novecento perché conta su di una tradizione locale di artisti, su altre personalità importanti come Fausto Melotti; tutti questi elementi hanno dato impulso all’idea di creare proprio a Rovereto il nuovo museo di arte moderna e contemporanea.
Il Mart, come grande realtà impegnata nello studio e nell’esposizione di opere dell’Ottocento e del Novecento, rappresenta la risposta italiana ad un fenomeno culturale di livello internazionale che vede un forte impegno culturale sui temi della contemporaneità e che ha dato inizio ad una serie di iniziative in tutto il mondo, come ad esempio l’apertura della nuova Pinakothek der Moderne di Monaco, del Museo Guggenheim di Bilbao in Spagna, della Tate Modern a Londra.
Nel panorama italiano il Mart rappresenta una presenza eccezionale; al momento sono ben poche, infatti, le istituzioni museali dedicate esclusivamente a questo periodo artistico e il museo roveretano ha poi caratteri di unicità sia per le dimensioni, per la ricchezza delle collezioni, ma anche per l’ambizione della sua missione che prevede un impegno notevolissimo anche nella raccolta e nell’acquisizione di archivi di artisti e di personalità legate all’arte del Novecento. Questo doppio registro di esposizione e divulgazione, da un lato, e di ricerca, dall’altro, è da sempre presente al Mart ed è resa possibile anche dal fatto che si tratta di un’istituzione pubblica.

Quali sono i principali rapporti di collaborazione che la Facoltà di Lettere nell’ambito del corso in Scienze dei beni culturali ha instaurato con il mondo imprenditoriale legato all’arte?
Con la riforma universitaria il tirocinio, svolto in una azienda pubblica o privata, diventa parte integrante del curriculum dello studente e per questo il corso di laurea in Scienze dei beni culturali ha cercato di instaurare fin dalla sua costituzione una serie di relazioni importanti con le istituzioni presenti sul territorio. L’intento è quello di dialogare nel modo più stretto possibile con la ricca realtà culturale del Trentino; la nostra ambizione è che lo studente che si iscrive a Scienze dei beni culturali a Trento possa avere fin da subito l’occasione di entrare in rapporto diretto con le istituzioni locali e sia consapevole dell’ambito lavorativo al quale il corso lo prepara. Abbiamo quindi attivato una serie di convenzioni, a cui ne seguiranno altre a livello provinciale, con il Servizio Beni Culturali della Provincia di Trento, con il Castello del Buonconsiglio, con il Museo Diocesano, con la Curia, con musei comunali, biblioteche ed archivi provinciali, oltre che con il Mart.
Le collaborazioniconsentono di poter disporre delle competenze professionali specifiche di funzionari di vari aree; mi riferisco a competenze legate alla gestione museale, al restauro, alla catalogazione dei beni storico-artistici e archeologici.

Nel caso specifico del Mart, qual è la natura della vostra collaborazione?
Con il Mart esiste una convenzione particolare che prevede sia lo svolgimento di tirocini da parte dei nostri studenti nei vari uffici del museo, ma soprattutto la possibilità che funzionari del Mart svolgano gratuitamente dei moduli di insegnamento nell’ambito del corso.
La direttrice del museo, Gabriella Belli, tiene dei corsi di storia dell’arte contemporanea che si svolgono sia in aula, per dare una serie di informazioni e di strumenti per la comprensione dell’arte dell’Ottocento e del Novecento, sia presso il museo, mettendo così lo studente in contatto con problemi di tipo organizzativo e gestionale, che ben difficilmente entrano di solito in un corso di studio canonico, per sperimentare come la vita del museo sia sempre più articolata e richieda competenze molto diversificate.

Come hanno risposto gli studenti all’attivazione del corso di laurea in Scienze dei beni culturali?
Il corso, articolato in quattro indirizzi (archivisticolibrario, archeologico, beni musicali, storico-artistico), ha avuto un grande successo ed abbiamo più di quattrocento iscritti. Stiamo lavorando alla realizzazione della laurea specialistica in Storia dell’arte, già approvata dalla Facoltà, per poter dare agli studenti la possibilità di proseguire il percorso iniziato con la laurea e di acquisire competenze più specifiche e qualificanti nel campo artistico-culturale.

A destra: il professor Andrea Bacchi
Sopra: l’ingresso del Mart nel periodo dell’inaugurazione