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  convegni  

Arte e scienza delle ombre
Lo studio delle ombre da Vasari a Man Ray, dalla percezione visiva alle neuroscienze
di Umberto Castiello

 

Maria, Maria, perché non hai conservato quell’ombra?
Mr. Darling in “Peter Pan” 

Da tempo immemorabile le ombre hanno turbato i sonni dell’uomo: ombre come macchie nere, ombre come immagini dalle quali non ci si può liberare. Tuttavia le ombre sono anche fenomeni curiosi: sono attaccate al corpo ma sono impossibili da catturare, scompaiono e ricompaiono. Le ombre sono state anche l’incubo di grandi pittori che difficilmente sono riusciti ad addomesticarle. E poi le ombre come la chiave per risolvere alcuni grandi problemi scientifici: il perché delle eclissi, le distanze tra terra, luna e sole, la forma e la dimensione della terra, la struttura del sistema solare.
In questi ultimi anni vi è stato un interesse crescente per lo studio delle ombre, in particolare riguardo al loro ruolo nel processo di riconoscimento degli oggetti. A conferma di questo interesse una serie di articoli molto influenti sui meccanismi che sottendono l’elaborazione delle ombre sono stati pubblicati su riviste prestigiose quali Cerebral Cortex, Nature, Nature Neuroscience, Neuron, Perception, Trends in Cognitive Science e Vision Research. Tali articoli hanno contribuito a rendere le ombre un argomento di grande impatto e attualità all’interno di diverse aree di ricerca quali le neuroscienze e la psicologia sperimentale. In parallelo, anche all’interno delle aree di ricerca umanistiche quali storia, filosofia e storia dell’arte si è rinnovato l’interesse per le ombre e i loro significati. Ad esempio, ricercatori importanti quali Michael Baxandall, Roberto Casati e Victor I. Stoichita hanno recentemente pubblicato una serie di saggi sulle ombre. Di grande interesse è che in molti di questi testi gli autori auspicano una maggior interazione tra le discipline umanistiche e quelle artistiche sulle modalità di interpretazione dei fenomeni percettivi legati alle ombre. In questo sforzo interdisciplinare gli autori citano lavori scientifici condotti in ambito psicologico e neurologico.
Il simposio Le ombre: dall’arte alle neuroscienze, tenutosi presso il Mart di Rovereto l’8 novembre scorso, è espressione di questa ricerca di dialogo interdisciplinare sull’ombra: ha fornito l’opportunità per un forum all’interno del quale storici dell’arte e neuroscienziati hanno potuto confrontarsi su un tema così importante per l’esperienza percettiva visiva come quello delle ombre. L’obiettivo di questo simposio è stato quello di presentare la storia e lo studio dell’ombra da Vasari a Man Ray, dalla percezione visiva alle neuroscienze. Il simposio, patrocinato dal Comune di Rovereto e dall’Università di Trento - con il supporto del Laboratorio di Scienze Cognitive -, è stato organizzato dal professor Umberto Castiello (Dipartimento di Scienze della cognizione e della formazione, Università di Trento) e dal professor Daniel Kersten (Università del Minnesota).
Il simposio si è sviluppato attraverso quattro tematiche principali: la storia dell’arte, l’ombra nella cinematografia e fotografia, la percezione dell’ombra e l’ombra dal punto di vista delle neuroscienze. Queste tematiche sono state trattate da studiosi di fama internazionale. Victor I. Stoichita, professore di storia dell’arte moderna e contemporanea all’Università di Friburgo (Svizzera), ha discusso la storia e il significato dell’ombra in relazione alla nascita stessa dell’arte pittorica, un’incursione all’interno di un soggetto che da sempre ha sfidato il significato dell’arte come rappresentazione. Alberto Zotti, professore di comunicazione e spettacolo presso l’Università di Padova, ha presentato l’ombra come elemento costitutivo dello spazio nel cinema e nella fotografia sperimentale delle avanguardie storiche (Dada,Bauhaus, Costruttivismo ecc.), sottolineandone il valore sia narrativo che simbolico. Daniel Kersten, professore di psicologia all’Università del Minnesota (U.S.A.), ha esemplificato il contenuto informativo dell’ombra, i tipi di ombre e la loro elaborazione da parte del sistema visivo. Inoltre il professor Kersten ha approfondito l’importanza dell’ombra per il riconoscimento degli oggetti statici ed in movimento, fornendo una panoramica sulle più accreditate strategie implementate dal sistema visivo per interpretare ed utilizzare in modo appropriato le informazioni contenute nelle ombre. David Perrett, professore di psicologia presso l’Università di St. Andrews (Scozia), ha presentato evidenze sperimentali che indicano la presenza di aree cerebrali deputate al riconoscimento degli oggetti e alla elaborazione delle ombre, facendo particolare riferimento ad un oggetto tra i più complessi: il volto umano.
Il simposio ha anche beneficiato della presenza di altri studiosi quali il professor Roberto Casati dell’Istituto Nicod di Parigi, il professor Pascal Mamassian dell’Università di Glasgow e il professor Johannes Zanker dell’Università di Londra.
Di grande rilevanza è stata la sessione dei poster, che ha offerto l’opportunità ai giovani ricercatori del polo di Rovereto e ai ricercatori venuti da varie parti del mondo di condividere interessanti ricerche condotte in campo artistico e scientifico sull’ombra. In merito vale la pena di menzionare i lavori presentati dai dottori Bonfiglioli e Pavani, ricercatori afferenti al Dipartimento di Scienze della cognizione e della formazione di Rovereto. Questi giovani ricercatori, in collaborazione con il professor Castiello, stanno conducendo una serie di esperimenti sul ruolo giocato dall’ombra durante il movimento e durante il processo di codifica dello spazio personale ed extrapersonale. A conferma della validità e originalità di questo approccio alcuni degli esperiementi presentati al simposio sono in corso di stampa sulla prestigiosa rivista Nature Neuroscience.
Il crescente interesse per l’argomento ombra è stato riaffermato anche dal grande successo di pubblico incontrato dal simposio. Il pubblico era numeroso ed ha partecipato attivamente alle discussioni con relatori e ricercatori.
Il simposio sulle ombre ha permesso una riflessione sulla natura e le qualità dell’ombra, sottolineandone l’importanza all’interno dell’esperienza visiva, scientifica, estetica e artistica. L’ombra quindi, non solo una compagna da trattare con sospetto, ma anche un fenomeno che, quando propriamente riconosciuto e interpretato, fornisce informazioni importanti sull’interpretazione visiva dell’ambiente e sull’espressione artistica umana.

 

Sopra, il convegno Le ombre: dall’arte alle neuroscienze, Rovereto 8 novembre 2003.