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  convegni  

Comprendere lo sviluppo delle organizzazioni
A Sociologia un convegno internazionale sui Practice-Based-Studies
di Antonio Strati

 

Il convegno internazionale Practice-Based-Studies: Current Trends and Future Developments che la Research Unit on Cognition, Organizational Learning, and Aesthetics http://gemini.soc.unitn.it/rucola/ del Dipartimento di Sociologia e ricerca sociale ha organizzato a Trento il 6 e 7 novembre ha visto l’aula Kessler della Facoltà di Sociologia gremita di studiosi italiani e stranieri.
Il convegno ha preso sin dall’inizio il carattere dell’incontro vivace e fattivo tipico dei piccoli seminari di lavoro nonostante i partecipanti fossero circa 130, di cui la metà dall’estero, in prevalenza dall’area inglese e scandinava. Il programma stesso, del resto, invitava al lavorare assieme: poche relazioni, molto tempo per discuterle, uno spazio dedicato a rapide illustrazioni delle ricerche in corso e, al termine della prima giornata, visita al Castello del Buonconsiglio per ammirare gli affreschi dei mesi mentre, il giorno dopo, si chiudeva il convegno con la visita guidata della città.
Tema principe di tutte le relazioni è stato: come si studiano le pratiche nei luoghi di lavoro? Avvalendosi in diversi casi di filmati per illustrare la propria ricerca, relatrici e relatori hanno stimolato il dibattito, innanzitutto, sulla dimensione olistica ed ambigua del termine pratica, visto che esso racchiude in sé tanto il creare e trasformare che il conoscere, l’apprendere, l’agire, l’interagire, l’esperire, le attività, la performance, lo stile, la legittimazione sociale.
Nell’ultimo scorcio del secolo scorso, a livello internazionale, si è sviluppata una sensibilità ed un’attenzione crescente allo studio del lavoro situato nell’organizzazione come fenomeno sociale di tipo micro ma centrale per comprendere lo sviluppo di un’organizzazione.
È con grande dettaglio che, quindi, gli studi presentati in questo convegno hanno descritto il fenomeno organizzativo osservato: spezzoni video riguardanti la relazione tra paziente e medico, in cui emerge l’influenza della retorica - gestuale e verbale - per rendere persuasiva la descrizione dei sintomi esperiti; brevi filmati volti a mostrare quanto l’arte influenzi la pratica organizzativa e come l’estetica costituisca - in quanto conoscenza sensoriale legata al giudizio estetico - un fondamento basilare di ogni pratica situata nella quotidianità organizzativa; descrizioni accurate che mostrano, grazie ad una serie di fotografie, come si verifichi che un’organizzazione innovativa continui ad essere capace di innovazione e di migliorare le innovazioni create nell’ambito delle tecnologie digitali; illustrazioni di come, nelle pratiche discorsive, si venga a fare del nascituro l’oggetto virtuale di una unità ospedaliera neonatale. Modi di studiare il lavoro che sono cari alla Research Unit, che vanta già un volume al riguardo (Nicolini, Gherardi e Yanow, Knowing in Organizations: A Practice-Based Approach, M.E. Sharpe 2003) e che si è fatta promotrice del ripetere in futuro con maggiore regolarità questi incontri in ambito EGOS (European Group for Organization Studies).