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  premi di laurea  

La ricerca di eccellenza a Trento
A due ingegneri trentini le borse di studio di Federambiente
intervista di Katia Ruaben a Silvio Fedrizzi e Alessio Franzinelli

 

Silvio Fedrizzi e Alessio Franzinelli, laureati entrambi in Ingegneria per l’ambiente e il territorio all’Università di Trento, si sono aggiudicati i due premi di laurea istituiti da Federambiente (Federazione Italiana Servizi Pubblici Igiene Ambientale) in occasione dei trent’anni dalla fondazione.
Le borse di studio, dedicate alla memoria dell’Onorevole Rubes Triva (presidente di Federambiente dal 1987 al 1993), sono nate con il preciso obiettivo di premiare a livello nazionale le migliori tesi su tematiche legate alla gestione dei rifiuti urbani.

Come è nata l’idea di partecipare alle selezioni per le borse di Federambiente?
Silvio
Abbiamo trovato per caso su Internet la notizia delle borse di Federambiente ed abbiamo deciso di partecipare, ognuno con la sua tesi. A settembre è arrivata da Roma la notizia della vittoria.
Siamo poi stati premiati il 16 ottobre dal Presidente della Camera Pier Ferdinando Casini; è stata una giornata da ricordare, sicuramente indimenticabile ed emozionante.
Alessio
Erano presenti tutti gli ex presidenti di Federambiente ed i dirigenti delle aziende consorziate italiane; è stato molto emozionante, anche per il luogo “solenne” in cui si è tenuta la manifestazione, dato che eravamo a Palazzo Montecitorio.

Quali sono stati i risultati e le conclusioni a cui siete giunti nel lavoro di ricerca che avete svolto presso il Dipartimento di Ingegneria civile e ambientale?
Alessio
Nel mio lavoro di tesi ho analizzato l’impatto ambientale del pretrattamento dei rifiuti, in particolare della bioessiccazione, partendo dallo studio di impatto ambientale che il Dipartimento ha svolto, su commissione di Trentino Servizi, per la realizzazione del termovalorizzatore di Trento. Non era chiaro se questo tipo di processo biologico inquinasse o meno e, dato che in Italia non erano disponibili informazioni in tal senso, ho cercato in primo luogo dati sull’emissione di diossine a livello internazionale. Successivamente ho condotto una sperimentazione pilota sulla bioessiccazione del rifiuto trentino; questa ha messo in luce come, anche da processi a bassa temperatura quali la bioessiccazione appunto, si possano avere rilasci di diossine: a seguito di complicati meccanismi fisico-chimici, tali inquinanti, contenuti nel rifiuto, vengono fisicamente spostati dalla fase solida alla fase gassosa. In tal modo le diossine possono essere emesse in atmosfera, qualora gli impianti non dispongano di adeguati sistemi di trattamento.
Silvio
Per quanto mi riguarda, nella tesi ho svolto un’analisi sulle tecnologie disponibili allo stato attuale per il trattamento termico dei rifiuti, con il quale si portano i rifiuti ad una temperatura elevata al fine di degradarli e di poter recuperare energia. Mi sono soffermato in particolare sulla tecnologia al plasma che è di recente introduzione per la gestione dei rifiuti ed attualmente è utilizzata soltanto in Giappone, mettendola a confronto con la combustione tradizionale (incenerimento) e la gassificazione. Ho applicato i modelli di questi processi al caso specifico della provincia di Trento, analizzando il recupero energetico e in secondo luogo gli impatti che tali impianti possono avere sull’ambiente a causa dell’emissione di sostanze inquinanti. Si è visto come gli impianti di nuova concezione inquinino molto meno rispetto a quelli costruiti in passato, che al contrario potevano presentare dei problemi non disponendo di adeguati sistemi di trattamento dei fumi.

 

Nella foto da sinistra: Alessio Franzinelli e Silvio Fedrizzi.