Misa Flamenca a Trento
Un’iniziativa promossa dall’Opera Universitaria
di Adriana Grasselli
Un avvenimento senza paragoni ha reso Trento città protagonista
della cultura e dell’arte lo scorso 17 dicembre. Una splendida iniziativa
pensata e promossa dall’Opera Universitaria, che ha così voluto, assieme a tutti
gli studenti universitari, augurare Buon Natale alla città.
La parrocchia di S. Carlo Borromeo, in via Gandhi, ha ospitato la prima Misa Flamenca che sia mai stata svolta in Italia nella sua forma completa di canto,
chitarra e danza.
L’unico episodio che si ricordi fu nel 1971 a Firenze, in occasione del XXV Congresso Mondiale della Gioventù Musicale: presso la Chiesa del Santo Spirito
circa quattromila persone assistettero ad una Misa cantata
dalla voce dei noti Naranjito de Triana e Antonio Mairena, accompagnati alla chitarra da José Cala
El Poeta.
L’Opera Universitaria di Trento ha saputo cogliere la proposta dell’Associazione
Culturale La Peña Andaluza, che festeggia quest’anno il suo decennale, offrendo
agli studenti, alla città, agli appassionati uno spettacolo eccezionale.
Nella Chiesa piena di gente (circa settecento persone con il pubblico seduto per
terra e assiepato in ogni angolo), il ballerino sivigliano Miguel Angel e sua
sorella Charo Espino hanno danzato con l’intensità e l’espressività che li
distingue, regalandoci il frutto di una alchemica mescolanza fra l’arte e il
senso del sacro, l’intima forza dei loro cuori e il rispetto per il luogo sacro
che li ospitava. La voce del gaditano Momi riempiva lo spazio e faceva vibrare
gli animi degli spettatori, accompagnato dalla chitarra quanto mai virtuosa di
Antonio Españadero, proprio come accade in Andalucia nelle grandi occasioni.
Ad un primo rispettoso silenzio dei presenti seguiva uno scroscio di applausi
emozionati, un’entusiastica partecipazione della
gente: Don Lino Zatelli,
parroco della Chiesa di S. Carlo Borromeo si univa felice agli applausi,
invitando gli artisti a uscire di nuovo, alla fine della Misa, a regalare ancora
qualche momento a tutti coloro che assistevano allo spettacolo.
La Misa, che in questa occasione non è stata celebrata, comprendeva le varie
parti di una vera e propria Messa.
Dopo il Salmo de entrada cantato dalla intensissima voce di Momi e danzato con
grande eleganza da Miguel, seguiva il Kirie, danzato dalla affascinante Charo
sul ritmo flamenco di “caña”, il Gloria con voce e chitarra, l’Ofertorio su
ritmo di “peteneras”, il Padre Nuestro, il Cordero de Dios, la Comunion su ritmo
di “nana”. A conclusione, sulla Benediciòn, un paso e due di Miguel e Charo su
ritmo di fandango.
Rare sono le occasioni in Italia di vedere degli spettacoli di flamenco di
questo livello e, soprattutto, che non siano viziati da un taglio “commerciale”,
quello che fa sì che un artista faccia delle scelte più basate sull’indice di
gradimento di un pubblico non esperto, che sulla ricerca e sull’approfondimento
tecnico, musicale ed espressivo.
Dobbiamo dire che quella che si è vista a Trento è stata proprio la
manifestazione più pura e più vera del flamenco, libera da sovrastrutture e da
azioni “ad effetto”: il messaggio artistico della Misa è veramente arrivato a
tutti, ai credenti, agli appassionati giunti da lontano, agli studenti, alla
gente.Tutti hanno reagito con lo stesso entusiasmo, con la stessa emozione, con
la stessa ammirazione per questo spettacolo in cui “danzare è pregare”.
Immagini della Misa Flamenca, Trento, 17 dicembre 2003
(foto di Roberto Rampanelli Menotti)
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