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L’informatica al servizio delle scienze della vita
![]() ![]() La complessità dei sistemi da trattare è tale da non consentire uno studio accurato e scientifico se non si fa uso di tecniche strutturate e non ambigue di modellazione e di analisi. Da qui la nascita di una nuova branca di biologia, chiamata biologia dei sistemi, che ripercorre tappe che altre discipline hanno percorso in passato e fa ricorso alla teoria dei sistemi complessi per rappresentare sistemi biologici. L’obiettivo a lungo termine della bioinformatica (o almeno degli aspetti di questa disciplina maggiormente discussi in questo contributo) sono quelli di fornire tecniche sia predittive che prescrittive del comportamento dei sistemi biologici complessi. Una tecnica predittiva si basa sulla bontà del modello del sistema biologico e mediante analisi delle proprietà del modello determina possibili evoluzioni. Questa strategia può essere usata dai ricercatori per dimostrare in laboratorio certi comportamenti ancora non noti oppure per prevedere le reazioni di un farmaco in presenza di determinate malattie. Le tecniche prescrittive definiscono invece algoritmi che vengono eseguiti su hardware vivente. Considerando che ogni singola cellula ha approssimativamente 1MIPS di potenza di calcolo e 1MEGA di memoria, le potenzialità dei computer viventi sono estremamente interessanti. La possibilità di usare le cellule per eseguire algoritmi avrebbe una ricaduta immensa anche in campo biologico-medico. Su questa strada si stanno muovendo numerosi importanti gruppi di ricerca che stanno cercando di definire un modello completo del funzionamento della cellula. Questo è sicuramente il primo passo per ipotizzare poi metodologie in grado di controllare ed eventualmente modificare il comportamento delle cellule.
Un passo in questa direzione è stato fatto dall’ateneo di Trento organizzando in collaborazione con il CNRS francese una scuola internazionale per dottorandi cui hanno partecipato studenti da tutta Europa e docenti provenienti sia dall’accademia che dall’industria, sia dagli USA che da molti paesi europei. L’International School on Computational Sciences for Complex Systems in Biology, svoltasi a Rovereto nell’aprile scorso, ha prodotto come “effetto collaterale” anche la nascita di alcuni progetti scientifici cui parteciperanno sia studenti che docenti. Esempio questo di come un evento o una manifestazione ben organizzata sia un momento fondamentale dell’attività di ricerca internazionale, sia in fase propositiva (per individuare idee) che in esecuzione (per confrontarsi con i partner) e a consuntivo (per divulgare i risultati della ricerca e presentare le possibili applicazioni). La scuola ha avuto un buon successo rapportato al fatto che è la prima scuola interdisciplinare di questo tipo organizzata a livello europeo e forse mondiale. Infine, il successo dell’evento è dovuto anche all’efficiente, prezioso e insostituibile aiuto dell’Ufficio manifestazioni e convegni del nostro ateneo. [Per ulteriori informazioni: www.unitn.it/events/cssb2004/] * Corrado Priami e Paola Quaglia, Dipartimento di Informatica e telecomunicazioni
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